Accusato d'omicidio Giuseppe Faraci, 21 anni. Nei confronti di Antonio Lo Bue, 42 anni, Salvatore Randazzo, 20 anni, Calogero Mancuso, 40 anni, e un 14enne il reato ipotizzato è di violenza sessuale aggravata
Arrestate nella notte 5 persone tra le quali ci sarebbe anche l’assassino di Francesco Ferreri, il tredicenne ucciso lo scorso 16 dicembre a Barrafranca (Enna), con 15 colpi di chiave inglese alla testa. Tra gli arrestati, almeno un minorenne. Confermata la pista del delitto commesso nell’ambito di un giro di pedofilia, anche se l’accusa di essere l’assassino di Francesco viene mossa soltanto ad una delle persone finite in manette questa notte. A tutti gli indagati sono contestati i reati di violenza sessuale aggravata dall’essere stat commessa su minori di 14 anni e ad almeno due di loro anche la detenzione e il commercio di materiale pedopornografinco. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state firmate dai gip del Tribunale di Enna e del Tribunale per i Minori di Caltanissetta, su richiesta delle rispettive procure. Le indagini svolte dai carabinieri del comando provinciale di Enna, del Ris di Messina e del Racis di Roma, avrebbero confermato la pista immediatamente battuta dagli inquirenti all’indomani del delitto. Il cadavere del tredicenne era stato rinvenuto in un vallone a 5 chilometri da Barrafranca circa 36 ore dopo la sua scomparsa. I sospetti erano subito caduti su un quattordicenne che era stato lungamente e ripetutamente interrogato già la notte della scomparsa del ragazzo e una settimana dopo nel mirino degli inquirenti erano finiti anche due adulti che spesso si accompagnavano al ragazzo sospettato. Lo scorso febbraio poi nel registro degli indagati erano finiti altri due adulti e un altro minorenne. Per chiarire i torbidi contorni della vicenda determinante sarebbe stato il ruolo di un ragazzino che avrebbe raccontato ai magistrati della procura per i minori del giro di pedofilia nel quale sono coinvolti gli arrestati di questa notte. Da alcuni giorni l’ottimismo degli inquirenti, dopo mesi di assoluto riserbo sulla vicenda, lasciava intravedere che le indagini erano giunte ad una svolta decisiva.
Gli arrestati sono Giuseppe Faraci, Antonio Lo Bue, Salvatore Randazzo, Calogero Mancuso e il minorenne Tony R., di 15 anni. Sono stati tutti già tradotti in carcere di Enna, eccetto il minore condotto in istituto che gli investigatori non hanno reso noto.
L'omicidio viene contestato soltanto a Giuseppe Faraci, 21 anni, che era in lacrime mentre i carabinieri lo conducevano fuori dalla caserma del comando provinciale di Enna per trasferirlo in carcere. Nei confronti di Antonio Lo Bue, 42 anni, Salvatore Randazzo, 20 anni, Calogero Mancuso, 40 anni, e del minorenne il reato ipotizzato è di violenza sessuale aggravata.
Barrafranca, omicidio Ferreri: Ucciso da Giuseppe Faraci perchè si ribellava alle violenze sessuali
Enna 16/05/06 - L’attività investigativa iniziata subito dopo la sparizione di Francesco FERRERI e la sua barbara uccisione ha avuto oggi una significativa svolta.
All’alba di questa mattina, infatti, sono state arrestate cinque persone in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dai G.I.P. del Tribunale di Enna, dott.ssa Francesca CERCONE e del Tribunale per i Minori di Caltanissetta, Dott.ssa Gabriella TOMAI.
Gli arrestati sono FARACI Giuseppe di anni 21, RANDAZZO Salvatore di anni 20, MANCUSO Calogero di anni 40, LO BUE Antonio di anni 42 ed un minorenne, tutti abitanti in Barrafranca.
A questi cinque soggetti si contestano, in concorso tra loro, i reati di violenza sessuale di gruppo e pedopornografia.
Al FARACI Giuseppe, inoltre, si contesta l’omicidio volontario aggravato di Francesco FERRERI.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica per i Minori di Caltanissetta e dalla Procura della Repubblica di Enna e sono state eseguite dal R.O.N.O. Carabinieri di Enna, dalla Compagnia CC di Piazza Armerina, dalla Stazione CC di Barrafranca, dalla Squadra Mobile di Enna, dai Compartimenti della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Palermo e di Catania, dal R.I.S. CC di Messina e dal R.A.C. Carabinieri di Roma.
L’intenso lavoro di tali organi di polizia giudiziaria ha consentito di ricostruire il brutale omicidio di Francesco FERRERI, che è risultato commesso da un gruppo di persone usi ad adescare minorenni della zona, sottoporli ad atti sessuali, fotografarli in pose oscene, e successivamente usare violenza sessuale nei loro confronti. Il materiale sequestrato ha permesso di acquisire impostanti riscontri di tali accuse.
Inoltre nei confronti del FARACI risultano inequivocabili indizi di reità del gravissimo omicidio.
Le due Procure interessate hanno coordinato il lavoro dei diversi organi di P.G., sopra menzionati, alcuni dei quali dotati di specifiche competenze tecniche e scientifiche, per l’efficace svolgimento degli accertamenti necessari per acclarare tutti i fatti retrostanti all’omicidio e per escludere altre piste investigative diverse da quelle oggi privilegiate.
Va doverosamente segnalato come il conseguimento di tali risultati sia stato reso altamente difficoltoso a causa del tardivo rinvenimento del cadavere, per l’assenza di tracce sul luogo del delitto, per l’oggettiva difficoltà di ricostruire la vicenda e per una situazione di chiusura, rispetto alla richiesta di collaborazione, espressa dal territorio in cui esse si sono svolte; gli inquirenti si sono dovuti scontrare contro la difficoltà di trovare persone informate sui fatti dotati di senso civico e volontà di collaborare, tanto è vero che allo stato una persona è indagata per il reato di false informazioni al Pubblico Ministero.
Inoltre, proprio per il carattere infamante di tali delitti, le più importanti circostanze utili alle indagini sono risultate esclusivo patrimonio dei soggetti direttamente coinvolti in essi, con ulteriore evidente difficoltà di acquisizione.
Anche la pressione mediatica sugli inquirenti e sui soggetti coinvolti a vario titolo nell’inchiesta ha non poco ostacolato le indagini, soprattutto con riferimento alle notizie erronee e fuorvianti che, nonostante il silenzio stampa richiesto dalle due Procure sin dal venti dicembre scorso, sono apparse periodicamente sui Media.
In questo quadro il ritrovamento dell’arma del delitto, rinvenuta grazie alla sagace attività investigativa svolta dal Comandante delle Stazione CC di Barrafranca Luogotenente dei CC GIORDANO, ha rappresentato l’inizio della svolta investigativa che ha consentito di far piena luce sulla vicenda e conseguentemente alla motivata richiesta di cattura dei responsabili oggi eseguita.
(Fonte www.vivienna.it)