Calciolandia Sicilia

STORIA, Storia del calcio netino dalle origini ai giorni nostri

« Older   Newer »
  Share  
tifo-Netino
view post Posted on 18/11/2011, 20:25




Durante i primi anni del ventennio fascista, la presenza a Noto di rinomate scuole, di diverse famiglie nobiliari e di un moderno impianto sportivo fu sicuramente un impulso per la diffusione degli sport e, in particolare, del calcio. Finita la Grande Guerra, infatti, i giovani rampolli delle varie casate erano soliti riunirsi in circoli sportivi, fra i quali il più noto fu l'Unione Sportiva Notinese. Intorno alla seconda metà degli anni venti che nacquero le prime compagini calcistiche.

Una compagine nota semplicemente come "Noto", fondata nei primi anni trenta, prese parte per la prima volta, nel 1933, al campionato provinciale, a cui fece seguito la partecipazione ad un campionato ULIC. Nel 1944 un'altra società, nota col nome di Società Sportiva Notinese prese parte al Campionato siciliano 1944-1945. L'esito fu disastroso: a causa di difficoltà economiche la compagine netina riuscì a disputare solo due partite, prima di ritirarsi ufficialmente il 18 febbraio 1945.


L'Unione Sportiva Notinese (1946-1954)
Dopo due anni senza calcio, nel 1946 l'Unione Sportiva Notinese, capeggiata dal patron Giovanni Di Lorenzo, venne iscritta al campionato di Prima Divisione Siciliana. Pur non disputando una stagione positiva, la nuova compagine netina venne ripescata in Serie C per meriti sportivi. La squadra, rivoluzionata, venne affidata all'allenatore-giocatore Magistro, e vennero messi a segno diversi colpi al fine di mantenere la categoria. Ad uno strepitoso girone d’andata, che vide la compagine azzurro-granata dietro solo alle "grandi" Catania, Reggina, Drepanum, Messina e Marsala, ne seguì uno di ritorno a ritmi più bassi, che portò ad un tutto sommato soddisfacente tredicesimo posto finale. In seguito alla riforma dei campionati italiani, non essendosi classificati entro la settima posizione, gli uomini di Magistro furono relegati nel neocostituito campionato di Promozione, in cui giocarono per i successivi quattro campionati dove, pur partendo con buoni propositi, non riuscirono nemmeno a sfiorare il ritorno nella terza serie nazionale. Con la costituzione della IV Serie, nella quale non fu ammesso, il club si ritrovò a partecipare al massimo livello regionale per due anni, fino al 1954, durante i quali il timone della società passò ad Ugo Cordeschi prima, e al Principe di Villadorata dopo. Nella stagione 1951-1952, la compagine netina venne allenata dall'ex-milanista Attilio Kossovel.


L'escamotage del cambio di denominazione: il Noto Ducezio (1954-1959)
Una nuova retrocessione ed una crescente crisi finanziaria fecero sprofondare la compagine della città barocca nei bassi fondi del calcio siciliano. Al fine di rilanciare il progetto, i dirigenti ricorsero anche al cambio di denominazione sociale, che divenne Noto Ducezio. Pur sfiorando il ritorno nella massima serie regionale per diverse stagioni, nel 1959 il Noto Ducezio cessò la propria attività sportiva, ponendo fine ad una storia lunga tredici anni, farciti da tre retrocessioni d’ufficio e solamente una sul campo.


La parentesi Mignosi (1960-1961)
Nel 1960, una nuova società denominata Mignosi venne iscritta al campionato di Seconda Categoria siciliana, fra programmi ambiziosi e propositi bellicosi. Il progetto, tuttavia, non nacque sotto una buona stella: la nuova compagine netina, formata perlopiù da atleti locali, collezionò solo otto punti e due rinunce. Alla fine del campionato, inoltre, venne a mancare la copertura economica, e il progetto naufragò.


La straordinaria cavalcata della Netina (1963-1969)
Nel 1963, la fondazione di un club denominato Netina da parte di un gruppo di imprenditori locali, segnò la rinascita del calcio nella città barocca. I proclami bellicosi del presidente Giovanni Tropiano, trovarono la loro conferma sul campo già durante la prima stagione, dove, con un po' di rammarico, i granata furono secondi solo alla corazzata Rosolini. La vittoria del campionato venne rimandata solo di un anno: il 23 Maggio 1965, sul neutro di Palazzolo, le reti di Caziero e Morana permisero alla Netina di battere il Modica nello spareggio per la conquista della Prima Categoria.
Ai nastri di partenza della stagione 1965-1966, i granata si presentarono come un’autentica corazzata, ma i risultati altalenanti ottenuti sul campo, uniti alla sterilità del reparto offensivo, portarono ad un comunque confortante quarto posto in condominio con l’Aurora Calatabiano. Simile fu il copione della stagione successiva, in cui gli uomini di Dandolo Flumini dovettero accontentarsi della seconda posizione in condominio con la Leonzio. La svolta arrivò nella stagione 1967-1968: con il colpaccio esterno sul Milazzo (0-1, rete di Vecchio), i granata, allenati dall’esperto Vittorio Corrao si aggiudicarono la promozione in Serie D con un turno d’anticipo.
Confermata in blocco la squadra che pochi mesi prima era riuscita nell’impresa di vincere il campionato di Prima Categoria, il nuovo presidente Giovanni Lo Presti affidò la squadra al veneto Eliseo Lodi. Il 22 Settembre 1968 i granata fecero il loro esordio in Serie D a Gela, vincendo di misura grazie ad una rete di Leonardi. Con una serie di alti e bassi, la Netina chiuse il girone d’andata all’ottavo posto, salvandosi poi con diversi turni d’anticipo e chiudendo in quattordicesima posizione.


Le ultime disastrose stagioni in Serie D e il purgatorio della Promozione (1970-1974)
Quanto di buono fatto nella stagione 1968-1969 non venne confermato nella stagione successiva: i granata partirono male e, pur cercando di correre ai ripari chiamando l’esperto tecnico Ettore Trevisan e la punta Di Marzo a dicembre, chiusero peggio: terz’ultimo posto e retrocessione. Tuttavia, nell’estate 1970, come una manna dal cielo, la società della città barocca riuscì ad ottenere il tanto agognato ripescaggio ma la stagione che gli uomini allenati da Di Pietro prima, da D’Angelo poi, disputarono fu, se possibile, ancor più disastrosa di quella precedente. Dopo un girone d’andata stentato, chiuso al terz’ultimo posto, Alderuccio e compagni, semplicemente, sprofondarono, perdendo tutti gli scontri diretti e chiudendo al penultimo posto, con la seconda peggior difesa del campionato.
Dopo il cocente ritorno nel purgatorio del campionato di Promozione, nell’estate del ’71, la proprietà della società passa nelle mani di Salvatore Adamo che, rivoluzionando rosa e staff tecnico, prefissò l’obiettivo del ritorno in Serie D. Nella prima stagione della nuova era, la corazzata allestita dal patron granata e dal tecnico Confalonieri, complice qualche pareggio di troppo, riuscì solamente a sfiorare l’impresa. La stagione 1972-1973 si aprì con uno shock: Adamo morì, ed il suo posto venne preso dal vice Rametta. Potenziata, la Netina chiuse la prima parte del campionato in vetta, con due punti di vantaggio su Modica, Terranova Gela e Megara, ma una serie di passi falsi negli scontri diretti con le contendenti al titolo fecero scivolare gli uomini di Sarto in terza posizione. La stagione successiva si aprì con gli stessi buoni propositi, ma dopo una buona partenza, la squadra sprofondò nei bassifondi della classifica. Nello spareggio-retrocessione contro il Giarre, la fortuna sembrò arridere ai granata allenati da Franco Mallia, con il lancio della monetina che decretò la retrocessione della formazione jonica, ma il successivo spareggio, giocato al “Gaeta” di Enna contro il Real Termini, sancì la retrocessione in Prima Categoria della Netina.


Dal purgatorio all'inferno: la grande crisi del calcio a Noto (1974-1988)
Abbandonato dai tifosi, il sodalizio della città barocca piombò in una grave crisi finanziaria. La radiazione venne scongiurata in extremis grazie al contributo del dottor Corrado Lo Monte, ma fu il preambolo di uno dei peridi più neri della storia del calcio a Noto, farcito da continui cambi di proprietà, crisi e retrocessioni.
Nell’estate del 1980 Netina e Franco Mola, altra storica formazione notinese militante nello stesso campionato dei granata, decisero di unire le forze: nacque l’Unione Sportiva Noto. L’obiettivo della nuova società, presieduta da Lino Delia, era quello di portare Noto quantomeno in Promozione, massimo livello regionale. In pochi anni, la squadra riuscì a tornare in Prima Categoria, ma l’obiettivo-Promozione non venne mai realizzato. Il sodalizio figlio delle due vecchie glorie piombò in crisi e ritornò presto nell’anonimato della Seconda Categoria.


L'Unione Sportiva Noto di Giuseppe Finocchiaro (1988-1996)
L’ingresso in società di Giuseppe Finocchiaro pose la parola fine a quasi quindici anni di crisi. Al termine della stagione 1988-1989 il Noto tornò in Prima Categoria dopo cinque anni e, trascinato dai gol del bomber Salomone e dalle prime apparizioni dei Fedelissimi, nella stagione 1990-1991 riuscì nell’impresa di classificarsi al primo posto, dopo un acceso duello con i cugini dell'Avola, vinto solo all'ultima giornata.
La riforma dei campionati dilettantistici, tuttavia, beffò giocatori e tifosi granata: il primo posto, semplicemente, diede al Noto, così come ad altre sette squadre del proprio girone, la possibilità di accedere ad un nuovo campionato di secondo livello, lo stesso secondo livello che capitan Gargano e compagni credevano di essersi appena lasciati alle spalle.
Riconfermata quasi in toto, la formazione netina si presentò ai nastri di partenza del nuovo campionato di Promozione con l’obiettivo del salto di categoria. L’avvio stentato fu fatale: per soli due punti, in Eccellenza andò la Sancataldese, che pure era stata battuta al Comunale. Gli uomini di Scala non ebbero fortuna nemmeno ai play-off. Al “Selvaggio” di Ragusa, al termine di una partita combattuta, la spuntò il Terranova Gela per tre reti a due.
Le tre stagioni successive non furono degne della prima: durante la stagione 1992-1993, i continui via-vai di allenatori e giocatori non consentirono ai granata di raggiungere obiettivi ambiziosi; le continue umiliazioni subite da un Noto rimaneggiato alla meglio, nella stagione 1993-1994, scatenarono l’ira dei tifosi e rischiarono di portare alla retrocessione. Nel 1995, al termine di una stagione disastrosa e con una crisi economica incombente, il Noto scivolò in Prima Categoria, dove, l’anno successivo, disputò un campionato scadente, culminato con la retrocessione in Seconda Categoria e le dimissioni di Finocchiaro.


Dalla Seconda Categoria alla Promozione, il grande ritorno del Noto (1996-2008)
Chiuso un ciclo, e dimenticati i fasti di un tempo, il Noto militò per cinque stagioni, fra alti e bassi, nel campionato di Seconda Categoria, spesso scontrandosi con altre compagini della città barocca, che in quel periodo emergevano in quantità. Nell’estate del 2000, la società venne rilevata dall’avvocato Corrado Valvo, che riuscì ad allestire un organico capace di sfiorare la promozione in Prima Categoria, che arrivò nell’estate del 2001 tramite ripescaggio. Per il ritorno in Promozione, però, bisognò attendere cinque anni: il 5 aprile 2006, una rete di Vinci abbatté il Monterosso e mandò in delirio il Comunale. Al termine di un avvincente duello con la Virtus Ispica, il Noto tornava nel secondo livello regionale.
Con un organico di tutto rispetto, la compagine granata, il cui timone era nel frattempo passato a Corrado Bonfanti, vide sfumare, sul neutro di Lentini, il sogno-Eccellenza, al termine della stagione 2006-2007 (Aquila Caltagirone – Noto 2-1). Simile fu l’epilogo della stagione successiva, dove ai play-off la spuntò il Santa Croce per quattro reti ad una.


L'era Bonfanti-Musso: il ritorno in Serie D (2008-2011)
In vista della stagione 2008-2009: il duo Bonfanti-Musso portarono a Noto l’esperto direttore sportivo Cesare Sorbo e il tecnico siracusano Giancarlo Betta, oltre ad un entourage di calciatori d’esperienza. Dopo un iniziale tentennamento, capitan Nastasi e compagni ingranarono la marcia, sfornando numeri impressionanti: miglior attacco (56 reti fatte) e miglior difesa (12 reti subite) del campionato, 73 punti, frutto di 22 vittorie, 7 pareggi ed una sconfitta. La vittoria della Coppa Sicilia, ottenuta grazie ad una schiacciante vittoria (3-1) sul Campobello di Licata, pose il sigillo su una stagione vincente.
Dopo trentacinque anni d’assenza, il Noto si ritrovò ai nastri di partenza del massimo campionato regionale con una formazione ben rodata e vittoriosa, e rafforzata durante il mercato estivo. L’obiettivo era il ritorno in Serie D. Montalto e compagni non delusero le attese, sfornando un’altra stagione super, ma un’altra squadra granata, l’Acireale di mister Breve, riuscì a fare meglio, assicurandosi la vittoria del campionato con due turni d’anticipo. Trascinato dalle reti di Carbonaro e Filicetti, tuttavia, il Noto riuscì a superare la fase regionale dei play-off, fino ad arrivare a disputare la finalissima nazionale contro la Fortis Trani. Ad un pareggio casalingo che lasciò sperare, seguì la sconfitta in terra pugliese, maturata solo nei tempi supplementari. Beffata ancora una volta a pochi passi dall’obiettivo, alla società non restò che presentare domanda di ripescaggio.
Il 5 Agosto 2010, il Noto venne ufficialmente ammesso al campionato di Serie D. La squadra che, il 5 Settembre successivo, ad Eboli, debuttò nella quinta serie nazionale, conteneva ancora parecchi elementi che avevano contribuito al ritorno di Noto nel calcio che conta. Il 12 Settembre una bella vittoria sui campani del Sapri (3-2) inaugurò il nuovo Stadio “Giovanni Palatucci”. Ad un girone d’andata esaltante, che i granata “matricola terribile” chiusero a ridosso dei play-off, ne seguì uno di ritorno disastroso, che costò la panchina a Giancarlo Betta. La squadra, affidata al marsalese Angelo Galfano, sembrò risollevarsi dai bassifondi in cui era crollata, ma una pesante penalizzazione di 9 punti, inflitta a seguito di quello che venne chiamato “Caso Montalto”, sembrò far crollare le speranze di salvezza. Uno sconto della penalità, unito ad una serie di risultati positivi, permisero ai granata di disputare i play-out, che vinsero ai danni della Rossanese, in virtù della migliore posizione in classifica (le due squadre avevano pareggiato sia all’andata, sia al ritorno).
Al termine della stagione, Corrado Bonfanti, neo eletto sindaco della città barocca, abbandonò la carica di presidente.


L’ultimo quinquennio fra alti e bassi (2011-2016). La rinuncia alla quarta serie
Rimasto unico presidente del sodalizio, Giovanni Musso decise di rinnovare rosa e staff tecnico. Un Noto nuovo di zecca venne consegnato nelle mani di Angelo Lombardo, ex-vice di Zeman, e di Corrado Conti, vecchia bandiera granata, assunto come nuovo direttore sportivo. Tuttavia, complici gli scarsi risultati e un amore mai sbocciato fra il tecnico licatese e la tifoseria, dalla terza giornata la squadra venne affidata al campano Mario Di Nola. Dopo un iniziale periodo di appannaggio, i granata ingranarono la quinta, trovando in Mauricio Villa e Mario Fontanella la coppia-gol più prolifica della storia del calcio netino. Nonostante la salvezza raggiunta con alcune giornate d’anticipo, la società cacciò Di Nola poco prima dell’ultima giornata. Al suo posto, in panchina sedette il preparatore dei portieri Enrico Etna. I granata chiusero con un rotondo 3-0 ai danni dell’Acireale.
L’inizio della stagione 2012-2013 vide il ritorno di Angelo Galfano, artefice della salvezza raggiunta due stagioni prima. La formazione granata, ancora una volta rifondata, fu protagonista di un inizio da incubo: su otto partite disputate, Montalto e compagni persero sei volte. La totale collisione fra l’ambiente e Galfano portò il presidente Musso a compiere una mezza rivoluzione. A fine ottobre fecero le valigie tecnico e direttore sportivo, a dicembre, più di mezza squadra. Il 24 Ottobre Giancarlo Betta tornò a Noto accolto trionfalmente dalla tifoseria. A dicembre, senza badare a spese, i nuovi DS Ciccarone e Strianese condussero un’importante campagna acquisti volta a salvare il Noto dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Quello che da gennaio, sul campo, i granata ottennero superò le più rosee aspettative: da ultimi, con una impressionante cavalcata, gli uomini di Betta fecero persino meglio della capolista Messina, salvandosi senza passare per i play-out.
Nell’estate del 2013, Giovanni Musso rassegnò le proprie dimissioni. Il consiglio d’amministrazione della società nominò Enzo Maria Storaci suo successore. Un Noto allestito in tutta fretta riuscì a presentarsi, fra mille difficoltà che iniziavano a sopraggiungere, ai nastri di partenza del suo quarto campionato consecutivo in Serie D. La squadra superò le aspettative, sostando per diverse giornate nelle parti alte della classifica, ma una crescente crisi economica e societaria annullò quanto di buono fatto: via Storaci, via metà dello staff dirigenziale e più di mezza squadra, il 23 Dicembre 2013 un Noto ormai allo sbando si presentò ad Agrigento con la formazione juniores, a cui i locali rifilarono sette reti.
Toccato il fondo, si provò a risalire. Con il contributo di diversi imprenditori locali, Strianese e Betta ri-allestirono la squadra granata, che raggiunse in anticipo un’agognata salvezza.
A poche settimane dalla partenza della stagione 2014-2015, il timone della società passò nelle mani di Graziano Zani, ex calciatore ed allenatore granata ai tempi della scalata verso il ritorno in Promozione. In pochi giorni, il direttore sportivo Strianese, al suo terzo anno in granata, e il nuovo tecnico Fabio Di Sole, vecchia gloria della Reggina, allestirono una formazione competitiva. Dopo la quinta giornata, i granata, ultimi ma con la difesa meno battuta del campionato, cambiarono allenatore: approdò a Noto il licatese Pippetto Romano. Fra mille difficoltà logistiche ed economiche, la vittoria dei play-out ai danni della Tiger Brolo (1-0, rete di Cucinotta durante i tempi supplementari) assicurò al Noto la permanenza in quella che, nel frattempo, era diventata la quarta serie nazionale.
Durante la stagione 2015-2016, un giovane Noto allenato da Gaspare Cacciola batté il precedente record di risultati utili consecutivi. La sterilità in attacco, unita all'ennesima crisi societaria, non permisero ai granata di raggiungere obiettivi ben più ambiziosi della dodicesima posizione. Nel luglio dello stesso anno, dopo due mesi di agonia, la compagine granata, sommersa dai debiti, rinuncia a disputare il suo settimo campionato consecutivo in Serie D.


CRONISTORIA

1933: Fondazione di una società conosciuta semplicemente come “Noto
1933-1934: partecipa al campionato ULIC


1944: Fondazione della Società Sportiva Notinese
1944-1945: rinuncia al Campionato Siciliano
1945: ritiratasi, cessa l’attività


1946: Fondazione dell’Unione Sportiva Notinese
1946-1947: 3° nel girone F della Prima Divisione, ammessa in Serie C
1947-1948: 13° nel girone T di Serie C, declassata nel nuovo campionato di Promozione
1948-1949: 8° nel girone O di Promozione
1949-1950: 5° nel girone O di Promozione
1950-1951: 7° nel girone O di Promozione
1951-1952: 7° nel girone O di Promozione, declassata nel nuovo campionato di Promozione Regionale
1952-1953: 5° in Promozione Sicilia
1953-1954: 14° in Promozione Sicilia, retrocessa in Prima Divisione
1954-1955: 13° nel girone B di Prima Divisione Sicilia
1955: cambia denominazione sociale in Unione Sportiva Noto Ducezio
1955-1956: 8° nel girone B di Prima Divisione Sicilia
1956-1957: 5° nel girone B di Prima Divisione Sicilia
1957-1958: 2° nel girone B di Prima Divisione Sicilia
1958-1959: 2° nel girone B Prima Divisione Sicilia
1959: a fine campionato, cessa l’attività


1960: fondazione della Mignosi Noto
1960-1961: 8° nel girone C di Seconda Categoria Sicilia
1961: a fine campionato, cessa l’attività


1963: fondazione dell’Associazione Sportiva Netina
1963-1964: 2° nel girone C di Seconda Categoria Sicilia
1964-1965: 1° nel girone C di Seconda Categoria Sicilia, vincente nello spareggio, promossa in Prima Categoria
1965-1966: 4° nel girone B di Prima Categoria Sicilia
1966-1967: 2° nel girone B di Prima Categoria Sicilia
1967-1968: 1° nel girone B di Prima Categoria Sicilia, promossa in Serie D
1968-1969: 12° nel girone I di Serie D
1969-1970: 16° nel girone I di Serie D, mantiene la categoria grazie al ripescaggio
1970-1971: 18° nel girone I di Serie D, retrocessa in Promozione
1971-1972: 2° nel girone B di Promozione Sicilia
1972-1973: 4° nel girone B di Promozione Sicilia
1973-1974: 13° nel girone B di Promozione Sicilia, perdente nello spareggio, retrocessa in Prima Categoria
1974-1975: 14° nel girone C di Prima Categoria Sicilia
1975-1976: 13° nel girone C di Prima Categoria Sicilia
1976-1977: 5° nel girone C di Prima Categoria Sicilia
1977-1978: 17° nel girone C di Prima Categoria Sicilia, retrocessa in Seconda Categoria
1978-1979: 11° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia
1979-1980: 10° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia


1980: Dalla fusione della Netina con la Franco Mola nasce l’Unione Sportiva Noto
1980-1981: 3° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia
1981-1982: 1° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia, promosso in Prima Categoria
1982-1983: 6° nel girone C di Prima Categoria Sicilia
1983-1984: 10° nel girone C di Prima Categoria Sicilia
1984-1985: 16° nel girone C di Prima Categoria Sicilia, retrocesso in Seconda Categoria
1985-1986: 3° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia
1986-1987: 12° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia
1987-1988: 7° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia
1988-1989: 1° nel girone F di Seconda Categoria Sicilia, promosso in Prima Categoria
1989-1990: 4° nel girone C di Prima Categoria Sicilia
1990-1991: 1° nel girone C di Prima Categoria Sicilia, ammesso al nuovo campionato di Promozione
1991-1992: 2° nel girone B di Promozione Sicilia, finalista play-off
1992-1993: 8° nel girone B di Promozione Sicilia
1993-1994: 13° nel girone B di Promozione Sicilia
1994-1995: 15° nel girone C di Promozione Sicilia, retrocesso in Prima Categoria
1995-1996: 15° nel girone F di Prima Categoria Sicilia, retrocesso in Seconda Categoria
1996-1997: 14° nel girone I di Seconda Categoria Sicilia
1997-1998: 2° nel girone H di Seconda Categoria Sicilia
1998-1999: 8° nel girone G di Seconda Categoria Sicilia
1999-2000: 5° nel girone I di Seconda Categoria Sicilia
2000-2001: 2° nel girone G di Seconda Categoria Sicilia, ripescato in Prima Categoria
2001-2002: 8° nel girone F di Prima Categoria Sicilia
2002-2003: 5° nel girone F di Prima Categoria Sicilia
2003-2004: 10° nel girone F di Prima Categoria Sicilia
2004-2005: 7° nel girone F di Prima Categoria Sicilia
2005-2006: 1° nel girone F di Prima Categoria Sicilia, promosso in Promozione
2006-2007: 3° nel girone D di Promozione Sicilia, finalista play-off
2007-2008: 5° nel girone C di Promozione Sicilia, finalista play-off
2008-2009: 1° nel girone D di Promozione Sicilia, promosso in Eccellenza
Vince la Coppa Italia Promozione – Memorial “Siino”
2009-2010: 2° nel girone B d’Eccellenza Sicilia, perde la finale nazionale play-off, ripescato in Serie D
2010-2011: 14° nel girone I di Serie D
Turno preliminare di Coppa Italia Serie D
2011-2012: 7° nel girone I di Serie D
Turno preliminare di Coppa Italia Serie D
2012-2013: 9° nel girone I di Serie D
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Serie D
2013-2014: 8° nel girone I di Serie D
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Serie D
2014-2015: 13° nel girone I di Serie D
Primo Turno di Coppa Italia Serie D
2015-2016: 12° nel girone I di Serie D
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Serie D



STATISTICHE

Livello

Categoria

Partecipazioni

Debutto

Ultima Stagione

Serie C

1

1947-1948

-

Promozione

4

1948-1949

1951-1952

Serie D

5

1968-1969

2015-2016

Serie D

4

2010-2011

2013-2014

Promozione

5

1952-1953

1973-1974

Eccellenza

1

2009-2010

-



Francesco Testa
Un'esclusiva di Calciolandia Sicilia, basata sulle testimonianze di ex-calciatori e tifosi, e sugli articoli de La Sicilia e Giornale di Sicilia dal 1946 ai giorni nostri.
E' severamente vietata la copia, anche parziale, senza citare la fonte

Edited by tifo-Netino - 27/7/2016, 23:06
 
Top
0 replies since 18/11/2011, 20:25   1145 views
  Share