Calciolandia Sicilia

Gocce di memoria

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view post Posted on 7/1/2009, 14:30

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FONTE Gazzetta dello Sport (28 Maggio 1997)

L'orologio Atletico Catania

Con la cura Morinini la squadra gira alla perfezione: per questo si puo' credere nella B

Tra le novita' della stagione in serie C, entra di diritto l'Atletico Catania. Non perche' la squadra siciliana e' protagonista inattesa in questi playoff, anzi: in estate era stata costruita per vincere, con acquisti importanti, investimenti consistenti e programmi chiari. Pero' la squadra, all'inizio di campionato, non girava, non ingranava e stentava parecchio. Fino a quando, saltata la panchina di Angelo Orazi (7 gare, 7 punti), non e' arrivato colui che puo' essere considerato, in assoluto, una delle principali rivelazioni del campionato: Roberto Morinini. L'allenatore svizzero, grande scommessa dell'Atletico quando ha deciso di puntare su di lui, ha trasformato la squadra, sia tatticamente che psicologicamente, e i risultati si vedono. La sua filosofia e' semplice, e a dire la verita' e' molto "italiana": primo non prenderle, poi se viene un gol si vince. Lo dicono i numeri: L'Atletico, con Morinini, in 27 partite ha fatto 42 punti, con 9 vittorie, 15 pareggi e 3 sconfitte (nessuna in trasferta), segnando 20 reti e subendone soltanto 9. Oltre ad aver inculcato questa mentalita' nella testa dei giocatori, Morinini (che adesso e' richiesto da diverse societa', anche di serie B) ha portato anche qualche novita' tattica, come il difensore Infantino che, dopo l'infortunio di Bugiardini, e' stato spostato davanti alla difesa, garantendo piu' copertura a Favo e Vessella e piu' lanci lunghi per le punte; a proposito degli attaccanti, va detto che Cecchini (7 gol) e Lerda (4) hanno perso 14 giornate. La squadra con Morinini ha avuto una flessione a fine andata, mentre nel ritorno e' stata molto piu' regolare, con una sola sconfitta (in casa con la Nocerina), mantenendo l'imbattibilita' nelle 13 trasferte dopo le 4 sconfitte su 4 di Orazi. Cosi' sono stati conquistati i playoff, un premio anche al lavoro del presidente Franco Proto, il padre di questa squadra nata tra mille polemiche ma arrivata adesso a un bivio molto importante: come tante altre societa', anche la situazione economica dell'Atletico Catania non e' delle piu' rosee e quindi la salvezza potrebbe essere rappresentata proprio dalla promozione in serie B.

L'ALLENATORE - Roberto Morinini, uno svizzero a Catania. Come si sta? "Bene. Puo' sembrare un luogo comune, ma Catania e' bellissima, con gente molto cordiale e non invadente, quindi l'ideale per uno svizzero, che e' molto formale". - Lei ha stupito l'Italia quando con il Lugano ha eliminato l'Inter. Vincere un campionato di C1 a Catania e' piu' facile o piu' difficile? "Vincere e' sempre difficile, ma un campionato o una promozione e' meglio, perche' si ottiene grazie a una continuita' di risultati. A San Siro e' stato un episodio". - La sua filosofia e' primo non prenderle, infatti l'Atletico ha la miglior difesa del campionato. "Io cerco giusti equilibri, cerco di coprire bene gli spazi per non subire gol e per cercare di farli ripartendo in velocita'. Cerco il possesso di palla, la ricerca di ritmi alternati in partita". - Ha fatto fatica a conoscere il girone B della serie C1? "Non conoscevo nulla. Vedevo spesso il girone A, a Como, e basta. Per me e' stata una grande sorpresa trovare questo agonismo e questa passionalita". - Giocate contro il Savoia, che e' arrivato davanti a voi. "Direi che c'e' molto equilibrio tra di noi, visti i due 0 - 0 in campionato (ma all'andata io non c'ero). Pero' i playoff esulano dal campionato, non c'e' tempo per rimediare. E' fondamentale avere un giusto approccio alle partite". - In Svizzera i playoff ci sono da tempo, lei e' favorito... "Certo, li ho fatti spesso, durano di piu'. Con il Lugano sono arrivato secondo in serie A, con il Locarno primo in serie B". - Le piace questa formula? "Molto interessante. E' giusto premiare la prima e dare un vantaggio di classifica alle altre. Cosi' tutti sono concentrati fino alla fine e anche il pubblico, oltre ai giocatori, e' piu' attento"

LA CURIOSITA' Una citta', due playoff. Catania e' la citta' piu' coinvolta in questa fase finale del campionato. L'Atletico in serie C1, il Catania in C2. Le due formazioni cittadine si giocano entrambe la promozione e quindi l'entusiasmo e' alle stelle. Con un unico protagonista comune: il vecchio stadio Cibali. L'analogo piazzamento in campionato (quarto posto) per le due squadre etnee aveva creato un intoppo nel calendario: entrambe infatti avrebbero dovuto giocare in casa la gara d'andata, in programma per domenica. Cosi' e' intervenuta la Lega di serie C, che ha dovuto fare un sorteggio, mettendo tutti d'accordo: il Catania anticipa a sabato pomeriggio la prima partita con la Turris, mentre l'Atletico (che avrebbe anticipato volentieri a sabato sera se il Savoia avesse accettato questo orario) giochera' regolarmente domenica pomeriggio contro il Savoia. Sempre al Cibali. Cosi' il vecchio stadio si prepara a una due giorni di fuoco. Le due sfide infatti avranno un largo seguito sugli spalti: si parla addirittura di quasi 20.000 presenze per sabato (anche se in C2, il Catania e' la squadra che ha piu' seguito tra i tifosi, anche in provincia e nel resto dell'Italia) e di circa 8.000 per domenica (che comunque e' un bel successo per il piu' giovane Atletico, che ha molti appassionati soprattutto tra gli studenti). La capienza dello stadio e' eccellente (quasi 22.000 posti), ma la struttura e' ancora fatiscente e dovra' sopportare uno sforzo notevole, essendoci tuttora un cantiere; sta per essere completata comunque la parte abbattuta e poi ricostruita, quindi il Cibali sara' all'altezza. Ma almeno, dopo tante traversie e tante polemiche, il glorioso stadio di Catania tornera' a rivivere il clima della festa, per incontri che possono valere una (o anche due) promozione.




FONTE Gazzetta dello Sport (30 Maggio 1997)

Atletico e Catania insieme tra auguri, riti e battute

CATANIA - (g.f.) Atletico e Catania per la prima volta sotto lo stesso tetto. Il club della stampa ha ospitato ieri mattina un veloce faccia a faccia tra le due squadre alla vigilia dei playoff per la promozione in B e in C1. Moderatore l'assessore regionale allo sport Nino Strano, che per spezzare l'atmosfera di tensione agonistica ha regalato al presidente Proto e alla dirigente Russo un pacco di sale ciascuno: "Spargetelo in campo, portera' bene". Proto ha augurato al Catania la promozione in terza serie: "Cosi', se a noi andra' male, l'anno venturo faremo 6 punti con voi". La replica di Russo: "Sarebbe una magra consolazione, visto che noi siamo abituati a perdere i derby ma a vincere i campionati". Signorile come sempre il tecnico Morinini: "Lo sport a Catania trionfera' solo quando i ragazzi avranno la possibilita' di scegliere quale disciplina praticare. Se Catania non riuscira' a far questo, le promozioni rappresenteranno ugualmente una sconfitta". Da oggi intanto l'Atletico va in ritiro ad Acireale.





FONTE Gazzetta dello Sport (2 Giugno 1997)

L'Atletico Catania attacca ma non punge. Il Savoia porta a casa un pareggio d'oro

I siciliani si affidano alle conclusioni da fuori area, ma i campani replicano con un pressing asfissiante a tutto campo. L' Atletico recrimina per un fallo di mano in area

Semifinale Playoff Andata - Atletico Catania vs Savoia 0-0

ATLETICO CATANIA: Squizzi; Bonadei, Modica; Infantino (dal 28' s.t. Sandri), Paschetta, De Sensi; Favo, Ortoli (dal 40' s.t. Moro), Cecchini, Vessella, Lerda. (12 Lucenti, 13 Cavataio, 15 Babuin, 16 Anastasi, 18 Gianguzzo). All. Morinini.

SAVOIA: Morrone; Porchia, Compagno; De Rosa, Veronese, Cecchi; D'Antimi, Marasco, Carruezzo, Scaringella (dal 36' s.t. Barbera), Landini (dal 30' s.t. Stefani). (12 Corcione, 13 Amore, 15 Ambrosino, 16 De Silvestro, 17 Montesano). All. D'Arrigo.

ARBITRO: Castellani di Verona.

NOTE: spettatori 10.000, di cui 9.000 circa paganti per un incasso di L.21.000.000. Ammoniti: Scaringella, Marasco, De Sensi, Lerda e De Rosa. Angoli 4 - 2 per il Savoia.

CATANIA - Vietato segnare. Dev'essere la maledizione del "Cibali" che nei 2 playoff giocati in 24 ore rimane all'asciutto di gol. In compenso il campo e' bagnato da un'improvvisa pioggia che rende il rettangolo di gioco piuttosto pesante con la palla che schizza via come una saponetta. Lo 0 a 0 e' nel destino di queste due squadre che anche in campionato avevano terminato a reti inviolate entrambi i confronti. Si potrebbe anche dire che il verdetto e' esatto, se non ci fosse il grosso sospetto di un rigore non concesso all'Atletico dopo 12' per un fallo di mani di Porchia, apparso piuttosto netto, su cross in area di Cecchini. Per il resto, siciliani e campani si equivalgono sia sul piano delle occasioni che su quello del gioco. Questo pareggio favorisce di gran lunga gli ospiti che potranno contare sul fattore campo nel confronto di ritorno al San Paolo di Napoli dove i torresi accorreranno in massa: si parla di 10.000 tifosi al seguito. E non solo: alla formazione di D'Arrigo (ex atletista solo un anno fa) bastera' anche un altro pareggio in forza del miglior piazzamento nella regular season. Agli etnei, quasi sempre in affanno in casa durante l'arco della stagione, manca la forza penetrativa: le loro poche occasioni da rete infatti arrivano tutte su conclusioni da fuori area. Agli ospiti, che non si limitano ad un puro gioco di contenimento, fa difetto la mira come dimostra Carruezzo sbagliando una comoda occasione da gol. Schieramenti in campo quasi speculari: zona totale con il classico 4 - 4 - 2. L'unica distinzione e' a centrocampo dove gli atletisti approntano una sorta di rombo con Infantino centrale davanti alla difesa, Ortoli a destra, Vessella a sinistra e Favo piu' avanti sulla stessa direttrice di Infantino; mentre i torresi dispongono in linea Scaringella, Cecchi, Marasco e D'Antimi. Parte meglio l'Atletico che s'impossessa subito del pallino e si fa pericoloso in un paio di circostanze: con l'azione del presunto rigore prima e successivamente con una punizione bomba di Lerda che s'infrange contro la traversa. Lo stesso centravanti catanese poco dopo lascia partire un proiettile dalla distanza che Morrone neutralizza in due tempi. Ed e' a questo punto che il Savoia capisce di dover serrare le fila e ci riesce attuando un pressing asfissiante a tutto campo che chiude i possibili varchi, frustrando le iniziative siciliane. I campani crescono nella parte finale del tempo e con D'Antimi si procurano un paio di buone occasioni non adeguatamente sfruttate. In pieno recupero poi e' bravo Squizzi a sventare in uscita una pericolosa incursione di Scaringella. L'Atletico e' carente sulle fasce: a sinistra ci prova di tanto in tanto Modica ma i suoi cross dal fondo non colgono mai in fallo la difesa avversaria. Inesistente invece la fascia sinistra, meglio farebbe Morinini ad anticipare l'ingresso di Moro (entrato solo al 40') magari al posto dell'evanescente Ortoli che nella circostanza non fa la punta effettiva, ma parte (si fa per dire) dalla linea mediana. L'unico tiro rossazzurro dentro i 16 metri e' di Modica ma Morrone risponde egregiamente. Sull'altro versante Landini e Scaringella appena possono alleggeriscono la pressione avversaria affondando sulla retroguardia non sempre attenta degli etnei: un lancio del primo pesca Carruezzo che si libera con estrema facilita' di De Sensi ma non riesce ad approfittare della totale liberta' e scaraventa maldestramente a lato. Il punteggio rimane sullo 0 - 0 che e' d'oro per il Savoia.

CATANIA - (g.f.) "Avremmo potuto vincere, visto che in campo abbiamo dominato l'avversario". Usano le stesse parole Roberto Morinini e Francesco D'Arrigo, i due tecnici protagonisti: "Era difficile giocare i 90' al ritmo forsennato dei primi 20' - aggiunge l'allenatore dei locali -, ho schierato Ortoli invece che Moro sulla destra a sostegno delle punte perche' e' piu' abile nel gioco veloce sugli spazi stretti". D'Arrigo replica: "Ci siamo confermati pericolosi in attacco con Carruezzo, con un pizzico di fortuna avremmo sbloccato il risultato. La qualificazione? No, non mi sento gia' in finale. Fuori casa l'Atletico Catania gestito da Morinini ha subito solo due gol, non ha mai perso. Ecco perche' lo 0 - 0 conquistato al Cibali non mi esalta piu' di tanto". L'attaccante dell'Atletico Franco Lerda recrimina per la traversa colpita nel primo tempo. "Ho calciato bene la punizione da fuori area. La palla, a portiere battuto, ha toccato la traversa interna. Che sfortuna, quel gol avrebbe premiato i nostri sforzi e il nostro gioco convincente". Il migliore del Savoia, Carruezzo, regge il confronto verbale: "Anche io avrei potuto far gol, e' stato bravo Squizzi in due occasioni a salvare". Spettacolo inedito per l'Atletico, la presenza di 10 mila persone allo stadio: "E' la conferma - dichiara il presidente Franco Proto - che la gente di Catania ha "sposato" la nostra filosofia di intendere il calcio. Il premio piu' bello al nostro lavoro".
 
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luigicalvo
view post Posted on 7/1/2009, 15:08




davvero belli questi articoliiii...fanno ricordare gli anni d'orooo..:) e comunque 10.000spettatatori azzz alla faccia eheh
 
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view post Posted on 18/1/2009, 10:12

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FONTE Gazzetta dello Sport (4 Giugno 1997)

Catania, l'esodo della speranza

Torna l'entusiasmo: i tecnici Morinini e Mei invitano tutti in Campania nonostante i pareggi interni dell' andata, Atletico e Catania credono di poter andare a vincere domenica in trasferta rispettivamente contro Savoia e Turris. Anche perche' sanno che al seguito avranno una larga schiera di sostenitori

CATANIA - Hanno vite parallele Atletico e Catania, in una settimana decisiva per il futuro dello sport cittadino e per il rilancio anche sociale di un centro che manca da anni dal calcio di alto livello. I pareggi interni senza gol rispettivamente contro Savoia e Turris, nell'andata dei playoff (C1 - B e C2 - C), non freneranno l'esodo dei tifosi, separati in casa, ma uniti dall'amore per la propria squadra del cuore. Le coincidenze non sono mai troppe in questa stagione, giunta al clou. L'Atletico cerchera' il pass per la finale recandosi al San Paolo; il Catania lottera' per violare il campo della Turris. Napoli e Torre del Greco distano pochi chilometri e sono pronte ad accogliere oltre 20.000 tifosi siciliani. Molta gente si spostera' con mezzi propri, mentre i sostenitori organizzati stanno allestendo treni e anche aerei. L'Atletico in campionato ha ottenuto 6 vittorie esterne battendo Fermana, Sora, Lodigiani, Avellino, Ischia e Giulianova; non ha mai perso e ha preso solo 2 gol: un'autorete ad Avellino, un rigore ad Acireale. Il tecnico Roberto Morinini regala tranquillita' a giocatori e simpatizzanti: "Il nostro gioco non cambiera', cercheremo i varchi giusti per vincere lo scontro cosi' come abbiamo fatto in situazioni difficili nel corso della stagione. In attacco il recupero di Lerda e Cecchini mi da' ampie garanzie". Se l'Atletico si mostra ottimista, in casa Catania il campionato non ha regalato alla squadra trasferte trionfali. Ma il tecnico Giovanni Mei, dopo il pareggio di sabato, ha dichiarato: "Lo 0 - 0 mi sta bene, fuori casa disputeremo una gara votata all'offensiva. Andremo insomma con una mentalita' giusta e poi non saremo soli, visti i tifosi". Proprio a Torre del Greco in campionato il Catania ha subito una batosta. Era stata la seconda sconfitta consecutiva (2 - 0) dopo il k.o. di Matera ma Mei, invece di abbattersi, riusci' a trovare la spinta per riorganizzare le fila e puntare alla riscossa. Che arrivo' puntualmente, visto che alla fine del campionato i rossoazzurri sono riusciti ad arrivare ai playoff. Fiducia nei propri mezzi, ottimismo e tifosi in gran numero. Atletico e Catania vanno di pari passo alle vigilia delle trasferte. Trentamila persone in due giorni di calcio ospitati al Cibali rappresentano il fatto nuovo in una citta' che negli ultimi anni aveva un po' snobbato il lavoro dei dirigenti dei due club. Si risvegliano tutti: studenti, lavoratori, disoccupati. E se per il Catania e' una storia che si ripete (nessuno potra' dimenticare l'esodo dei suoi sostenitori a Roma in occasione degli spareggi per l'ultima promozione in serie A: era il 25 giugno 1983), l'Atletico vive il momento piu' bello degli ultimi 4 anni, dopo il trasferimento della societa' da Lentini a Catania: "Abbiamo cominciato con una base di 500 persone - ricorda Franco Proto, il presidente dell'Atletico - mentre adesso siamo arrivati a quota 10.000, una "punta" di presenze che vorremmo confermare guadagnando il pass per la finale di questi playoff". Aggrappati ai tifosi sono anche i dirigenti del Catania di C2. "Il pubblico e' la nostra forza - affermano i dirigenti Angelo Russo e Filippo Conti -, al primo anno di attivita' dopo la scomparsa di Angelo Massimino le difficolta' di gestione non sono mancate. Lavorare senza averlo accanto e' stato difficile per tutti. La fiducia della gente pero' ci ha spinti a non mollare e adesso siamo qui a giocarci la serie C1". L'eredita' di Massimino e' stata raccolta dalla moglie, Grazia Codiglione, presidentessa e tifosa al punto da assistere alle partite dalla "storica" curva Sud: "Questi ragazzi della curva mi hanno fatto capire il perche' mio marito si ostivana a logorarsi la vita per il pallone". Catania dunque prepara le valigie. L'esodo in Campania sara' una tappa di avvicinamento al traguardo promozione e l'ultimo viaggio illusorio? Comunque vada, il campo potra' anche togliere la B all'Atletico e la C1 al Catania. Ma ai loro tifosi, la passione restera' comunque.

Quel boom di pubblico col Cibali protagonista.

Il record del primo anno e' praticamente imbattibile. Ma in questa edizione di playoff e playout il risultato e' molto positivo: 87.000 spettatori in 20 partite, per una media di 4.350 presenze a partita. Molto piu' delle ultime due stagioni, quelle che comprendono anche la serie C2: media di 3.400 spettatori nel 1994 / 95, di 3.170 nel 1995 / 96. Quanto avvenuto in occasione della stagione 1993 / 94, con la sola C1 in campo, e' invece ineguagliabile. Con partite come Bologna - Spal e Salernitana - Lodigiani, piu' le gare di Como, Mantova, Reggina e Juve Stabia, hanno seguito le 18 partite di quei playoff e di quei playout (in ballo Empoli, Alessandria, Massese, Spezia, A. Leonzio, Chieti, Siracusa e Nola) in tutto 181.000 spettatori, per una media di 10.050 presenze a partita. Storico. Quest'anno le 8 partite di C1 sono state viste in tutto da 30.200 spettatori (media 3.775 a partita) e le 12 di C2 da 66.800 (media 5.566). Un boom, quello della serie C2, dovuto alle due partite del girone C: 17.000 spettatori sabato sera per Catania - Turris, 20.000 domenica per Catanzaro - Benevento. Sui campi del Nord, in C1 e in C2, e' stata registrata una larga affluenza rispetto alla media registrata durante il campionato, ma comunque non c'e' stato nulla di clamoroso. Certo, il maltempo ha influito tenendo a casa alcune migliaia di spettatori, ma comunque da citta' come Saronno e Monza (2.500 a testa), nonostante l'appuntamento fosse quello con i playoff per la B, non si puo' pretendere di piu'. Nel dettaglio della C1, i playoff del girone A hanno avuto solo 1.000 spettatori in piu' rispetto ai playout, mentre i 15.200 spettatori dei playoff del girone B sono di gran lunga piu' dei 6.000 dei playout. Anche qui la differenza l'ha fatta Catania, con i 10.000 di domenica per Atletico - Savoia, record della giornata per la C1. In due giorni al "Cibali" sono accorse 27.000 persone. Ma non hanno visto gol.
 
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luigicalvo
view post Posted on 18/1/2009, 14:30




bei tempi e bei ricordi per voi..che spero potrete rivivere perchè lo meritateee!!!
 
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view post Posted on 18/1/2009, 14:33
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Calciolandese Puro

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UNA SOLA FRASE "FORZA ATLETICO CATANIA"

:3: :3: :3:
 
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luigicalvo
view post Posted on 19/1/2009, 14:24




concordo
 
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BandAtletista
view post Posted on 22/2/2009, 19:11




Grazie Alcamese e Luigi. Gli atletisti non moriranno mai.
 
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luigicalvo
view post Posted on 24/2/2009, 15:06




bravi giusto così;) ritornerete grandi!
 
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view post Posted on 22/5/2009, 14:56

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FONTE Gazzetta dello Sport (9 Giugno 1997)

Ancona-Savoia è da copione

SAVOIA - ATLETICO CATANIA. La squadra di D'Arrigo vince con merito grazie alla giornata di grazia di Carruezzo: nasce da lui l'azione del gol di Landini. Il Savoia non ha poi faticato per controllare la reazione dei siciliani.

Semifinale playoff ritorno

Savoia - Atletico Catania 1-0

MARCATORE: Landini al 13' p.t.

SAVOIA: Morrone, Porchia, Compagno; De Rosa, Veronese, Cecchi; D'Antimi (Barbera dal 38' s.t.), Marasco, Carruezzo, Scaringella (Amore dal 35' s.t.), Landini (Stefani dal 26' s.t.) (12 Corcione, 15 Ambrosino, 16 De Silvestro, 17 Montesano). All. D'Arrigo.

ATLETICO CATANIA: Squizzi; Bonadei (Anastasi dal 7' s.t.), Modica; Favo, Paschetta, De Sensi; Moro, Ortoli (Gianguzzo dal 7' s.t.), Cecchini, Vessella (Sandri dal 21' p.t.), Lerda. (12 Lucenti, 13 Cavataio, 14 Babuin, 15 Infantino). All. Morinini

ARBITRO: Pizzini di Verona.

NOTE: spettatori paganti 7612 per un incasso di L. 125 milioni. Espulso Cecchini per doppia ammonizione; ammoniti: D'Antimi, Favo, Veronese, Paschetta, Moro. Angoli: 4 - 1 per l'Atletico Catania.

DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - Avanti, Savoia. La squadra di D'Arrigo approda meritatamente in finale, l'Atletico Catania si arrende alla squadra piu' forte. Il verdetto del San Paolo e' inappellabile e la formazione campana ieri, rispetto ai catanesi, e' sembrata superiore per brillantezza, saggezza tattica e abilita' tecnica dei suoi uomini piu' rappresentativi nei duelli uno contro uno. Gli esterni Scaringella e D'Antimi sono stati una spina nel fianco della difesa e Carruezzo il solito trascinatore. Non a caso la rete che ha sbloccato la gara e' nata da una sua percussione sulla fascia sinistra al 13' del primo tempo. L'attaccante campano lanciato da Marasco ha superato con uno stretto dribbling in area De Sensi e al suo tiro si e' opposto col corpo il portiere Squizzi in uscita, ma la palla si e' impennata e Landini solo soletto di testa ha infilato a fil di palo. Sbloccato il risultato i torresi hanno potuto amministrare la gara, senza mai prestare il fianco alla manovra troppo farraginosa e difficilmente priva di sbocchi in avanti degli avversari. L'Atletico Catania doveva solo vincere per cercare di agguantare la finale, e il tecnico siciliano Morinini all'inizio ha schierato una squadra piu' offensiva togliendo Infantino (play davanti alla difesa) e mandando in campo Ortoli a destra, con Moro mediano accanto a Favo, Vessella a sinistra e Cecchini e Lerda punte. Ma questo atteggiamento tattico non si e' rivelato all'altezza, anche perche' Moro in quella posizione ha faticato tanto e solo quando e' potuto partire sulla fascia ha creato qualcosa di buono. Inoltre Morinini ha tolto Vessella dopo 21' in quanto il centrocampista non era in buone condizioni. D'Arrigo ha riproposto invece la stessa squadra che ha pareggiato nella prima sfida del Cibali. Un 4 - 4 - 2 classico con De Rosa regista difensivo, Marasco leader a centrocampo e Scaringella micidiale sulla corsia di sinistra dove Bonadei e Ortoli faticavano a tenerlo. I campani gia' al 4' hanno avuto una buona occasione con un tiro di Scaringella qualche metro dentro l'area parato a terra da Squizzi, mentre Carruezzo (7') e D'Antimi (8') hanno fatto le prove del gol che e' arrivato al 13' con Landini. Una volta in vantaggio i bianconeri non si sono chiusi ed hanno continuato a spingere. E al 22' lo scatenato Carruezzo con un diagonale di sinistro ha fatto venire i brividi ai siciliani. La squadra di Morinini non ha saputo conquistare il centrocampo dove Favo e il nuovo entrato Sandri hanno perduto i duelli con Cecchi e Marasco, cosi' gli attaccanti hanno avuto pochi palloni giocabili. Su uno di questi al 25', combinazione Bonadei - Ortoli e cross in area, Cecchini ha anticipato di testa Porchia ma la palla e' finita fuori. Lo stesso centravanti ha poi vivacemente reclamato un rigore per una trattenuta di Porchia in area al 37'. Nella ripresa il Savoia si sistema tranquillo nella meta' campo e aspetta che sia l'Atletico a fare la partita. Morinini le tenta tutte: sposta Ortoli a sinistra e Moro diventa esterno destro, poi mette in campo il vivace Gianguzzo e Anastasi nella zona di Scaringella. L'Atletico ci prova con un sinistro di Lerda dal limite al 15', mentre al 25' su traversone di Moro, Veronese forse tocca col braccio in area e l'azione dei siciliani s'interrompe. Il tentativo di pressing dei catanesi e' ammirevole, ma mancano le idee e la forza col passare dei minuti. Al 26' c'e' un tentativo di Lerda e 1' dopo e' bravo il portiere Morrone ad anticipare di pugno De Sensi pronto a colpire di testa. Il Savoia si fa vedere al 40' con un tiro di Barbera. La gara si chiude con una botta di Gianguzzo su punizione. Poi il Savoia fa festa. -----------------------------------------------------------------
D'Arrigo: "La tranquillita' vincente" Il tecnico del Savoia e' soddisfatto: "Bravi i ragazzi a gestire una partita difficile". Il presidente Moxedano ringrazia i tifosi

NAPOLI - Ora per il Savoia il traguardo della promozione e' davvero vicino: contro l'Ancona si presentera' una squadra in splendide condizioni psicofisiche. Sta anche qui, oltre che nella continuita' e nella grande determinazione, il segreto del successo sull'Atletico Catania. Per Francesco D'Arrigo si tratta di soddisfazione doppia. Il tecnico toscano chiude definitivamente il conto con la sua ex squadra e lancia un avvertimento all'Ancona: "Sara' un avversario difficilissimo, ma dobbiamo vendicare la doppia sconfitta subita in campionato. Direi che questo precedente ci offre uno stimolo in piu': sara' senz'altro per noi la partita della resa dei conti". D'Arrigo fa un grande elogio ai suoi giocatori: "Hanno recitato la parte secondo copione. Sono stati bravi a giocare una gara difficilissima e a gestirla poi con assoluta tranquillita'. Ecco, era proprio nei minuti iniziali che volevamo chiudere la partita. Ci siamo riusciti e l'unico rammarico resta quello di non aver centrato il raddoppio nelle diverse occasioni avute nel primo tempo". "Nella ripresa, poi - continua il tecnico del Savoia - abbiamo rinunciato al pressing, cercando di chiudere tutti gli spazi all'Atletico Catania". Una grossa soddisfazione anche per il presidente Mario Moxedano. L'ex azionista del Napoli, dall'anno scorso ai vertici della societa' di Torre Annunziata, e' restato positivamente sorpreso dalla massiccia partecipazione del pubblico: "Vedere tanti tifosi ci ripaga degli sforzi e dei sacrifici di una stagione. Portare alla finale una squadra che non ha uno stadio proprio e' stata un'impresa straordinaria. Ora ci aspetta l'ultimo impegno: sara' una vera lotteria la sfida con l'Ancona. Speriamo, pero', che stavolta la fortuna ci assista un po' di piu". Tra i pilastri della retroguardia del Savoia, sicuramente Simone Veronese. Il giovane difensore, scuola Inter, ma di proprieta' del Cagliari, fa professione di modestia: "Devo imparare ancora molto. Non so se sono stato tra i migliori in campo. Devo fare ancora molta strada. Vorrei, possibilmente dopo aver centrato la promozione in B col Savoia, ritornare al Cagliari e dimostrare a qualcuno che valgo qualcosa". Eupremio Carruezzo ha il gran merito di aver ispirato il gol - vittoria di Landini. Il capocannoniere del girone lamenta una forte contusione a un ginocchio, procuratasi nello scontro col portiere avversario: "Domattina (oggi, ndr) mi sottoporro' ad esami radiografici, ma spero che non ci sia niente di rotto. Alla finale voglio proprio esserci".




FONTE Gazzetta dello Sport (25 Giugno 1997)

Morinini fugge da Catania

Il tecnico dell'Atletico ad Avellino con il ds Nucifora; Morinini ha poi spiegato: " non credo di avere garanzie valide per un lavoro ad alto livello " ; al suo posto, si parla di Bianchetti, Arcoleo e Foti

CATANIA - Hanno preparato i bagagli in fretta e furia lasciando l'albergo alle 5.30 del mattino, quasi fossero due clandestini in fuga. Il tecnico Roberto Morinini e il direttore sportivo Enzo Nucifora hanno voltato le spalle all'Atletico Catania accordandosi con l'Avellino. E' successo tutto 24 ore dopo il comunicato ufficiale dell'Atletico, nel quale si annunciava trionfalmente il rinnovo del contratto all'allenatore di Bellinzona, chiamato a sostituire Angelo Orazi dopo la settima giornata dello scorso torneo e capace di portare la squadra fino ai playoff per la B (sconfitta contro il Savoia in semifinale). Il colpo di scena e' diventato di dominio pubblico poco prima delle 13.30. Morinini ha telefonato al presidente Franco Proto in sede, dicendo: "Mi scusi, ma ho deciso di non stare piu' a Catania. Mi dispiace, ho riflettuto, sono arrivato alla conclusione di non avere garanzie valide per un lavoro ad alto livello". Secondo Proto, il tecnico pochi giorni prima gli avrebbe riferito di aver rinunciato alla proposta del Cosenza avendo con lui "un impegno sulla parola". Il riferimento alla mancanza di garanzie, e' soprattutto dovuto alla struttura di allenamento: Morinini a fine stagione aveva chiesto alla societa' di far sistemare l'impianto di Zia Lisa. Ieri l'altro, al rientro a Catania, Morinini si e' subito trasferito dall'aeroporto di Fontanarossa al malconcio campetto. E s'e' sfogato: "Ho ritrovato tutto come prima, in un mese non e' stato sistemato nulla. Eppure mi avevano promesso il contrario". Ecco cosa potrebbe aver spinto Morinini a salutare Catania. Con lui va via anche il direttore sportivo Enzo Nucifora, che ieri l'altro era apparso molto piu' incerto del tecnico e con precedenti proprio ad Avellino, dove ottenne una promozione in B nel 1994 - 95. All'Atletico non ci sarebbe piu' stato posto per lui, visto che in autunno il vicepresidente Marcello Pitino aveva frequentato il corso di direttore sportivo, guadagnando l'attestato che gli permettera' di assumere l'incarico. Dalla sede dell'Atletico Catania, dopo questa doppia fuga, arrivano solo reazioni di stupore e di rabbia che si evincono dalla viva voce dei dirigenti e dal contenuto di un comunicato stampa. Alle 17.25 la societa' ha diffuso un messaggio del presidente: "Sono rimasto stupito perche' il giorno prima, al termine di un lungo incontro tecnico - programmatico, avevo messo a punto tutti gli impegni per il campionato 1997 - 98 ufficializzando un accordo gia' comunque preso dieci giorni prima grazie a un colloquio telefonico da Lugano. Mi rimane il piacere di aver dato a Morinini la possibilita' di lavorare in Italia e di portarsi all'attenzione del calcio nazionale". Verso sera, Proto ha ribadito il suo rammarico entrando nel dettaglio dicendo: "Siamo stati traditi. Per 15 giorni abbiamo lavorato con Morinini, abbiamo discusso di acquisti e cessioni, fatto arrivare il preparatore atletico e quello dei portieri che Morinini gradiva, studiato il programma per la prossima stagione nei dettagli. Eravamo d'accordo su tutto. Invece se n'e' andato". Il presidente Proto, a proposito della notizia della firma di Morinini per l'Avellino, ha aggiunto: "L'allenatore, alla presenza del direttore sportivo Nucifora e del vice presidente Pitino, aveva ascoltato il testo del comunicato stampa che avevamo intenzione di diffondere e che in realta' abbiamo diffuso". Secondo Morinini e Nucifora, invece, le cose non starebbero cosi'. Dice il d.s.: "Con l'Atletico eravamo d'accordo, e' vero, ma sulla parola. Non capivamo perche' la societa' tentennava a farci firmare i contratti. Morinini s'e' sfogato con me, lamentandosi anche per il campo. E cosi', siccome Sibilia (presidente dell'Avellino, ndr) continuava a chiamarmi, abbiamo deciso di andare da lui per un colloquio. Siccome la sua proposta e' stata ottima, abbiamo accettato". Si parla di 250 milioni a Morinini (contro i 120 dell'anno prima) e di 120 a Nucifora. Raggiunto l'accordo, Morinini e' tornato a Catania per fare i bagagli. Proto e Pitino invece si sono messi subito al lavoro per cercare di trovare un sostituto. Sono stati fatti i nomi di Rosario Foti, tecnico dell'Acireale e vecchio pallino di Proto, e di Ignazio Arcoleo, ex tecnico del Palermo, ma legato da un robusto contratto con la societa' rosanero. Alle 17.40 e' arrivato in sede Salvo Bianchetti, ex tecnico della Spal, catanese d'origine e alla guida dell'Atletico Catania tre stagioni addietro. Il colloquio e' durato parecchio, alla fine non e' trapelato nulla. Visto quel che era successo poche ore prima...




FONTE Gazzetta dello Sport (19 Luglio 1997)

A Catania le regole di Foti: "Gruppo con cuore e grinta"

CAMERINO - Cartoline da Camerino: sulla roccia dell'Appennino marchigiano, a 661 metri d'altitudine, l'Atletico Catania vuole scrivere il proprio destino nel prossimo campionato di C1. E' una sfida giocata sull'entusiasmo e l'esperienza della scorsa stagione. Quei playoff centrati e poi volati via in semifinale sono un ricordo ormai sbiadito. Si ricomincia. Perche' il nuovo allenatore, Rosario Foti, il "professore", vuol ritagliarsi uno spazio in paradiso, tra gli eletti dell'alta classifica, subito. Le speranze e le ambizioni del nuovo corso rossoblu' sono affidate al suo lavoro e alla sua semplicita'. Foti nell'Atletico delle rivoluzioni ci crede, eccome. E lancia subito un primo traguardo: "Ho bisogno di 40 - 45 giorni per avere l'Atletico che voglio - spiega -. Una squadra compatta, unita, tutto cuore e aggressivita'. Sono arrivati nuovi elementi, tutti di qualita', c'e' una difesa da ricostruire per intero, c'e' molto lavoro da fare, ma sono ottimista. L'Atletico puo' andare lontano". Una squadra rivoluzionata, o quasi. In porta Amato (in prestito dal Cosenza, dopo l'ultima stagione al Palermo) sostituisce Squizzi, passato alla Lucchese. La difesa ruota attorno al veterano Infantino, coi nuovi arrivi di Dossi (dal Brescia), Mancini (Benevento), il giovane Pittilino (Udinese), Savio (Giulianova) e Lambertini (Casarano). Il centrocampo e' affidato al leader Favo, a cui daranno man forte l'acquisto Beltrami (Brescia) e i confermati Moro, Sandri e Matinella. L'attacco e' pirotecnico, con l'esuberanza del rientrante Umberto Marino (Gualdo) e l'apporto dei confermati Cecchini e Lerda. Obiettivo minimo: i playoff. Quello malcelato la serie B, a tutti i costi. Ma il saggio Foti avverte: "Non e' facile. Il campionato e' equilibrato, la concorrenza spietata. Il Savoia, il Cosenza e l'Avellino paiono le piu' organizzate sino a questo momento. Poi c'e' l'Atletico e, a ruota, Palermo, Acireale e Ischia. Sono soddisfatto dei giocatori a disposizione: l'importante sara' partir bene, poi sara' questione di continuita". Ieri sera i rossazzurri hanno raggiunto il ritiro di Camerino. Oggi le prime due sedute di allenamento, mattina e pomeriggio. ----------------------------------------------------------------- In porta c'e' Amato E' tornato Marino Sono 24 i giocatori a disposizione di Foti, che guidera' gli allenamenti a Camerino sino al 10 agosto. PORTIERI: Amato, Lucenti e Villari. DIFENSORI: Dossi, Infantino, Mancini, Pittilino, Salvo, Savio, Zangara, Di Maio e Lambertini. CENTROCAMPISTI: Beltrami, Favo, Matinella, Moro, Patti, Sandri e Silvestri. ATTACCANTI: Cecchini, Gulino, Lerda, Marino e Sicali. ALLENATORE: Rosario Foti.




FONTE Gazzetta dello Sport (18 Agosto 1997)

Verona, uno scatto atletico

I veneti soffrono e solo a sette minuti dalla fine piegano l'Atletico Catania. Giandebiaggi segna il gol della vittoria gialloblu' che punisce oltre misura un Atletico Catania piu' generoso e brillante, che a tempo scaduto ha sfiorato il pareggio. Il Verona aveva colpito un palo con De Vitis, incidenti tra le due tifoserie prima della gara.

1^ Turno andata Coppa Italia

Atletico Catania - Hellas Verona 0-1

MARCATORE: Giandebiaggi al 38' s.t.

ATLETICO CATANIA (4 - 3 - 3): Amato; Savio, Infantino, Cuicchi, Dossi (Mancini dal 17' s.t.); Moro, Beltrami, Sandri; Marino, Cecchini, Lerda (Gulino dal 36' s.t.). (Lucenti, Pittilino, Matinella, Patti, Silvestri). All.: Foti.

VERONA (1 - 3 - 4 - 2): Iezzo; Lucci; Siviglia, Baroni (Serao dal 29' s.t.), Vanoli; Manetti, Giandebiaggi, Corini, Amerini (Binotto dal 1' s.t.); De Vitis, Aglietti (Giunta dal 21' s.t.). (Zommer, Monetta, Ghirardello, Gonnella). Allenatore: Cagni.

ARBITRO: Gambino di Barletta.

NOTE: spettatori 2.500 circa di cui 1.998 paganti per un incasso di 34 milioni. Angoli 4 - 2 per l'Atletico. Ammoniti: Cecchini, Beltrami, Infantino. Incidenti prima del confronto nell'antistadio fra tifosi delle opposte fazioni. Nessuna conseguenza anche per il pronto intervento delle forze dell'ordine.

DAL NOSTRO INVIATO ACIREALE - Che il Verona, formazione favorita per la promozione in A, potesse battere l'Atletico Catania, di una categoria inferiore, poteva anche starci. Soprattutto dopo averlo visto brillante e vittorioso protagonista nelle amichevoli contro Parma e Bologna. Ma questo era un discorso che andava bene fino alla vigilia, perche' dopo il primo confronto ufficiale della stagione l'impressione e' stata decisamente differente. Il Verona non ha meritato di vincere, non solo il pareggio sarebbe stato il risultato piu' giusto, ma se c'e' stata una squadra che ha movimentato la gara e' stata quella etnea. Che, a tempo scaduto, ha anche sfiorato l'1 - 1. Fino al gol di Giandebiaggi (una mezza sciocchezza della difesa etnea) i veneti hanno fatto molto poco, giusto un paio di buone opportunita' con De Vitis (una respinta dal palo) e nient'altro. Il pareggio probabilmente non avrebbe cambiato di molto le prospettive per il passaggio del turno, nettamente a favore della formazione di Cagni; ma avrebbe reso giustizia allo sforzo dei siciliani in grado di contrastare su tutto il fronte i piu' quotati avversari. Cagni ha schierato la sua squadra con l'1 - 3 - 4 - 2 con Manetti in costante aiuto alla coppia d'attacco De Vitis - Aglietti. Un po' in ombra l'ex napoletano, tanto da essere sostituito nella ripresa con Giunta. Nella seconda parte della gara i gialloblu' hanno lasciato in avanti il solo De Vitis, coadiuvato dagli esterni Binotto (subentrato ad Amerini) e Manetti e dagli inserimenti di Giunta. Suo il traversone che ha propiziato il gol partita di Giandebiaggi: bel colpo di testa in controtempo con Savio ed Amato letteralmente sbertucciati. L'Atletico ha giocato con uno spregiudicato 4 - 3 - 3, ma in avanti solo Lerda e Marino sono riusciti a creare qualche favorevole spunto, con Marino che ha mancato pero' alcune buone opportunita' per battere a rete. Il Verona ha sfruttato poco le fasce, Vanoli non ha fluidificato cosi' bene come aveva fatto 10 giorni prima contro il Parma. Per avanzare, gli ospiti sono stati costretti ad affidarsi ai piedi sempre ispirati di Corini e Giandebiaggi, ma la manovra e' risultata priva di incisivita' e lucidita'. La situazione e' cambiata, in meglio, nella ripresa quando Cagni ha optato per l'unica punta De Vitis con un centrocampo infoltito da ben 5 elementi, anche perche' l'Atletico che aveva speso molto nei primi 45 minuti ha allentato la presa accusando qualche piccolo problema nelle retrovie. Ma questo comunque non e' bastato a calmare le ire del tecnico veneto che nel dopo partita ha criticato aspramente la sua squadra accusandola di "eccessiva presunzione, al punto da desiderare addirittura di perdere in modo che i giocatori si rendessero conto dello scarso impegno profuso a fronte dell'eccezionale generosita' dei catanesi".




FONTE Gazzetta dello Sport (25 Agosto 1997)

Verona, il gol si chiama Aglietti

Doppietta dell' attaccante: Atletico Catania k. o. Una girata di sinistro e una conclusione d' astuzia sono il biglietto da visita dell' ex napoletano. una volta in svantaggio, l' Atletico non riesce mai a riprendere in mano la partita

1^ Turno ritorno Coppa Italia

Hellas Verona - Atletico Catania 3-0

MARCATORI: Aglietti al 20' p.t. e al 44' s.t., Manetti al 15' s.t.

VERONA (1 - 3 - 5 - 1): Battistini; Lucci; Serao (Siviglia dall'11' s.t.), Gonnella, Vanoli; Giandebiaggi (Ghirardello dal 26' s.t.), Amerini, Corini (Giunta dall'11' s.t.), Colucci, Manetti; Aglietti. (A disposizione: Iezzo, Monetta, Ferrarese, Da Rold). All. Cagni.

ATLETICO CATANIA (4 - 3 - 3): Amato; Mancini, Infantino, Cuicchi, Savio; Moro, Beltrami, Sandri; Marino (Gulino dal 41' s.t.), Cecchini, Lerda (Dossi dal 37' s.t.). (A disposizione: Lucenti, Pittilino, Silvestri). All. Foti.

ARBITRO: Rosetti di Torino.

NOTE: spettatori paganti 4.131 per un incasso di lire 69.060.000. Angoli: 6 - 2 per il Verona. Ammoniti: Lerda (AC) per comportamento non regolamentare, Moro (AC) per gioco falloso.

DAL NOSTRO INVIATO VERONA - Aglietti c'e', il Verona prova ad andargli dietro, a seguirlo, a tenere il suo passo. Aspettando la Roma, il 3 settembre (ma prima c'e' la Salernitana, sabato, per l'esordio in campionato), non c'e' troppo da lamentarsi, soprattutto considerando come il Verona deve affrontare questo ritorno di coppa Italia. Cagni e' senza gli infortunati Baroni, De Vitis, Binotto e Iacopino e lascia in panchina per scelta anche Siviglia, dando fiducia a Gonnella (centrale) e sulla destra a un ancora acerbo Serao, sicuramente non "meravigliao" come canta la curva. Costretto a rimandare ancora il perfezionamento dell'1 - 3 - 3 - 3 che ha in mente e che prevede la disponibilita' di De Vitis e Binotto, Cagni preferisce non discostarsi troppo dal progetto. Cosi', rinuncia alla coppia offensiva (Ghirardello centrale e Aglietti piu' esterno, soluzione utilizzata solo negli ultimi 20') e conferma lo schieramento che non era dispiaciuto nel secondo tempo di sette giorni prima, all'andata: una sola punta centrale (ad Acireale De Vitis, ieri sera Aglietti) e due centrocampisti a supporto dalle fasce, nella fattispecie Giandebiaggi (a destra) e Manetti a sinistra, dove spesso arriva in sovrapposizione anche un Vanoli che a tratti giustifica l'interessamento di mercato anche di squadre di serie A. Ma i problemi sono due: uno, Aglietti non riesce a mettersi addosso i panni di "boa" e inevitabilmente tende a seguire la sua natura, provando anche a partire da lontano e allargandosi spesso. Due (soprattutto) il Verona conferma di avere ancora qualche problema a costruire e imporre il suo gioco, soprattutto quando il centrocampo avversario riesce a spegnere la luce di Corini, che comunque non dispiace se trova buona collaborazione da chi gli sta vicino (per ora molto piu' Colucci di Amerini). Bene va al Verona - e in particolare alla sua difesa, che comunque puo' gia' contare su un buon Lucci - che l'Atletico Catania, privo del neo acquisto Mariotto, in attacco si dimostra molto meno pericoloso rispetto all'andata: la squadra di Foti sembra meno brillante, soprattutto nel pressing, e non riesce comunque mai (perlomeno nel primo tempo) a prendere in mano la partita, una volta andato in svantaggio. Succede abbastanza presto: Verona sull'1 - 0 gia' al 20' del primo tempo, con la collaborazione della difesa, nell'occasione fantasma, dell'Atletico Catania: cross dalla destra di Giandebiaggi, Manetti prova a colpire di testa in tuffo senza riuscirci, "inventando" un involontario velo per Aglietti, che e' praticamente solo e puo' girare in rete al volo di sinistro. Il gol risolve di fatto la pratica qualificazione, ma non aiuta il Verona a giocare con piu' autorita'. Cagni, in panchina, continua a sbracciarsi: e' vero che lo fa sempre, ma il tecnico sa di non potersi accontentare di un Verona ancora un volta in grado, come gia' accaduto in tutto il precampionato, di ottenere spesso il massimo risultato con il minimo sforzo. Capita ancora nella ripresa, in occasione del 2 - 0, che arriva dopo un grosso brivido (Lerda da sinistra per Cecchini, che di piatto, a tre metri dalla porta, colpisce a colpo sicuro, chiamando Battistini a una deviazione - miracolo d'istinto) e conferma l'opportunismo del Verona, ma anche i balbettii difensivi dell'Atletico Catania, pagati gia' all'andata per un'incomprensione Amato - Savio sul gol di Giandebiaggi. Stavolta, su corner di Giunta, sono Cuicchi e Infantino a pasticciare per contrastare Aglietti: fatto sta che Manetti si trova sui piedi un pallone che balla davanti alla porta e chiede solo di essere messo dentro. La partita finisce praticamente li': per Cagni c'e' ancora il tempo di abbozzare un 1 - 3 - 3 - 3 (Ghirardello centrale, Aglietti a sinistra e Manetti piu' avanzato a destra) e per Aglietti di confermare una gia' buonissima condizione: a un minuto dalla fine, il neo attaccante gialloblu' ha ancora abbastanza benzina per bruciare la difesa siciliana su una punizione a sorpresa battuta da Giunta. Di questi tempi, un attaccante cosi' in serie B e' gia' una mezza garanzia.

Edited by Solo Atletico Catania - 10/7/2010, 09:31
 
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ILDISCRETO
view post Posted on 15/11/2009, 18:25




chi è in possesso di dati e tabellini della stagione 1986-87 del campionato interregionale di quell'anno che vide trionfare l'atletico catania, è pregato di inserirli. grazie
 
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view post Posted on 15/11/2009, 19:17

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CITAZIONE (ILDISCRETO @ 15/11/2009, 18:25)
chi è in possesso di dati e tabellini della stagione 1986-87 del campionato interregionale di quell'anno che vide trionfare l'atletico catania, è pregato di inserirli. grazie

Ecco qualcosa. Fonte atleticocatania.tk

Attached Image: Atletico_1986_87.gif

Atletico_1986_87.gif

 
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BandAtletista
view post Posted on 18/11/2009, 09:51




fantastico!

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view post Posted on 10/7/2010, 09:54

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FONTE Gazzetta dello Sport (1 Settembre 1997)

Lodigiani - Atletico Catania 0-0

LODIGIANI: Tambellini; Pellegrino, La Scala; Binchi (Canale dal 34' s.t.), Giampieretti, Savini; Testa, Gorgone, Sorrentino S. (Ragaglini dal 23' s.t., Arioli dal 41' s.t.), Gennari, Pantano. (In panchina: Castracane, Anselmi, Pinton, Di Fausto). All. D'Adderio.

ATLETICO CATANIA: Amato; Savio, Dossi; Beltrami, Infantino, Cuicchi; Moro, Mariotto, Gulino (Sicali dal 22' s.t.), Marino, Sandri (Pittilino dal 20' s.t.). (In panchina: Lucenti, Silvestri, Patti). All. Foti.

ARBITRO: Biasutto di Vicenza.

NOTE: spettatori 500 circa, per un incasso di 7 milioni. Amm.: Sicali. Angoli 8 - 3 per la Lodigiani.

ROMA - L'Atletico Catania e' in rodaggio e in avanti punge poco, anche per le pesanti assenze di Lerda e Cecchini. La Lodigiani dei giovani, guidata dal debuttante D'Adderio, ci mette tanta volonta', ma non rischia piu' del lecito. Cosi' alla fine il pari del Flaminio accontenta tutti. Anche se una squadra che punta ai playoff come quella siciliana avrebbe dovuto fornire una prova piu' convincente. La Lodigiani schierata col 4 - 3 - 3 da D'Adderio ha un inizio veloce e mette un po' in difficolta' i catanesi a centrocampo e sulla fascia sinistra. Mariotto (all'esordio in rossazzurro) non e' al meglio e non detta i ritmi giusti, mentre Beltrami dimostra una spiccata personalita'. Cosi' l'Atletico prova spesso a saltare il centrocampo con lanci lunghi. La Lodigiani fa girare palla bene, ma non arriva mai al tiro dai 16 metri, anche se al 31' Sandri anticipa in angolo Testa in area. Ma e' dei siciliani la palla gol piu' clamorosa: al 34' Marino sfonda sulla sinistra e lascia partire un tiro - cross che Sandri, appostato nell'area piccola, riesce a spedire fuori. Nella ripresa dopo 20' di buio assoluto, e' la Lodigiani a spingere di piu', anche perche' la squadra di Foti si chiude troppo. Testa al 26' con un tiro di sinistro dai 20 metri costringe Amato all'unica parata.

FONTE Gazzetta dello Sport (8 Settembre 1997)

Atletico Catania - Ischia 3-0

MARCATORI: Marino al 18' p.t.; Cecchini al 33' s.t., Moro al 43' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Savio, Dossi; Mariotto, Infantino, Cuicchi; Moro, Sandri (Pittilino dal 36' s.t.), Cecchini, Marino (Beltrami dal 22' s.t.), Lerda. (In panchina: Lucenti, Di Maio, Patti, Sicali, Silvestri). All. Foti.

ISCHIA: Di Muro; Colletto, Lo Giudice; Evangelisti, Ruggiero, Cappelletti; Terrevoli, Buonocore (Ciaramella dal 37' p.t.), Ricci, Li Bassi, Barbera (Ghillani dal 26' s.t.). (In panchina: Mennella, Caggiano, Turcheschi, Anzivino, Parisi). All. Cucchi.

ARBITRO: Ayroldi di Salerno.

NOTE: spettatori 4.000 circa; incasso quasi 70 milioni. Espulso Dossi al 36' s.t.; ammoniti Mariotto, Cecchini, Beltrami e Cappelletti. Angoli 10 - 3 per l'Ischia.

GIARRE - Spregiudicato, utilitarista, vincente. E' l'Atletico che 4 mila tifosi sognavano sin dalle amichevoli precampionato. I tre gol forse puniscono troppo l'impegno dell'Ischia, abile e veloce ma impreciso sotto porta, specie nel secondo tempo. Ma il 4 - 3 - 3 voluto dal tecnico Rosario Foti stuzzica l'impegno di un gruppo destinato a crescere sul piano della tecnica e della continuita'. E' una domenica di festa per Giarre, ex piazza di C1, che fino al '93 esprimeva un calcio provinciale efficace, ma che adesso si limita a ospitare l'Atletico per l'indisponibilita' del "Cibali". Trenta minuti prima del via la decisione sofferta: l'Atletico tiene Beltrami in panchina (in settimana non si era allenato per una botta la piede) e a centrocampo si schiera con Mariotto centrale, Sandri e Moro sulle fasce sinistra e destra, abili a mantenere il collegamento con difesa e attacco. Non a caso quando i primi due accusano un calo, l'Ischia prende coraggio e al 15' della ripresa accelera assediando la porta avversaria, senza fortuna. L'avvio e' tutto dell'Ischia. Cucchi presenta a centrocampo Terrevoli, Li Bassi, Evangelisti e Buonocore. In avanti Barbera e Ricci. Non l'avesse mai fatto, le due punte dimenticheranno in fretta novanta minuti anonimi. E dire che la prima occasione porta la firma di Lo Giudice, il suo tiro al 13' viene deviato in tuffo da Amato. Cinque minuti dopo l'Atletico fa urlare di gioia i tifosi. Il primo gol della stagione porta la firma di Marino, tornato a grande richiesta dal Gualdo. Il fantasista riceve un cross da sinistra, sfrutta alla perfezione la "torre" di Savio e in scivolata, con la difesa ospite presa in controtempo, beffa in uscita Di Muro. L'Ischia non riesce a ricostruire, l'Atletico prova il gioco di rimessa e con Cecchini dal limite, al 30', ha una buona occasione: palla alta. Si fa male Buonocore (distorsione al ginocchio): dentro Ciaramella, che si presenta con un tiro al volo fuori misura. L'occasione piu' limpida del primo tempo capita a Cappelletti: in piena area, smarcato, tira altissimo. Ripresa vivace, il gioco lo conduce l'Ischia che al 12' sfiora la traversa con un colpo di testa di Li Bassi. Amato si conferma portiere di classe alzando una bordata da trenta metri di Cappelletti. E' assedio. Al 17' triangolo Barbera - Terrevoli, ma sotto porta l'attaccante scivola, graziando gli avversari. Un minuto dopo Ruggiero si vede chiudere lo specchio della porta da Amato, che pochi secondi dopo para una punizione di Evangelisti. L'Atletico esce dal tunnel. Lerda s'invola a destra e serve Sandri il quale in posizione centrale avanza velocissimo. Cecchini lo segue da sinistra, riceve palla e con un diagonale beffa il portiere. A due minuti dal termine l'apoteosi: Mariotto da sinistra smarca Moro; l'ex gioiellino della Juventus supera il portiere e appoggia in rete da posizione non facile. Applausi.

FONTE Gazzetta dello Sport (15 Settembre 1997)

Fermana - Atletico Catania 1-0

MARCATORE: Luciani al 37' p.t.

FERMANA: Ripa; Lauretti, Miccoli; Conca, Portanova, Grossi; Di Matteo (Medda dal 47' s.t.), Scoponi, Luciani (Carlet dal 43' s.t.), Vessella, Manfredini (Carfora dal 33' s.t.). In panchina: Bertaccini, Morelli, Pandolfi, Rocchi. All. Jaconi

ATLETICO CATANIA: Amato; Savio, Pittilino (Sandri dal 6' s.t.); Mariotto, Infantino, Cuicchi; Moro, Beltrami, Cecchini, Marino, Lerda. In panchina: Lucenti, Patti, Sicali, Silvestri, Timoniere. All. Foti

ARBITRO: Ferrarini di Parma.

NOTE: spettatori 2.000 circa; incasso di quasi 32 milioni. Espulsi Grossi al 5' s.t. e Carlet al 48' s.t.; ammoniti Vessella, Pittilino, Beltrami, Marino, Lerda. Angoli 7 - 7.

FERMO - Il capitombolo in coppa Italia di mercoledi' scorso (0 - 3 in casa contro la Maceratese) e' presto dimenticato. Gli stimoli del campionato per la Fermana sono tutt'altra cosa. E contro l'Atletico se ne e' avuta un'eloquente dimostrazione. La squadra marchigiana ha offerto una prova di carattere, di vigore atletico e di buona qualita' tecnica. La nota piu' confortante riguarda Manfredini: piu' rapido, piu' determinato, capace di gettare lo scompiglio nella difesa avversaria. Quasi un lusso per la categoria. Ma anche Luciani ha recitato bene la sua parte, segnando il gol - partita e tenendo costantemente sulla corda i suoi angeli custodi, specie quando si e' ritrovato a fungere da unica punta. L'Atletico Catania ha deluso, non tanto nel primo tempo, quando ha ribattuto colpo su colpo sfiorando anche il gol in un paio di frangenti, quanto nella ripresa, quando non e' riuscito a sfruttare la superiorita' numerica, attaccando in maniera disordinata e inefficace. La partita inizia con mezz'ora di anticipo, per consentire ai siciliani di essere puntuali alla partenza dell'aereo. La Fermana schiera un canonico 4 - 4 - 2, il Catania conferma uno spavaldo 4 - 3 - 3. La prima vera opportunita' e' per la Fermana: al 17' corner di Vessella, testa di Manfredini per Luciani che da pochi passi manda alto. Risponde l'Atletico al 25' con Moro (appena troppo alto) e al 28' con Marino che approfitta di un liscio di Miccoli per involarsi a rete, ma si fa anticipare da Ripa. Il gol al 37': Manfredini lancia Lauretti, palla al centro per Luciani e deviazione vincente. Al 5' della ripresa l'arbitro (con severita' eccessiva) espelle Grossi, reo di una trattenuta su Marino. L'Atletico Catania intensifica la pressione, ma di veri pericoli per il portiere Ripa neanche l'ombra. La Fermana puo' cosi' alla fine tirare un liberatorio sospiro di sollievo

FONTE Gazzetta dello Sport (22 Settembre 1997)

Atletico Catania - Nocerina 1-2

MARCATORI: Belmonte (No) al 6', Pallanch (No) al 23' p.t.; Marino (At) al 28' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Savio, Pittilino; Mariotto (dal 1' s.t. Patti), Infantino, Cuicchi; Moro (dal 18' s.t. Gulino), Sandri, Cecchini, Marino, Lerda. (Lucenti, Sicali, Silvestri, Timoniere, Frazica). All.: Foti.

NOCERINA: Criscuolo; Di Rocco, Esposito; De Juliis, Erra, Toti; Pallanch, Rubino, De Palma (dal 31' s.t. D'Angelo), Di aggio (dal 27' p.t. De artis), Belmonte (dal 7' s.t. Marra). (Zambardi, Perillo, Manzo, Zian). All.: Simonelli.

ARBITRO: Baglioni di Prato.

NOTE: spettatori 3.500 circa; incasso di 33 milioni. Espulsi Erra al 24' p.t. ed Esposito al 6' s.t.; ammoniti Di Maggio, Di Palma, Patti. Angoli 4 - 0 per l'Atletico.

CATANIA - Cambiano i protagonisti, si modifica leggermente la trama, rimesso a nuovo anche il teatro, ma la sostanza non muta, la commedia e' sempre la stessa. Una piece teatrale vecchia ma sempre attuale che va in scena al "Cibali" per il terzo campionato consecutivo con la Nocerina che batte ancora una volta l'Atletico Catania. Ma questa volta il successo, imprevedibile e stoico per quel che e' accaduto nei 99 minuti di gioco (recuperi compresi), vale per la squadra di Simonelli il primato in classifica (in coabitazione col Gualdo) e la promessa di un avvenire ricco di prosperita'. E a nulla e' valso il tentativo scaramantico dei siciliani che alla viglia avevano rifiutato di accordare l'anticipo di mezzora, richiesto dai campani per salire in tempo sull'aereo di ritorno: cosi' era accaduto l'anno scorso. Evidentemente non era semplice questione di orologi e di superstizioni. Semmai di tattiche: efficace e pungente quella rossonera, inesistente fino all'autolesionismo quella rossazzurra. Con un giudizio spiccio possiamo definire soltanto inguardabile la prestazione dell'Atletico. Sotto di 2 gol dopo una ventina di minuti, alla formazione siciliana non basta una doppia superiorita' numerica per quasi tutta la ripresa per riagguantare il pareggio. L'errore e' all'origine e risiede tutto in quel 4 - 3 - 3 attuato dai padroni di casa, con un centrocampo che non filtra e non imposta, perennemente in sofferenza. Che allunga la squadra in modo eccessivo. Con una difesa tutta da ridere che piu' che il gioco a zona predilige quello delle belle statuine. E tre attaccanti che diventano uno spreco abnorme quando di palloni giocabili ne arrivano pochi e di trame offensive non se ne vede neppure l'ombra. Di fronte all'Atletico fantasma c'e' una formazione messa molto bene in campo, insuperabile in retrovia, solida nel reparto di mezzo e opportunista in attacco. Capace di far girare la palla quel tanto che basta a proiettarsi pericolosamente in area e di sfruttare a meraviglia i regali avversari. Come al 6' quando su un innocuo traversone di Pallanch, Amato esce senza chiamare la sfera e Infantino respinge di testa sui piedi di Belmonte che dai 16 metri trova la battuta vincente. Il raddoppio e' sfiorato da De Palma e indovinato poco dopo da Pallanch a conclusione di una "veloce" Belmonte - De Palma e bel tocco di tacco a liberare il tornante per la conclusione millimetrica. Neanche un minuto ed Erra va fuori per fallo da ultimo uomo, ma l'Atletico non si accorge neanche di essere in vantaggio di un uomo. Lo capisce ad inizio di ripresa quando la superiorita' e' raddoppiata dall'espulsione di Esposito (gomitata a Cecchini) ma non sa approfittarne. Passano infatti ben 22 minuti (conditi da svarioni da partita parrocchiale) prima che Marino di testa dimezzi, inutilmente, le distanze.

FONTE Gazzetta dello Sport (27 Settembre 1997)

Del Neri e Foti, che emozioni

I tecnici di Ternana e Atletico tornano nelle citta' che hanno fatto sognare: Nocera e Acireale. Spiega Del Neri: " alla Nocerina ho imparato molto. Sara' una partita molto dura, perche' loro hanno l' entusiasmo della capolista " . Aggiunge Foti: " ho un forte legame con Acireale. Avessimo giocato tra un mese, ci sarebbe stato piu' spettacolo " Del Neri e la Nocerina salto in C1 e playoff. Foti e l' Acireale una storia di 12 anni

Domani nel girone B si disputano due partite dal significato particolare Del Neri e Foti, che emozioni I tecnici di Ternana e Atletico tornano nelle citta' che hanno fatto sognare: Nocera e Acireale Spiega Del Neri: "Alla Nocerina ho imparato molto. Sara' una partita molto dura, perche' loro hanno l'entusiasmo della capolista". Aggiunge Foti: "Ho un forte legame con Acireale. Avessimo giocato tra un mese, ci sarebbe stato piu' spettacolo" Del Neri e la Nocerina Salto in C1 e playoff Foti e l'Acireale Una storia di 12 anni Ci sono ritorni carichi di ricordi, di momenti esaltanti, di altri meno belli, di emozioni. Momenti unici. Intensi. Prendete Luigi Del Neri e Rosario Foti. Per loro quella di domani sara' una domenica speciale. Con Ternana e Atletico Catania, due squadre partite con qualche ambizione e gia' attardate, tornano sui posti che li hanno visti protagonisti in passato. Nocera Inferiore e Acireale sono i luoghi che rimangono scolpiti nella memoria dei sentimenti. DEL NERI - Del Neri a Nocera e' arrivato a un passo da un fantastico salto doppio. Una cavalcata dalla C2 alla C1 nel 1994 - 95 dopo aver preso alla 9a giornata il posto del dimissionario Santosuosso, e la sconfitta nei playoff di C1 con l'Ascoli nella stagione seguente con una Nocerina che dopo 28 gare vantava la difesa meno perforata d'Italia (16 gol) dalla A alla C2. Zonista convinto, carattere schivo ma gioviale, il tecnico di Aquileia e' uno che a Nocera ha lasciato il segno come a Ravenna, e Terni (l'ultima delle promozioni). Tre trionfi in C2, e in gironi diversi, la dicono lunga sulle sue qualita'. Il suo segreto, ovunque si sia cimentato, e' stata sempre la "scelta dell'uomo giusto al posto giusto" gia' in fase di calciomercato, poi la "formazione del gruppo" prima di ogni altra cosa. Il resto lo ha ottenuto lui con un lavoro meticoloso e intrigante. Ora di fronte avra' la Nocerina, per giunta fresca capolista, mentre la sua Ternana (solida in difesa, ma con qualche problemino in avanti che si spera possa essere presto risolto dal nuovo arrivo Rizzolo) e' attardata di 3 punti. Una sfida stuzzicante, insomma. Dice Del Neri: "A Nocera ho vissuto due stagioni davvero importanti che mi hanno fatto crescere. Dopo la promozione in C1 eravamo partiti tra un certo scetticismo, e con l'obiettivo di raggiungere una tranquilla salvezza. Il girone d'andata era andato avanti tra alti e bassi, e dopo la gara col Gualdo avevo pensato di dare le dimissioni, ma il presidente Maglione mi invito' a non mollare. Un segnale di fiducia immenso. Alla fine, grazie a tutte le componenti, siamo arrivati ai playoff dove abbiamo compromesso tutto contro l'Ascoli. Gli ambienti del Sud ti forgiano nel carattere e riesci a imparare tante cose utili. Torno con piacere, ma so che ci aspetta una buona squadra, con in piu' l'aggressivita' e l'entusiasmo della prima posizione. Dovremo essere bravi a impostare e gestire la gara su un campo molto difficile". FOTI - Dire Rosario Foti ed Acireale e' la stessa cosa. Prima da calciatore nelle giovanili granata, poi 12 stagioni vissute appassionatamente come fedele secondo di tanti tecnici. Ma dopo la retrocessione dell'Acireale in C1 nel '95, i dirigenti Rapisarda e Barbagallo ebbero il coraggio di investire su di lui. Su quel professore (insegna educazione fisica all'istituto "Archimede" di Acireale) che faceva gruppo nello spogliatoio, inseriva minuziosamente nel suo computer i dati dei calciatori, e che era pronto a correre da solo. Una salvezza tranquilla nella prima stagione (11o posto finale), poi l'anno scorso con un Acireale partito a razzo e con una difesa super (Razzetti ottenne il record iniziale d'imbattibilita': 614'). Quello di Foti era un Acireale abile a contrastare l'avversario e pronto alle ripartenze, con l'unico cruccio di non avere davanti un forte attaccante. Ma un calo di forma e di tensione nelle ultime giornate fece svanire il sogno dei playoff. Foti alla fine della scorsa stagione capi' che era l'ora di andare altrove. E l'Atletico Catania sembrava fatto su misura per le sue ambizioni. Ma dopo i primi positivi turni di campionato, sono venuti fuori i problemi. L'ultima sconfitta con la Nocerina e' stata tremenda. La squadra ha i suoi punti deboli (fatale la partenza di Favo a centrocampo, visto che Mariotto non ha le caratteristiche del play) e manca un esterno difensivo a sinistra; in questi giorni comunque a Catania sono in prova l'ex interista Angelo Orlando e l'ex laziale Luigi Corino. Il derby con l'Acireale arriva comunque nel momento meno adatto per Foti che ha subito nei giorni scorsi anche la "pressione" del presidente Proto che ha parlato di "una reimpostazione del modulo" tornando dal 4 - 3 - 3 al 4 - 4 - 2. Spiega Foti: "Dal primo giorno ho abituato i ragazzi a giocare con entrambi i moduli, non saranno le critiche a farmi cambiare idea, semmai gli orientamenti dettati dal campo. Fermo restando che in questo momento ne' con l'uno ne' con l'altro modulo possiamo essere una grande squadra. Acireale? Ho vissuto piu' della meta' della mia vita prima da calciatore, poi da allenatore. Ho un legame forte con tutto l'ambiente. Credo di aver dato e ricevuto tanto. Non so se mi accoglieranno con gli applausi o se ricevero' dei fischi, in un derby puo' succedere di tutto. L'Atletico adesso e' in difficolta', ma anche loro in casa hanno gia' subito 2 sconfitte e hanno i loro problemi. Mi sarebbe piaciuto giocare questa sfida tra un mese, di certo lo spettacolo ne avrebbe guadagnato. Domenica invece fara' caldo per tutti".

FONTE Gazzetta dello Sport (29 Settembre 1997)

Acireale - Atletico Catania 1-0

MARCATORE: Damiani al 16' s.t.

ACIREALE: Orlandoni; Anastasi, Civolani; Scala, Migliaccio, Buonanno; Torre (Rencricca al 40' s.t.), Pisciotta, Damiani (Di Serafino dal 21' s.t.), Ferrigno, Puglisi (Fava dal 31' s.t.). In panchina: Vaccaro, Cataldi, Marfeo, Amico. All. Cuccureddu.

ATLETICO CATANIA: Amato; Savio, Pittilino; Dossi (Gulino dal 28' s.t.), Infantino, Cuicchi; Moro, Beltrami, Cecchini, Marino, Lerda. In panchina: Villari, Sandri, Patti, Mariotto, Sicali, Silvestri. All. Foti.

ARBITRO: Guiducci di Arezzo.

NOTE: spettatori 2.237 per un incasso di 31 milioni 750 mila. Ammoniti: Civolani, Pisciotta, Moro, Beltrami, Infantino. Angoli 5 - 3.

ACIREALE - Cuccureddu sommerso dai suoi ragazzi, proprio come ai tempi della Juve. L'Acireale dedica la prima vittoria all'allenatore gentiluomo che sta cercando di insegnare ai suoi "figli granata" (li definisce cosi') tutto quello che ha fatto con Del Piero. Il derby riserva una giornata tutta da dimenticare, invece, all'Atletico. La terza sconfitta di fila dei rossazzurri mette a nudo i difetti di un gruppo mai omogeneo, privo di idee e incapace di sfruttare tutto il potenziale offensivo. E' crisi profonda all'Atletico: in settimana la societa', che ha annullato i permessi, potrebbe prendere decisioni clamorose. Il tecnico Foti lascia in panchina Mariotto e presenta un centrocampo tanto caro al predecessore Morinini. In difesa, da destra a sinistra, Savio, Pittilino, Cuicchi e Dossi. Cuccureddu con il 4 - 4 - 2 si affida alla velocita' di Ferrigno che puntualmente salta l'uomo e arriva al cross. E' l'attacco a fallire anche i suggerimenti piu' precisi, soprattutto nel primo tempo. Protagonista della partita sara' Damiani, che comincia al 18' presentandosi a tu per tu con il portiere avversario, ma facendosi chiudere lo specchio della porta. Al 24' viene anticipato ancora da Amato. L'occasione piu' ghiotta capita al 34': Ferrigno salta Savio e crossa tagliando la difesa. Damiani stavolta e' puntuale, ma calcia a vuoto. Il gol nella ripresa. Damiani si fa perdonare tutto sfruttando un cross in profondita' di Ferrigno dalla destra e saltando Amato in uscita. L'Atletico non reagisce, l'Acireale mette dentro Di Serafino a centrocampo togliendo Damiani dall'attacco. Sfuma il 2 - 0 con Ferrigno, ben servito da Civolani e abile a colpire di testa in tuffo, ma il portiere para con ottima scelta di tempo. Finale con l'Atletico che preme: Lerda su punizione (25') fa volare Orlandoni che respinge di pugno. E quasi allo scadere Gulino cade in area e reclama un rigore

FONTE Gazzetta dello Sport (4 Ottobre 1997)

Caramel ed il ritorno in Sicilia: solo per amore

CATANIA - L'amore e' piu' importante di un campionato da vincere. C'e' del sentimento dietro la scelta di Vladimiro Caramel di rescindere il contratto con il Savoia e tornare in Sicilia per giocare con l'Atletico Catania. "Sono sposato da 13 mesi con Maria Rapisarda (figlia dell'ex amministratore delegato dell'Acireale, n.d.r.) e insieme avevamo acquistato una villetta vicino Aci Trezza. Nel Savoia le prospettive erano ambiziose, ma mi mancava l'aria di casa. Percio' sono tornato". E non ha saputo dire no all'Atletico. "Il pensiero di vivere una stagione da protagonista dietro l'angolo di casa mi allettava. L'Atletico e' reduce da tre sconfitte di fila, ma che importa? Allo stadio potro' contare anche sull'apporto di mia moglie. E' un particolare che mi esalta". Il ritorno di Caramel in Sicilia (nel novembre '90 e nel '91 - '92 gioco' a Licata in C1, le ultime tre stagioni ad Acireale n.d.r.) e' dettato non solo dall'amore, ma anche dall'amicizia che lo lega al tecnico dell'Atletico, Rosario Foti: "Mi stima, sa come valorizzarmi. Giochero' da centrale. Lavorare con lui sara' un vero piacere". Fino alla mezzanotte di ieri l'altro, Caramel ha insistito con i dirigenti campani: "Lasciatemi andare, rescindiamo l'accordo (un biennale, n.d.r.)". Domani Caramel ritrova l'allenatore amico (Foti), il vice Santino Nuccio che lo guido' anche ad Acireale, il portiere Amato, che e' passato dal club granata all'Atletico. E come se non bastasse affrontera' il Cosenza, club con cui Caramel ha esordito in B. E ad allenare il Cosenza ci sara' Giuliano Sonzogni, il tecnico che lo lancio' al Licata e che poi lo volle a tutti i costi a Salerno nel '92. "Tutto in 90'. Mi sembra di sognare".

FONTE Gazzetta dello Sport (6 Ottobre 1997)

Atletico Catania - Cosenza 0-1

MARCATORE: Toscano al 31' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Pittilino, Savio; Beltrami, Infantino, Cuicchi; Moro, Caramel, Lerda, Marino (Dossi dal 19' s.t., Gulino dal 28' s.t.), Sandri, (Cecchini dal 19' s.t.). In panchina: Lucenti, Di Maio, Mariotto, Patti. All. Foti.

COSENZA: Soviero; Montalbano, Mazzoli; Malago', Marchetti, Riccio (Morello dal 28' s.t.); Toscano (Pierotti dal 41' s.t.), Moscardi, Margiotta (Manca dal 36' s.t.), Lo Garzo, Fresta. In panchina: Di Gennaro, Morrone, Furiani, Marcati. All. Sonzogni.

ARBITRO: Manganelli di Milano.

NOTE: spettatori 1.500 circa, incasso 27 milioni. Espulsi Fresta al 43' p.t., Infantino al 1' del s.t.; ammoniti Savio, Margiotta, Beltrami, Lerda e Gulino. Angoli 5 - 2 per il Cosenza. Espulso anche Pitino, vicepresidente dell'Atletico al 31 p.t.

CATANIA - Primato senza sorrisi. A sentire il tecnico Sonzogni, il Cosenza capolista, forte dei tre punti di vantaggio sulle inseguitrici, non e' al massimo della forma. Anzi, non gioca per niente bene. Una contraddizione bella e buona, visto che in casa dell'Atletico i calabresi hanno giostrato bene a centrocampo (con Lo Garzo sempre nelle azioni che contano) agendo in velocita' sulle fasce senza scoprirsi troppo in difesa. E allora dove sta il difetto? Sonzogni lamenta: "Avevo a disposizione una panchina di giovanissimi, ho fatto esordire in C1 Malago' e Marchetti visto che avevo due squalificati (Patti e Paschetta, n.d.r.). A tratti dunque non esprimiamo schemi lineari". I discorsi passano, restano i 14 punti in classifica, il vantaggio sulle seconde e la prestazione del Catania. Al contrario l'Atletico precipita. Quattro sconfitte consecutive, ultimo posto in classifica, con il Giulianova. Squadra e ambiente da ricostruire, quasi dalle fondamenta. Alla fine lo stesso presidente Franco Proto ammettera': "Il tecnico non si tocca, ma il gruppo va rafforzato". Servono almeno 4 elementi, uno (il difensore del Lecce, Mancuso) potrebbe arrivare domani. L'innesto di Caramel, prelevato in settimana dal Savoia, ha un po' equilibrato il gioco a centrocampo. Ma non basta: a sinistra e al centro la difesa perde colpi e cio' si verifica puntualmente da un mese. Foti presenta un 4 - 4 - 2 inedito: fuori la punta Cecchini, dentro Caramel a centrocampo, affiancato da Beltrami con Moro e Sandri esterni. Il Cosenza dietro si schiera da destra a sinistra con Riccio, Montalbano, Marchetti e Mazzoli. Sonzogni affida a Lo Garzo il compito di guidare la squadra, sostenuto da Moscardi con Malago' e Toscano esterni. Proprio quest'ultimo, in contropiede, si aggiunge agli attaccanti Margiotta e Fresta. La partita nella prima mezz'ora registra solo azioni del Cosenza: al 4' un tiro di Mazzoli va a lato, 9 minuti dopo Margiotta in semirovesciata libera Toscano che a tu per tu con il portiere si vede respingere in tuffo una conclusione angolata. Ancora Amato si oppone a Toscano (25') alzando sopra la traversa un tiro indirizzato all'angolino. L'Atletico reagisce creando tre situazioni favorevoli, due volte con Lerda e una con Marino. A 2' dal riposo l'arbitro espelle Fresta per fallo su Infantino, ma il capitano dell'Atletico raggiungera' l'avversario nello spogliatoio. Infatti dopo 50" della ripresa entra duro su Toscano. Ed e' proprio quest'ultimo al 31' a risolvere la partita dopo uno scambio stretto in area con Mazzoli sul filo del fuorigioco. L'Atletico invece di reagire si scoraggia. Eppure Foti le tenta tutte mettendo in campo tre punte (Lerda, Gulino, Cecchini) contemporaneamente. Ma e' il Cosenza a sfiorare il 2 - 0 al 37', pero' Morello lanciato a rete si fa precedere da Amato.

FONTE Gazzetta dello Sport (11 Ottobre 1997)

Morinini alla sfida col destino

Ritrova l'Atletico Catania in una partita cruciale per l'Avellino. Aveva lasciato l'Atletico dopo i playoff: "la società non mi offriva garanzie per il salto di qualità", ma ad Avellino i risultati non arrivano. E domani il tecnico deve battere la sua ex squadra per non sprofondare in classifica

Un motivo di interesse in piu' nel confronto tra due grandi deluse dall'avvio del girone B Morinini alla sfida col destino Ritrova l'Atletico Catania in una partita cruciale per l'Avellino Aveva lasciato l'Atletico dopo i playoff: "La societa' non mi offriva garanzie per il salto di qualita" - Ma ad Avellino i risultati non arrivano: e domani il tecnico deve battere la sua ex squadra per non sprofondare in classifica Sognava un campionato da protagonista in C1. E l'Avellino rappresentava la probabile "certezza" di un'annata esaltante. Cosi' Roberto Morinini, all'alba del 24 giugno scorso, diede vita a una clamorosa fuga da Catania insieme al ds Nucifora. Si lasciava alle spalle un Atletico eliminato nei playoff dal Savoia. Una societa' che non "gli dava garanzie valide per un lavoro ad alto livello" e una Catania che, a parte l'affetto della gente, era molto lontana dalla sua filosofia calcistica svizzera. Ma le certezze nel mondo del calcio non esistono. E Morinini ha dovuto fare i conti con un ambiente dove la bufera e' sempre all'orizzonte. L'Avellino non e' riuscito a decollare, nonostante i cambi in corsa gia' fatti, anche se spera di farlo con gli ultimi arrivi (D'Alessio, Di Salvatore, Elia, il brasiliano Leandro). Intanto, solo 3 punti separano i campani dalla sua ex squadra che occupa l'ultimo posto in classifica e che domani al Partenio cerchera' di evitare la quinta sconfitta di fila. Una sfida tra due protagoniste mancate del girone B, che potrebbe essere fatale per chi dovesse fermarsi. Morinini si gioca tanto contro l'Atletico. Chi l'avrebbe mai pensato. L'allenatore svizzero racconta con calma perche' ando' via da Catania. Senza rancori, ma con la sicurezza di aver fatto bene a compiere quel gesto. "Sono andato via da Catania - dice Morinini - perche' certe richieste che avevo fatto e mi erano state garantite non sono state rispettate. Avevo chiesto la sistemazione del campo dove ci allenavamo, la definizione dei compiti di certi dirigenti e il cambiamento dell'organico. Quella squadra aveva dato il massimo, sarebbe stato difficile per tanti giocatori trovare nuovi stimoli. Ci sarebbe voluta gente nuova, di personalita', che avrebbe stimolato i riconfermati. La mia non e' stata una fuga. Ricordo che quando ho detto no a Proto erano le 15, non avevo firmato e nessuno di loro si e' fatto piu' sentire. C'era l'offerta dell'Avellino e ho deciso di valutarla da vicino e quindi di firmare. A Catania, comunque, mi sono trovato bene, con Proto e gli altri collaboratori. Coi giocatori ho fatto un grande lavoro, un gruppo eccezionale, ci siamo capiti al volo, ottenendo i playoff. Il mio addio non e' stato un colpo di testa". Come dire che non tornerebbe indietro, neanche alla luce delle difficolta' avute finora in Irpinia. E di quelle che avra' nel riorganizzare una squadra rifatta in corsa dal presidente Sibilia e dal ds Nucifora. "Gia', la situazione qui non e' facile. I risultati non sono stati brillanti come tutti ci aspettavamo, ma lavoro serenamente, non mi sento sotto esame e non ho rimpianti del passato. Dalla squadra e dalle sue prestazioni mi aspettavo 3 punti in piu' in classifica. Sapevo che mancavamo di equlibrio nella costruzione dell'organico. Ci mancava qualche giocatore importante a centrocampo, in attacco e sulle corsie esterne. La societa' ha lavorato per colmare le lacune e sono arrivati D'Alessio, Di Salvatore, Elia, il brasiliano Leandro. So che mi aspetta un compito impegnativo, ma sono convinto di farcela. L'unica cosa che non voglio vedere piu' e' una squadra senz'anima come quella che ha perso contro la Turris". Un Avellino che ha subito troppi gol (7 in 6 gare). Un paradosso per un tecnico che ha fatto sempre della difesa il suo punto di forza. "Gia', quella dell'Atletico fu tra le meno perforate d'Italia. Con l'Avellino ancora non c'e' stata una partita in cui non abbiamo beccato gol. Non e' tanto una carenza dei singoli, quanto di equilibri da trovare, di occupazione perfetta degli spazi". Pensa che Avellino - Atletico sara' una gara condizionata dalla paura di perdere. "La squadra che dovesse uscire sconfitta rischierebbe di trovarsi in grandi difficolta' psicologiche, recuperare diventerebbe difficile. Sara' importante avere grande personalita', farsi condizionare meno possibile da questo fattore. L'Atletico? Spero si riprendano in fretta, ma dopo la gara di domani...".

FONTE Gazzetta dello Sport (13 Ottobre 1997)

Avellino - Atletico Catania 1-1

MARCATORI: A. Cecchini (A) al 5' s.t.; C. Cecchini (A.C.) al 24' s.t.

AVELLINO: Sassanelli; Bocchino, Bertoncelli (Fasce dal 18' s.t.); Baldini, Pennacchietti, Bugiardini; Matzuzzi (Guida dal 35' s.t.), D'Alessio (Cardinale dal 31' s.t.), Elia, Anaclerio, A. Cecchini. In panchina: D'Argenio, Carraturo, Colavitto, De Filippis. All. Morinini.

ATLETICO CATANIA: Amato; Savio, Sulcis; Mariotto, Attilino, Cuicchi; Moro, Sandri (Marino dall'11' s.t.), C. Cecchini, Caramel, Lerda. In panchina: Onorati, Patti, Matinella, Gulino. All. Foti.

ARBITRO: Zaltron di Bassano del Grappa.

NOTE: spettatori 5.429 per un incasso di lire 53.189.000. Ammoniti: Lerda ed Elia. Calci d'angolo: 4 a 4.

DAL NOSTRO INVIATO AVELLINO - Avellino e Atletico Catania, due squadre allo specchio che si guardano e si scoprono brutte. Difficile nascondere le troppe rughe, anche quando si passa dall'estetista nel tentativo di rimettersi a posto. Pioggia, vento forte, terreno infame. Attenuanti generiche per due squadre che scendono in campo col chiaro intento di non prenderle. L'allenatore dell'Atletico Catania, Foti, punta tutto sul gioco di rimessa, invece il tecnico dell'Avellino, Morinini, l'ex piu' atteso di questa partita, da' fiducia ai nuovi Elia e D'Alessio (da oggi dovrebbe esserci anche Wilson) e si affida alle giocate di Anaclerio. L'Atletico suona il primo squillo con Moro al 6' del primo tempo; l'Avellino risponde su punizione con Anaclerio al 23': nulla d'eccezionale, se non la paura di un'autorete di Attilino. Poco altro da segnalare in quesa prima parte. Il fischio del bravo arbitro Zaltron che decreta la pausa, arriva provvidenziale vista la pioggia battente che cade sul Partenio. L'Avellino trova subito il gol in avvio di ripresa con Andrea Cecchini, abile a battere in rete al volo su un perfetto assist di Matzuzzi. Una rete da applausi. Ma poi, anziche' continuare ad attaccare, gli irpini commettono l'errore di rifugiarsi in difesa, proprio uno dei punti deboli della squadra, e finiscono col prestare il fianco agli avversari. Spinge, l'Atletico. O, almeno, ci prova. E fa bene, perche' non solo riesce a mettere in difficolta', anche nelle cose piu' semplici, il reparto arretrato campano, ma trova anche il pareggio con Claudio Cecchini che, approfittando dell'ennesima distrazione avversaria, "riceve" palla su un piatto d'argento da Pennacchietti e supera abilmente Sassanelli. Sospiri di sollievo in casa siciliana, gli irpini restano senza parole

FONTE Gazzetta dello Sport (20 Ottobre 1997)

Atletico Catania - Palermo 2-0

MARCATORI: Lerda al 30' p.t., Caramel al 43' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Infantino, Sulcis; Mariotto, Nobile, Cuicchi; Moro, Bombardini (Matinella dal 44' s.t.), Cecchini (Beltrami dal 26' s.t.), Caramel, Lerda (Marino dal 15' s.t.). In panchina: Onorati, Pittilino, Sandri, Sopranzetti. All. Foti.

PALERMO: Bonaiuti; Finetti, Antonaccio; Andrisani, Orfei, Biffi; G. Compagno (Di Somma dal 19' s.t.), Cardinale, Scarafoni, De Sio (Landini dal 9' s.t.), Massara (Dittgen dal 19' s.t.). In panchina: Cavalieri, R. Compagno, Ignoffo, Zangla. All. Arcoleo.

ARBITRO: Cossero di Udine.

NOTE: spettatori 5.000 circa, incasso di 65 milioni. Espulsi Di Somma al 36' s.t. e il dirigente locale Seminara al 44' s.t.; ammoniti Andrisani, Mariotto e Caramel. Angoli 2 - 1 per il Palermo.

CATANIA - Ogni tanto il calcio si diverte a smentire i suoi dogmi. Non e' sempre vero che per fare una bella partita ci vogliono 2 squadre all'altezza, a volte ne puo' bastare anche una. Esempio: il derby del "Cibali" vive e si infiamma solo per le vampate dell'Atletico Catania. Vittoria meritata e mai in discussione, un gol per tempo e potrebbero essere tre se Marino non spedisse a lato un sacrosanto rigore. Il Palermo e' del tutto inoffensivo: tre tiri appena in 90', solo uno nello specchio della porta e privo di qualsiasi velleita'. Il ritorno di Arcoleo sulla panchina rosanero non e' molto fortunato, anche se la sua squadra e' apparsa un po' piu' ordinata rispetto alla precedente gestione. Del resto non si potevano chiedere miracoli all'allenatore di Mondello che in pochi giorni ha cercato di cambiare volto e impostazione alla squadra. Convincenti invece gli inserimenti dell'Atletico: bene Bombardini sul versante sinistro del centrocampo (e nella ripresa in attacco quando Foti sostituisce Cecchini per inserire il centrocampista Beltrami). Bravi anche i difensori Nobile e Sulcis, giusto per parlare degli ultimi arrivati. Finalmente quella etnea assume i connotati di una squadra con un capo e una coda: organico ben equilibrato, dotato anche di un discreto tasso tecnico. Le giocate piu' belle sono tutte per i padroni di casa. La piu' pregevole quella che sblocca il risultato alla mezz'ora: Compagno perde palla in una delle sue (inutili) incursioni sulla fascia destra, e' Bombardini ad approfittarne lanciando verso il fondo Cecchini il cui scatto produce un bel traversone in area per l'inzuccata volante di Lerda, che pesca in tuffo l'angolino piu' distante. Una volta si diceva azione da manuale, di sicuro una manovra che si ammira piu' spesso nelle categorie superiori. La reazione del Palermo (nullo in avanti fino a quel momento) si esaurisce in un tiro dalla distanza di Andrisani, il migliore dei suoi, appena a lato. Il centrocampo rimane nelle mani dell'Atletico, che ha in Caramel il suo principale ispiratore. L'ex acese, che aveva cominciato la stagione nel Savoia, parte da lontano sfiancandosi nel doppio ruolo di cerniera fra difesa e centrocampo e di suggeritore delle punte. In avanti Cecchini si sveglia dal letargo mentre Lerda continua a distinguersi per abnegazione e classe sopraffina: quasi uno spreco per la C1. I rossazzurri potrebbero raddoppiare intorno alla mezz'ora: Bombardini ha un felice guizzo sulla destra, lascia sul posto Biffi e costringe al fallo in area Cardinale: dagli 11 metri Marino (subentrato a Lerda) rovina tutto sbagliando la mira. Neanche questo regalo riesce a scuotere il Palermo, impotente e sconclusionato. Ospiti in 10 per l'espulsione di Di Somma: l'Atletico raddoppia in contropiede con una combinazione Marino - Caramel e gran tiro che gela Bonaiuti.

FONTE Gazzetta dello Sport (27 Ottobre 1997)

Atletico Catania - Casarano 1-1

MARCATORI: Moro (A) al 31' p.t., Quaranta (C) al 17' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Infantino, Sulcis; Mariotto (Marino dal 29' s.t.), Nobile, Cuicchi; Moro, Bombardini, Cecchini, Caramel, Lerda. In panchina: Onorati, Beltrami, Dossi, Gulino, Sandri, Pittilino. All. Foti.

CASARANO: Giannitti; Borsa, Perrotta; Quaranta, La Spada, Levanto; Mazzoni, Ferraro (Piano dal 44' s.t.), Miccoli, Giacobbo (Corvo dal 1' s.t.), Amore (Marzano dal 28' s.t.). In panchina: Di Punzio, Rizzo, Zaminga, Caccavale. All. Di Pasquale.

ARBITRO: Palmieri di Cosenza.

NOTE: spettatori 2.500 circa, incasso 40 milioni. Ammoniti Infantino, Borsa, Giannitti, Nobile, Perrotta, Cuicchi, Corvo. Angoli 7 - 4 per l'Atletico.

CATANIA - Il primo punto in trasferta della stagione premia il lavoro e lo spirito di gruppo ritrovato del Casarano targato Scorsa (il tecnico arrivato venerdi' era in tribuna, in panchina il vice Di Pasquale), trascinato dal solito Quaranta, autore anche di un gran gol su punizione. All'Atletico non resta che recriminare, nonostante i progressi sul piano fisico e nella fase di costruzione. I pugliesi passano dal 4 - 3 - 3 al piu' cauto 4 - 4 - 2 e l'assetto funziona. Corvo sacrificato in panchina (nella ripresa sara' il piu' pericoloso), Mazzoni promosso titolare e impiegato da tornante con il nuovo acquisto Ferraro. I rossoazzurri invece si presentano con la formazione che aveva superato il Palermo. Primo tempo ravvivato dall'eurogol di Moro: al 31' Nobile lancia da 40 metri l'ex gioiellino della Juve, il suo diagonale pizzica il palo alla destra di Giannitti e s'insacca. Pareggio al 17' della ripresa: fallo di Mariotto, punizione di Quaranta che si insacca alla destra di Amato. Imparabile. L'Atletico rischia di beccare il secondo gol ma il tiro di Corvo (18') e' alto. Cecchini sfiora due volte di testa il 2 - 1 (23' e 25'), poi e' Corvo (36') che da fuori costringe Amato alla respinta. Quindi l'Atletico, al 44', reclama un rigore su Caramel.

FONTE Gazzetta dello Sport (2 Novembre 1997)

Andata sedicesimi di finale Coppa Italia di C - Atletico Catania - Acireale 5-1

MARCATORI: Lerda (Atl) al 14' p.t., Cecchini (Atl) su rigore al 18' p.t., autorete di Migliaccio (Aci) al 29' p.t., Cecchini (Atl) al 1' s.t., Cuicchi (Atl) al 15' s.t., Fava (Aci) al 36' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Infantino (Pittilino dal 4' s.t.), Sulcis; Mariotto, Nobile, Cuicchi; Moro, Bombardini (Gulino dal 13' s.t.), Cecchini, Caramel, Lerda (Beltrami dal 1' s.t.). In panchina: Onorati, Dossi, Matinella, Sopranzetti. All. Foti.

ACIREALE: Orlandoni; Anastasi (Pisciotta dall'8' s.t.), Rencricca; Di Serafino, Migliaccio, Bonanno; Martini, Stefani, Damiani, Fava, Puglisi. In panchina: Vaccaro, Civolani, Torre, Scala, Alberio. All. Cuccureddu.

ARBITRO: Manari di Teramo.

NOTE: spettatori 1.000 circa. Espulso Damiani al 28' s.t.; ammoniti Migliaccio, Sulcis, Damiani, Cuicchi, Beltrami, Gulino. Angoli 2 - 0 per l'Acireale.

CATANIA - Il derby catanese di coppa Italia e' finito con una netta vittoria dell'Atletico Catania ai danni dell'Acireale: cinque a uno e via, un risultato che non lascia scampo. L'Atletico ha superato agevolmente l'Acireale, meritando a ragion veduta il largo successo visto il gioco espresso per tutto l'incontro. Ha giocato benissimo la squadra di Rosario Foti (il tecnico rossoblu' era un ex di turno), malgrado il terreno del Cibali fosse stato ridotto a un pantano ai limiti della praticabilita' dalla pioggia caduta nei giorni scorsi. E l'Acireale s'e' dovuto arrendere quasi subito, liberando lo strapotere della squadra locale, che e' apparsa in gran forma dopo un inizio di campionato piuttosto balbettante; questa vittoria non puo' far altro che ben sperare per i prossimi incontri di campionato. Ha aperto le marcature Lerda al 14' con uno splendido pallonetto ai danni dell'incolpevole Orlandoni. Cecchini ha poi raddoppiato su calcio di rigore, concesso per atterramento di Lerda da parte di Bonanno; c'e' stata quindi l'autorete di Migliaccio, che ha messo in ginocchio i granata. Nella ripresa, dopo la seconda rete personale di Cecchini e il sigillo finale di Cuicchi, c'e' stato il gol della bandiera dell'Acireale messo a segno da Fava. Ma per la squadra di Antonello Cuccureddu e' stata proprio una giornata da dimenticare. Da segnalare che prima della partita e' stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del naufragio del peschereccio "Santa Lucia".

FONTE Gazzetta dello Sport (10 Novmbre 1997)

Battipagliese - Atletico Catania 0-0

BATTIPAGLIESE: Schettino; Bennardo, De Rosa; Giugliano, Bucciarelli, Schettini; Russo, Olivari (Deflorio dal 30' s.t.), Di Baia (Langella dal 17' p.t.), Fonte, D'Anto' (Neroni dal 36' s.t.). In panchina: Pessolano, Madonna, Cacicia, Pesacane. All. Chiancone.

ATLETICO CATANIA: Amato; Infantino, Sulcis; Mariotto, Nobile, Cuicchi; Moro, Bombardini (Dossi dal 46' s.t.), Cecchini, Caramel, Lerda (Pittilino dal 25' s.t.). In panchina: Onorati, Beltrami, Gulino, Sandri, Sopranzetti. All. Foti.

ARBITRO: Bertini di Arezzo.

NOTE: spettatori circa 1.500 per un incasso di 18 milioni. Espulsi Bucciarelli (B) all'11' p.t. per una gomitata a Cecchini, e Infantino (AC) al 21' s.t. per doppia ammonizione. Ammoniti Sulcis e Giugliano. Angoli 2 - 1 per la Battipagliese.

DAL NOSTRO INVIATO BATTIPAGLIA - L'Atletico Catania non decolla. Delude nel gioco, ma si porta a casa un punto e allunga la serie si'. La Battipagliese interrompe il periodo nero (4 sconfitte di fila) con un pareggio che per come si erano messe le cose vale oro. La squadra di Chiancone, infatti, dopo appena 11' si e' ritrovata in 10 per l'espulsione (ineccepibile) del difensore Bucciarelli, ma non si e' mai persa d'animo, e con equilibrio e determinazione ha saputo fronteggiare un Atletico che invece di imprimere alla manovra una marcia in piu', ha giocato sempre a ritmi blandi, senza graffiare. Incomprensibile. E dire che almeno nei primi 5' di gioco i siciliani erano partiti con sufficiente autorita', e qualcosina si era visto (tiro di Lerda al 5' e parata del giovane portiere Schettino). Poi all'11' il campano Bucciarelli la combinava grossa dando una gomitata in faccia a Cecchini. L'espulsione del difensore paradossalmente metteva piu' in crisi la squadra di Foti, che a quel punto avrebbe dovuto osare e cercare di vincere la gara. L'allenatore della Battipagliese, Chiancone, correva ai ripari inserendo dopo pochi minuti il difensore Langella e togliendo la punta Di Baia. Un 4 - 4 - 1 ordinato con i centrocampisti Olivari, Giugliano, Fonte a lottare sui palloni e l'inesauribile Russo (una spina nel fianco per i catanesi) a spingere sulla destra. Sulle corsie esterne i siciliani Moro e Bombardini non erano ispirati. E lo 0 - 0 era inevitabile. Nella ripresa due soli acuti: all'8' l'etneo Bombardini sorprendeva persino i compagni con un passaggio in area invece di tirare. La replica della Battipagliese al 22' con un colpo di testa di Russo. L'Atletico (21') rimaneva in 10 per l'espulsione di Infantino, e si faceva ancora piu' guardingo, mentre Chiancone inseriva forze fresche in attacco.

FONTE Gazzetta dello Sport (17 Novembre 1997)

Atletico Catania - Juve Stabia 0-0

ATL. CATANIA: Amato; Pittilino, Sulcis; Mariotto, Nobile, Cuicchi (Dossi dal 23' s.t.); Moro, Bombardini, Marino, Caramel, Lerda. In panchina: Onorati, Beltrami, Matinella, Sandri, Sopranzetti. All. Foti.

JUVE STABIA: Bifera; Monaco, Feola; Nicodemo, Amodio (Caccavale dal 14' s.t.), Di Meglio; De Francesco, Menolascina, Matticari (Orlando dal 1' s.t.), Fontana, Bonfiglio (Puca dal 28' s.t.). In panchina: Ambra, Saladino, Manca, De Liguori. All. Ferrari

ARBITRO: Castellani di Verona.

NOTE: spettatori 1.300 circa, incasso 22 milioni. Espulsi Menolascina al 37' p.t., Marino al 32' s.t.; ammoniti Mariotto, Monaco e Feola. Angoli 4 - 4.

CATANIA - Il pubblico ha perso ogni speranza di veder lottare l'Atletico in zona promozione, restano in piedi solo le parole piene d'ottimismo dei dirigenti che, anche dopo il pari interno con la Juve Stabia, spingono la squadra forse oltre le proprie concrete possibilita'. A Catania lo spettacolo e' un ricordo lontano, peggio ancora manca il gioco. L'Atletico e' rimasto per 40 minuti in superiorita' numerica creando solo un paio di occasioni gol. Poche per sperare in una rimonta che possa lanciare i siciliani in zona playoff. Dall'altra parte, Ferrari ha avuto la prova che la sua Juve Stabia puo' stare accanto alle grandi. Dopo l'espulsione di Menolascina ha schierato la difesa a uomo. A centrocampo, ha inserito Orlando sacrificando una punta (Matticari) e chiudendo i varchi sulle fasce. Cronaca scarna. L'Atletico reclama un rigore al 35' per una trattenuta del portiere Bifera su Marino (schierato in avanti al posto dell'infortunato Cecchini) e al 44' altro reclamo per fallo su Bombardini. Nella ripresa i locali spingono di piu', al 25' Monaco, sulla linea, salva su Bombardini che nel finale fallisce un'occasione d'oro su cross di Caramel. E proprio il fantasista, nel finale, regala l'ultima emozione.

FONTE Gazzetta dello Sport (20 Novembre 1997)

Ritorno sedicesimi di finale Coppa Italia di C - Acireale - Atletico Catania 1-0

MARCATORE: Fava al 30' s.t.

ACIREALE: Vaccaro; Tringale, Pappalardo; Scala, Anastasi, Rencricca; Torre, Stefani, Fava, Ferrigno, Alberio (Mignemi dal 25' s.t.). In panchina: Orlandoni, Sciacca, Musumeci, Re. All. Cuccureddu.

ATLETICO CATANIA: Onorati; Infantino, Sulcis (Pittilino dal 1' s.t.); Beltrami, Nobile (Sopranzetti dal 26' s.t.), Cuicchi; Marino, Sandri, Gulino, Caramel, Moro (Matinella dal 18' s.t.). In panchina: Amato, Mariotto, Dossi, Patti. All. Foti.

ARBITRO: Porretta di Palermo.

NOTE: spettatori 200 circa. Ammoniti Beltrami, Tringale e Torre. Angoli 7 - 1 per l'Atletico Catania.

ACIREALE - (g.c.) Vince l'Acireale che e' sceso in campo con una squadra largamente rimaneggiata e con parecchi giovani che tuttavia si sono ben comportati e lo stesso tecnico granata Cuccureddu alla fine dell'incontro si e' espresso in termini lusinghieri nei loro confronti. Pur perdendo passa il turno pero' l'Atletico Catania, che nella gara d'andata si era imposto con un largo 5 - 1. Il gol della vittoria per i padroni di casa, molto bello, e' stato messo a segno al 30' della ripresa da Fava, dopo una lunga discesa sulla destra e con tiro d'esterno destro che ha superato il portiere ospite Onorati.

FONTE Gazzetta dello Sport (24 Novembre 1997)

Savoia - Atletico Catania 1-1

MARCATORI: Califano (S) al 6' p.t., Bombardini (AC) al 17' p.t.

SAVOIA: Efficie; Carannante, Rocchini; Marin, Veronese, Cecchi; Ambrosino, Signorelli (Bonadei dal 9' s.t.), Marsich, Dolcetti (Musumeci dal 18' s.t.), Califano. In panchina: Morrone, Porchia, Nocerino, Di Nardo, D'Antimi. All. D'Arrigo.

ATLETICO CATANIA: Amato; Infantino, Sulcis; Mariotto, Nobile, Cuicchi; Moro, Bombardini, Lerda (Gulino dal 39' s.t.), Caramel, Sandri (Beltrami dal 41' s.t.). In panchina: Onorati, Dossi, Matinella, Pittilino. All. Foti.

ARBITRO: Pascariello di Lecce.

NOTE: spettatori 2.000 circa; incasso 30 milioni. Ammoniti Cecchi, Marin, Ambrosino, Rocchini, Mariotto e Nobile. Angoli 9 - 2 per il Savoia.

DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI - Il Savoia non decolla neanche con Dolcetti. Delude sul piano del gioco e della mentalita' contro un Atletico Catania determinatissimo. La squadra di D'Arrigo deve accontenarsi di un pareggio e ha mostrato di risentire ancora dei postumi delle ultime due sconfitte (in campionato a Casarano e in coppa col Benevento). I siciliani di Foti, invece, al quarto pari consecutivo non hanno quasi mai sofferto gli assalti del Savoia, e specie dopo aver raggiunto il pari hanno fatto la partita. D'Arrigo fa debuttare dall'inizio il nuovo regista Dolcetti che si piazza dietro le punte, mentre Ambrosino viene dirottato sulla corsia di destra. Foti invece fa rientrare Infantino in difesa, e affida a Bombardini il compito di seconda punta con Lerda centrale. Il Savoia ha una buona partenza, specie a sinistra, dove Marsich blocca Cuicchi e Moro, e Rocchini ha qualche buono spunto. I campani trovano subito il gol al 6': Marin dalla sinistra crossa in area, Carannante sulla fascia opposta fa da sponda per Califano che con una spettacolare girata al volo di destro batte Amato. Sembra tutto facile. Ma non e' cosi'. I catanesi si organizzano, la difesa sale di una ventina di metri e si svegliano Moro e Bombardini. Al 16' una punizione di Infantino fa correre qualche brivido ad Efficie. E 1' dopo l'Atletico pareggia: su appoggio sbagliato di Rocchini, Cuicchi lancia in avanti sulla destra Lerda, che non riesce a toccare di testa, Bombardini intuisce che la palla e' buona, aggira di forza Marin (che non riesce a trattenerlo) e in area di destro segna l'1 - 1. La squadra di Foti non concede nulla. Il Savoia chiude i primi 45' tra i fischi. Nella ripresa i campani partono con grinta, ma sono poco incisivi. L'Atletico controlla, anche se al 15' Marsich e Califano al 46' sprecano due occasioni d'oro.

FONTE Gazzetta dello Sport (1 Dicembre 1997)

Atletico Catania - Gualdo 2-1

MARCATORI: Lerda (AC) su rigore al 15' s.t., Caramel (AC) al 18' s.t., Magnani (G) al 29' s.t.

ATLETICO CATANIA: Amato; Moro, Sulcis; Beltrami, Pittilino, Cuicchi; Marino (Dossi dal 42' s.t.), Bombardini, Lerda, Caramel, Sandri (Matinella dal 14' s.t.). In panchina: Onorati, Gulino, Patti, Sicali, Sopranzetti. All. Foti.

GUALDO: Savorani; Luzi (Del Nevo dal 42' s.t.), De Angelis; Bellotti, Siroti, Costantini; Tedoldi (Ricci dal 37' s.t.), Di Venanzio (Magnani dal 18' s.t.), Torino, Briano, Cicconi. In panchina: Morello, Rovaris, Alfieri, Pellegrini. All. Nicoletti.

ARBITRO: N. Ayroldi di Molfetta.

NOTE: spettatori 1.200 circa, incasso di quasi 20 milioni. Espulso Briano al 46' s.t.; ammoniti Di Venanzio, Tedoldi, Marino e Beltrami. Angoli 8 - 1 per il Gualdo.

CATANIA - Un gran gol di Caramel (tiro al volo da 30 metri) e il rigore parato da Amato (il 20o della sua carriera) rilanciano l'Atletico. I catanesi, al 7o risultato utile consecutivo, hanno bloccato la corsa del Gualdo proprio nella domenica in cui il tecnico Foti ha dovuto rinunciare a 4 giocatori (gli squalificati Nobile e Mariotto, gli infortunati Infantino e Cecchini). Il 2 - 1 penalizza comunque gli umbri. Foti sulla fascia destra ha arretrato Moro, spostando al centro Cuicchi e Pittilino; a centrocampo il tecnico ha inserito Marino, con a sinistra Sandri e confermando Bombardini seconda punta a fianco di Lerda. Il Gualdo ha risposto con il 4 - 4 - 2 e i giocatori hanno rispettato le consegne di Nicoletti: gara aperta e piacevole. Nel primo tempo dopo 8' un cross di Lerda si e' spento a fil di palo; 9' dopo Marino, ex di turno, servito da Caramel ha sfiorato la traversa con un colpo di testa. Il Gualdo si e' fatto vivo al 25' con Luzi. Secondo tempo molto piu' vivace anche perche' sono arrivati i 3 gol. Il primo su rigore dopo 14': Bombardini nel tentativo di sfondare in area e' stato toccato dal portiere, e dal dischetto ha realizzato Lerda. Al 18' Caramel, raccogliendo una respinta di testa della difesa avversaria, da 30 metri con un destro micidiale ha fulminato Savorani. Un gol da antologia. Ma il Gualdo non si e' rassegnato. Al 20' uno degli episodi chiave: Moro ha atterrato Torino, che dal dischetto si e' fatto parare il rigore da Amato (respinta in due tempi). Gli ospiti hanno accorciato ugualmente le distanze con Magnani al 29', bravo a saltare Matinella, ad accentrarsi tirando deciso a rete e battendo Amato.

FONTE Gazzetta dello Sport (3 Dicembre 1997)

Parare i rigori, un'abitudine per Amato

Il portiere dell'Atletico Catania, su 51 tiri dal dischetto contro ne ha parati 25. "E con l'Acireale ho parato anche quelli dello spareggio salvezza in serie B"

CATANIA - Che guaio se al momento di tirare un rigore trovi in porta Carmine Amato, professionista specializzato in parate impossibili. Il portiere dell'Atletico Catania, domenica scorsa in occasione della partita casalinga contro il Gualdo, respingendo in due tempi il tentativo dal dischetto di Torino ha allungato il suo record personale: su 51 rigori fischiati contro, il portiere catanese e originario di Napoli e' arrivato a pararne 25. E' facile ricavarne la media, un po' piu' complicato capire i segreti di tanto successo. Racconta Amato: "No, non ci sono segreti, decido in base alle caratteristiche dell'avversario di buttarmi da una parte, in modo da arrivare a coprire quell'angolo della porta. Se l'avversario mi spiazza, e' bravo. Insomma, sono fortunato". Non basta pero' essere fortunato se la media positiva e' del 50 % . Aggiunge Amato: "E' anche una questione di allenamento, non lo nego. Ma certi avversari li conosco da tempo. Ad Avellino, per esempio, mi capito' in due stagioni di seguito di parare due rigori a Igor Protti, che indossava la maglia del Messina. Dopo la seconda impresa, Protti venne ad abbracciarmi complimentandosi e mi confido': "La prossima volta rinuncio, contro di te e' impossibile far bella figura". Un complimento che non dimentichero". Amato ad Acireale viene ricordato come un eroe, perche' le pagine piu' belle della societa' siciliana sono legate a lui: "Li' ho giocato tre stagioni parando 5 penalty in campionato e uno in coppa Italia con il Vicenza. Ma bisogna aggiungere altri due rigori, neutralizzati a Salerno in occasione dello spareggio salvezza di B con il Pisa. I primi a presentarsi sul dischetto furono Rocco e Rotella e fallirono". Come dimenticare Bari - Acireale nella stessa stagione? Al 91' sullo 0 - 0 Amato riusci' ad annullare il tentativo del brasiliano Joao Paulo: "L'anno precedente, invece, ipnotizzai Strada. Eravamo a Salerno, noi dell'Acireale secondi in classifica e loro terzi a un solo punto di distanza. La decisione dell'arbitro ci trovo' contrari, il fallo non c'era. La mia respinta ci diede intanto un punto in classifica prezioso e poi la convinzione che potevamo farcela ad andare in B". Con la maglia dell'Atletico Catania, Amato ha neutralizzato domenica il primo rigore avuto contro in questo campionato: "E' un momento importante per me. Il tecnico Sonzogni a Cosenza l'anno scorso mi ha considerato ormai in declino. Sono cosi' andato a Palermo, sempre in B, poi l'Atletico mi ha dato fiducia. Ho ritrovato il tecnico Foti, che fu proprio il mio preparatore di fiducia ad Acireale. Si e' creato un ambiente ideale per lottare al vertice. Abbiamo cominciato male (4 sconfitte nei primi 6 turni, ndr), adesso siamo al settimo risultato utile consecutivo". Amato dopo aver parato un rigore o dopo una vittoria ripete un rituale che porta bene: "Il lunedi' vado a caccia con gli amici. Ultimamente sono stato a Valguarnera, in provincia di Enna". Prende la mira e spara con attenzione. Proprio come devono fare i rigoristi contro di lui.

FONTE Gazzetta dello Sport (15 Dicembre 1997)

Turris - Atletico Catania 2-0

MARCATORI: autorete di Cuicchi (AC) al 41' p.t.; Tarantino (T) su rigore al 16' s.t.

TURRIS: Belardi; Grava, Cunti; Tarantino (Correnti dal 46's.t.), Cinetto, Trinchera; Barrucci, Bevo (Gallaccio dal 24' s.t.), Verolino (Nordi dal 38' s.t.), Tomaselli, Liguori. In panchina: Visconti, Granozi, Gentile, Rosselli. All. Geretto.

ATLETICO CATANIA: Amato; Pittilino, Sulcis; Mariotto (Beltrami dal 18' s.t.), Nobile, Cuicchi; Marino (Sandri dal 18' s.t.), Bombardini, Lerda, Caramel, Moro. In panchina: Onorati, Dossi, Gulino, Matinella, Sopranzetti. All. Foti.

ARBITRO: Lion di Padova

NOTE: spettatori 4.000 circa per un incasso di 35 milioni. Espulso Nobile al 37' p.t.; ammoniti Moro e Grava. Angoli: 5 a 5.

DAL NOSTRO INVIATO TORRE DEL GRECO - Un nuovo presidente, Gianni Smimmero, che torna dopo tre anni. Un vecchio striscione: "Dall'America con amore", del Club Turris Brooklyn. E una ritrovata fiducia dopo aver conquistato una vittoria che, fino a ieri, sembrava solo una voce delle statistiche della classifica. La Turris tira un sospiro di sollievo e mette in ginocchio una squadra, l'Atletico Catania che, a differenza della strega nella fiaba di Biancaneve, si scopre bruttissima allo specchio. Niente di eccezionale sotto l'aspetto estetico. Gioco scolastico, poche idee, insufficiente la direzione arbitrale. Si parte con 4 tentativi a 1 per la Turris, una cifra che la dice lunga sull'andamento della gara. La tattica del fuorigioco applicata dai siciliani funziona piu' per negligenza degli attaccanti campani che per meriti propri. Ma su uno spunto in velocita' campano, arriva la svolta. Al 37' Nobile non riesce a tenere testa a Barrucci lanciato a rete. Lion, forse frettolosamente, lo espelle. E in 10, diventa piu' difficile, soprattutto difendere. E, puntuale, ecco il gol della Turris dopo pochi minuti. Verolino s'invola sull'out e mette al centro un forte rasoterra. Sulla traiettoria c'e' Cuicchi che, anziche' liberare, beffa Amato. L'intervallo serve a Foti per schiarire le idee ai suoi. Ma solo l'avvio di ripresa lascia presagire buoni propositi. Marino e Lerda lanciano due acuti, pero' la "stecca" e' in agguato. Troppo sbilanciato, l'Atletico affonda su un rapido contropiede torrese. Verolino entra in area palla al piede, pronto a calciare. Interviene Amato che devia, ma al tempo stesso atterra l'attaccante. Barrucci mette pure in rete, ma l'arbitro decide di non convalidare, decretando pero' il rigore. Tarantino, uno che i rigori li tira bene, ma li sa anche parare, trasforma. E' da poco passato il 15', eppure la partita puo' considerarsi chiusa.

FONTE Gazzetta dello Sport (18 Dicembre 1997)

Andata ottavi di finale Coppa Italia di C - Atletico Catania - Palermo 1-1

MARCATORI: Triuzzi (P) su rigore all'11' p.t., Moro (AC) all'11' s.t.

ATLETICO CATANIA: Onorati; Sopranzetti (Moro dal 6' s.t.), Sulcis; Mariotto, Nobile, Pittilino; Marino, Sandri, Lerda (Cecchini dal 6' s.t.), Caramel, Bombardini. In panchina: Amato, Dossi, Infantino, Matinella, Gulino. All. Foti.

PALERMO: Sicignano; G. Compagno, R. Compagno (Massara dal 16' s.t., Magliocco dal 29' s.t.); Ignoffo, Ciardiello, Biffi; Triuzzi, Di Somma (Zangla dal 17' s.t.), Dittgen, Barone, Parisi. In panchina: Bonaiuti, Saladino. All. Arcoleo.

ARBITRO: Manari di Teramo.

NOTE: spettatori 200 circa. Espulsi Biffi al 19' s.t. e al Triuzzi 33' s.t.; ammoniti Sicignano, Compagno, Ignoffo, Mariotto, Moro e Barone. Angoli 9 - 1 per l'Atletico.

CATANIA - (g.f.) Piu' di un derby di coppa (recupero della gara sospesa domenica scorsa per infortunio all'arbitro), sembrava una partita amichevole. Il Palermo passa in vantaggio dopo 11' su rigore, decretato per atterramento di Mariotto ai danni di Triuzzi, che realizza dal dischetto. L'Atletico ha cercato il pari nel primo tempo con Lerda (32') pronto a smarcarsi spalle alla porta, ma il suo tiro e' risultato troppo debole e centrale. Nella ripresa dopo 11', su punizione, il cross di Caramel e' stato corretto in rete da Moro. Nel finale traversa di Marino.

FONTE Gazzetta dello Sport (22 Dicembre 1997)

Ternana - Atletico Catania 0-0

TERNANA: Bini; Mengucci (Bellotto dal 18' s.t.), Stellini; Modica, Mayer, Silvestri; Rizzolo (Guatteo dal 1' s.t.), Brevi, Borgobello, Fabris, Arcadio. In panchina: Quironi, Scotti, Brambati, Ferazzoli, Beghetto. All. Del Neri.

ATLETICO CATANIA: Amato; Pittilino, Sulcis; Mariotto, Infantino, Cuicchi; Moro (Beltrami dal 29' s.t.), Sandri (Lerda dal 41' s.t.), Cecchini (Marino dal 47' s.t.), Caramel, Bombardini. In panchina: Onorati, Dossi, Matinella, Sopranzetti. All. Foti.

ARBITRO: Linfatici di Viareggio.

NOTE: spettatori 6.000 circa; incasso di 92 milioni. Espulso l'allenatore Del Neri (T) per proteste al 20' s.t.; ammoniti Infantino, Mayer, Guatteo, Mariotto, Modica, Bugiardini e Amato. Angoli 4 - 3 per l'Atletico.

DAL NOSTRO INVIATO TERNI - Impressione generale: se il giorno piu' corto dell'anno avesse compiuto il miracolo di ospitare anche la gara piu' breve della stagione, probabilmente la cosa avrebbe riscosso piu' successo di un incontro davvero povero di emozioni. Ma non e' stata tutta colpa delle due squadre. Ternana e Atletico Catania si sono affrontate con grinta e agonismo degne di miglior causa, pero' nulla potevano di fronte alla strapotenza di un terreno pessimo e alla giornata di scarsa vena della terna arbitrale, equanimemente imprecisa in numerose segnalazioni di fuorigioco e forse un po' pavida al 36' della ripresa quando, in una delle rare sortite dei catanesi, Bombardini veniva messo giu' da Silvestri in area nel silenzio dello stadio; risultato: ammonizione per proteste. Solo nel finale il primo vero brivido, quindi, che aveva un seguito un minuto dopo: Arcadio batteva una punizione in area, sulla palla mancava l'intervento Mariotto e Guatteo, in girata di sinistro, mandava la palla a colpire il palo esterno della porta di Amato. Ma l'Atletico non ci stava a finire senza recriminare ancora con la sorte, cosi' al 39' Bombardini batteva una punizione da fuori area e Bellotto salvava sulla linea il pari della Ternana. Come si vede, il bello (si fa per dire) dell'incontro accadeva tutto nei minuti finali, quando le squadre, stanche di correre sul fango, si allungavano. Tutt'altra musica in avvio. Nonostante Del Neri schierasse a sorpresa il tridente, con Rizzolo a fianco di Borgobello e Arcadio, la Ternana non trovava spazi, anche perche' Foti prudentemente aveva optato per uno schieramento con una sola punta di ruolo, Cecchini, che veniva appoggiato da Bombardini. Tutto questo partoriva nel primo tempo solo due conclusioni pericolose, entrambe di marca umbra: all'8' Borgobello, ben lanciato in verticale da Mayer, tirava su Amato in uscita ai limiti dell'area, mentre al 29' Arcadio (che a sinistra saltava regolarmente un attonito Cuicchi), non era in grado di concludere nello specchio della porta, pur a tu per tu con Amato in uscita disperata. Un Atletico occupato nella prima frazione solo a contenere, alzava per la prima volta la testa al 3' della ripresa, quando Sandri, lanciato da Caramel da solo in area, non sapeva far meglio che tirare debolmente fuori. Questo non faceva desistere la Ternana dagli ultimi assalti, dal piglio concitato (e Del Neri, per qualche parola di troppo, ne faceva le spese), ma il terreno pesante finiva per favorire la difesa avversaria, che poi, soprattutto con Infantino e Caramel, non disdegnava di tentare il colpo natalizio grazie a precisi lanci a scavalcare un intasatissimo centrocampo. Questo, come detto, portava al concitato e polemico finale, che sanzionava in modo improvvido un pareggio giusto nella sostanza.

FONTE Gazzetta dello Sport (24 Dicembre 1997)

Il Cibali requisito dalla Nazionale di Maldini. Domenica l'Atletico deve emigrare a Messina

CATANIA - Paolo Maldini, Zola e Del Piero meritano un terreno di gioco perfetto, senza buche, regolarissimo. Ecco perche' il Cibali, in attesa d'accogliere la nazionale, chiude le porte alle due squadre di Catania. Il Comune ha avviato lunedi' i lavori di riqualificazione del campo di gioco, in vista dell'amichevole ufficiale contro la Slovacchia del 28 gennaio. Per un mese Atletico (C1 - B) e Catania (C2 - C) dovranno pertanto trovare ospitalita' altrove per le partite di campionato. L'impegno imminente tocca all'Atletico, che domenica ospita l'Ascoli: la gara avra' luogo a Messina. Il presidente Proto e i responsabili del Comune della citta' dello Stretto hanno gia' raggiunto l'accordo. Dice Proto: "E' la sede piu' vicina che possa consentire ai nostri tifosi di seguirci. Stiamo anche pensando a una riduzione del prezzo del biglietto per ammortizzare i costi della trasferta". Il Catania deve pensare invece a una sede idonea in occasione della partita contro il Chieti di domenica 11 e di quella con il Frosinone del 18. Certamente il campo di gara non sara' il "Santa Maria Goretti", tempio del rugby, che non e' omologato per le partite di calcio. Si lamenta Angelo Russo, dirigente del Catania: "Abbiamo appreso in ritardo la notizia della chiusura del Cibali e francamente ci troviamo spiazzati. Accoglieremo la nazionale al meglio, e' un nostro dovere, ma avremmo preferito essere informati per tempo per poterci organizzare". In ogni caso sia l'Atletico che il Catania nell'operazione che portera' gli azzurri in Sicilia saranno coinvolti direttamente: tocchera' a loro organizzare l'evento sportivo, come ha chiesto il sindaco Enzo Bianco.

FONTE Gazzetta dello Sport (29 Dicembre 1997)

Atletico Catania - Ascoli 0-0

ATLETICO CATANIA: Amato; Pittilino, Sulcis; Mariotto, Nobile, Cuicchi; Moro (Lerda dal 7' s.t.), Sandri, Cecchini, Caramel, Bombardini. In panchina: Onorati, Beltrami, Dossi, Marino, Matinella, Sopranzetti. All. Foti.

ASCOLI: Di Bitonto; Pandullo, Bucaro; Deoma, Luzardi, Sussi; Dell'Oglio, Marta, Pelosi (Marchegiani dal 36' s.t.), Caruso (Riboni dal 46' s.t.), Aquino (Frati dal 20' s.t.). In panchina: Musarra, Fummo, La Vista. All. Esposito.

ARBITRO: Borelli di Roma.

NOTE: spettatori 600 circa, incasso di quasi 15 milioni. Ammoniti Luzardi, Cuicchi, Sulcis, Bucaro e Marta. Angoli 8 - 6 per l'Atletico.

DAL NOSTRO INVIATO MESSINA - Zero a zero e tante emozioni per un pareggio che lascia sostanzialmente immutata la classifica (poverella) di entrambi. Se finisce senza reti il merito e' dei portieri, soprattutto di Di Bitonto, ex di turno, che a tempo scaduto toglie dal "sette" una bomba di Mariotto. Il pari fa torto all'Atletico per il maggior numero di occasioni da gol. Se consideriamo pero' la clamorosa occasione fallita da Frati, in assoluta solitudine (bravo Amato), proprio al novantesimo, ci si rende conto che la beffa per i rossazzurri era dietro l'angolo. Nella ripresa in effetti la formazione siciliana mette sul piatto della bilancia una marcata superiorita' territoriale ma senza farla fruttare, un po' per quel terreno infame ridotto ad un acquitrino, un po' per una certa carenza di trame offensive. Foti (squalificato e costretto a stare in tribuna) le tenta tutte schierando quasi per intero il suo potenziale offensivo, curando poco pero' la costruzione del gioco. L'Atletico comincia con la coppia d'attacco Cecchini - Bombardini, piu' adatta forse al gioco di rimessa e quindi alle partite in trasferta, lasciando in panchina Marino e Lerda il quale entra all'inizio della ripresa al posto di Moro (l'unico capace di rendersi pericoloso sulle fasce). Probabilmente farebbe meglio, il tecnico, a togliere Sandri la cui prestazione e' opaca. L'Ascoli conferma la sua scarsa propensione offensiva sciupando piu' d'un'occasione. Il centrocampo bianconero fa pero' argine ai tentativi di sfondamento degli avversari. Di Bombardini e Dell'Oglio le prime due opportunita' della gara che prima del riposo concede all'Atletico una grossa occasione sprecata da Cecchini a tu per tu con Di Bitonto. Nella ripresa Mariotto (traversa) e poi Lerda (Luzardi in angolo) sfiorano ancora il vantaggio che a quel punto sarebbe meritato. Il successo rimane invece solo un pio desiderio come probabilmente l'aggancio ai playoff
 
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