Calciolandia Sicilia

GLI SCANDALI DEL CALCIO, DITE LA VOSTRA OPINIONE

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view post Posted on 31/3/2008, 16:36
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GLI SCANDALI E PROCESSI DEL CALCIO

NAPOLI, 29 marzo - La cosiddetta "cupola", l'organizzazione capeggiata dall'ex dg della Juve Luciano Moggi che avrebbe condizionato i campionati di calcio, è per molti aspetti simile alla P2 e alla mafia. Questa l'opinione del pm di Napoli Giuseppe Narducci, che con il pm Filippo Beatrice, ha svolto oggi la sua relazione all'udienza preliminare, davanti al gup Eduardo De Gregorio che dovrà pronunciarsi sulle richieste di rinvio a giudizio nei confronti degli imputati di Calciopoli.

COME LA P2 E LA MAFIA - Per il pm infatti la norma dell'articolo 416 del codice penale (il reato di associazione per delinquere contestato a Moggi e agli altri presunti appartenenti alla "cupola") «sta un pò stretta» in questa vicenda. «C'è qualcosa - ha spiegato Narducci - che ricorda più un'associazione segreta, una organizzazione che fa del vincolo della segretezza il suo dato essenziale», le cui finalità «non si esauriscono nella commissione di uno specifico reato». Secondo il magistrato essa «ricorda quanto previsto dall'articolo 1 della Legge Anselmi, una legge pensata in funzione della P2», che esercita «un condizionamento delle istituzioni pubbliche». L'organizzazione inoltre «può ricordare i profili di una associazione di tipo mafioso: è stata infatti una organizzazione strutturata in cui il vincolo associativo non solo era intervenuto e si era determinato nell'accordo, ma veniva ulteriormente rinsaldato».
 
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view post Posted on 31/3/2008, 19:26
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Lo rivela il magazine tedesco "Der Spiegel", secondo cui la mafia delle scommesse avrebbe truccato partite di qualificazione a Champions, Uefa, Intertoto, e anche una dei gironi per gli Europei 2008
Il presidente della Uefa, Michel Platini. Reuters
MILANO, 1 dicembre 2007 - Un nuovo scandalo scommesse potrebbe abbattersi sul calcio europeo. Secondo il tedesco "Der Spiegel" la mafia delle scommesse avrebbe infatti truccato 26 partite, 15 delle quali disputate nel corso della corrente stagione e 11 giocate tra luglio 2005 e novembre 2006. In particolare si tratterebbe di 12 partite di qualificazione della Coppa Uefa, 8 dell'Intertoto, 3 incontri di qualificazione della Champions League, 2 partite di Coppa Uefa e una di qualificazione agli Europei del 2008.
LA CONFERMA - La notizia è stato confermata direttamente dalla Uefa che, attraverso una nota rilasciata alla France Press, ha semplicemente precisato che il numero delle gare nel mirino dell'Europol è di 15 ma si è poi riufiutata di indicare il nome dei club coinvolti e le competizioni in cui si sono giocate le partite truccate.

IL DOSSIER - All'Europol, è scritto ancora su "Der Spiegel", l'Uefa avrebbe invece consegnato un dossier di 96 pagine, a quanto pare dettagliatissimo, contenente persino i metodi impiegati dagli scommettitori per truccare le partite.

MAFIA ASIATICA - Il sistema, talmente redditizio da consentire ai giocatori di "guadagnare uno o due milioni puntando la stessa cifra su partite truccate", avrebbe il suo epicentro in Asia, dove i controlli sono meno efficaci che in Europa. Gli "incassi", invece, servirebbero anche come riciclaggio di denaro ricavato dal traffico di droga, dalla prostituzione e dal traffico di armi.

fonte gazzetta dello sport

Edited by sanguegialloverde - 1/4/2008, 10:21
 
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IL PROCESSO GEA apello-Giraudo reticenti
Giallo a Moggi per minacce

Nel corso dell'udienza del processo Gea, troppi i "non ricordo" del c.t. inglese e dell'ex a.d. della Juve, per quest'ultimo si ipotizza anche la falsa testimonianza. Per loro il pm ha ipotizzato il reato di reticenza in corte. Frattanto l'ex d.g. della Juve, minacciato di espulsione dall'aula per alcuni gesti minacciosi nei confronti dell'ex d.s. della Roma Franco Baldini, testimone
Fabio Capello stamattina fuori dal tribunale prima di deporre. Reuters
ROMA, 31 marzo 2008 - Al termine dell'udienza di oggi del processo Gea davanti alla decima sezione penale del tribunale di Roma, il pm Luca Palamara ha chiesto che gli siano trasmessi gli atti delle testimonianze di Fabio Capello e Antonio Giraudo, per valutare la possibilità di incriminarli per reticenza e falsa testimonianza. Palamara ha detto al presidente del collegio, Luigi Fiasconaro, di voler chiedere gli atti "per valutare l'eventuale reato di reticenza rispetto alle dichiarazioni rese nei verbali di interrogatorio per quello che riguarda Capello, e per la difformità dalle dichiarazioni rese da David Trezeguet, per quello che riguarda Giraudo". Stamattina Capello ha negato di aver mai avuto rapporti con i dirigenti di Gea World e di aver ricevuto pressioni nella gestione dei calciatori ai tempi in cui era allenatore della Roma e della Juventus. "Non ho mai parlato con Luciano Moggi e non mi sono mai interessato di come venivano collocati i calciatori in esubero. Do indicazioni per acquisti e trasferimenti, poi do il compito al direttore sportivo della società di provvedere", aveva detto Capello, ascoltato in qualità di testimone nel processo che vede imputati Luciano Moggi, il figlio Alessandro, Davide Lippi, figlio dell'ex c.t. azzurro Marcello, e alcuni ex dirigenti della Gea World. Ascoltata la testimonianza, il pm Luca Palamara ha chiesto e ottenuto gli atti della deposizione.
Capello nella sua deposizione aveva detto numerose volte "non so, non ricordo", confermando però poi quanto dichiarato in istruttoria. A un certo punto l'ex allenatore della Roma ha dichiarato: "Ho visto un paio di volte Franco Zavaglia, ma penso che non saprei riconoscerlo", e questo stando seduto proprio davanti a Zavaglia.
Frattanto, nel corso dell'udienza mattutina l'ex d.g. della Juventus Luciano Moggi, era stato ammonito formalmente, con minaccia di espulsione dall'aula, dal presidente della X sezione del tribunale Luigi Fiasconaro per dei segnali con la mano rivolti al testimone Franco Baldini, ex ds della Roma e attuale general manager dell'Inghilterra. Nel corso della sua testimonianza Baldini si è rivolto all'ex dirigente bianconero, seduto accanto al suo difensore Marcello Melandri, e gli ha detto: "Luciano, hai 18 avvocati, se mi lasci in pace... ho già dato con te". Nella circostanza stava rispondendo a una domanda su un colloquio avuto con Moggi nel 2001 in occasione di una cena di Natale della Federcalcio.
SEGNALI - Alla richiesta di spiegazioni da parte di Fiasconaro, il teste ha dichiarato che il riferimento era ad alcuni atteggianti definiti come "soliti segnali minatori che mi sta facendo e che ha sempre fatto". Baldini stava parlando di un colloquio in cui Moggi lamentava le difficoltà della Gea ad acquisire le procure dei giovani del vivaio giallorosso. Fiasconaro ha invitato tutti i presenti ad evitare gesti, battute e accenni di qualsiasi genere.
MOGGI - Successivamente, in una dichiarazione spontanea Luciano Moggi si è scusato " Chiedo scusa per il mio atteggiamento - ha detto - ho subito un po' di tutto in questi anni per il fatto di aver lavorato bene. Da quello che ha dichiarato Capello nei verbali di interrogatorio, si capisce l'invidia che Baldini provava nei miei confronti. Vorrei ricordare che Baldini fu deferito dalla procura della Figc perché fece avere a Recoba un passaporto falso, per cui in sede penale l'Inter fu condannata. Per Chiellini, vorrei ricordare che non fu rubato alla Roma, ma che in quel periodo la Roma non poteva comprare sul mercato come risulta dalle carte della federazione".
GIRAUDO - "È inevitabile che società di primo piano abbiano rapporti con procuratori e intermediari". L'ha detto l'ex a.d. della Juve, Antonio Giraudo, sentito come testimone al tribunale di Roma per il processo Gea. «Con la Gea - ha detto Giraudo - i rapporti sono sempre stati buoni. Era una società nuova, composta da giovani, laureati, seri, che volevano portare un cambio generazionale nel mondo del calcio. Li conoscevo un po' tutti, perché tutti figli di persone o del mondo del calcio o di altri ambienti nei quali ho operato". "Quando fu introdotta la normativa sul conflitto d'interessi, decidemmo di seguire o io o Bettega la conclusione di tutti i contratti, anche se Moggi come dg partecipava alle strategie di mercato. A me aveva fatto piacere che Alessandro Moggi entrasse nel mondo del calcio, perché era uno preparato. Sapevo che l'obiettivo della Gea non era solo fare da agenti, ma lavorare a 360 gradi con i calciatori, come fanno alcune agenzie negli Usa che curano il patrimonio e l'immagine degli atleti". "Suggerii ad Alessandro Moggi - ha continuato Giraudo - di andare a fare il d.s., ma solo perché vedevo l'invidia che girava intorno alla Gea. Il rapporto tra Roma e Juventus cambiò quando il timone fu preso da Rosella Sensi, con la quale portammo a termine l'affare Emerson. Ricordo che in quell'occasione vi fu anche un intervento di Veltroni, che organizzò un pranzo tra me e la Sensi anche per cercare di stemperare le tensioni con i tifosi".
gasport


fonte gazzetta dello sport
 
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view post Posted on 5/4/2008, 09:30
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gare truccate

LONDRA, 4 aprile - Nuovo scandalo in Premiership: un ex calciatore della massima serie inglese ha "combinato" una partita in cambio di una bustarella di 65 mila euro per saldare un debito di gioco. Secondo il tabloid "Sun" e "The Indipendent" il giocatore, di cui non è stata rivelata né l'identità né la squadra di appartenenza, non solo si sarebbe fatto espellere deliberatamente, ma avrebbe convinto anche tre compagni di squadra a farsi ammonire. La partita in questione, disputata in uno delle ultime due stagioni, si è conclusa con la puntuale sconfitta della squadra "che doveva perdere", come d'accordo tra l'anonimo calciatore e l'agenzia di scommesse che ha così accettato di cancellare il suo debito. Nel frattempo - scrive il tabloid britannico - il giocatore si è sottoposto a un trattamento contro la dipendenza dal gioco. La sua storia è emersa questa settimana all'interno della clinica Sporting Chance nel Hampshire, fondata dall'ex Arsenal Tony Adams, dove diversi atleti negli ultimi anni sono stati curati da vari tipi di dipendenza. «Né io né la clinica siamo responsabili di ciò che i nostri clienti, o ex clienti, possono raccontare, ma nel caso specifico posso confermare che sono a conoscenza di questa storia», ha dichiarato Peter Kay, direttore generale della struttura. Una fonte della clinica ha inoltre raccontato che un altro atleta delle serie minori ha tentato il suicidio dopo aver accumulato un debito di gioco di quasi 50 mila euro, mentre alcuni giocatori della Premier League nelle ultime settimane si sono sottoposti a trattamenti disintossicanti dalla cocaina all'insaputa dei rispettivi club.

INDAGINE - Di fronte alle rivelazioni del "Sun", la Football Association ha promesso l'apertura di un'inchiesta per fare piena luce sulla vicenda. «Indagheremo su queste anticipazioni della stampa» ha detto un portavoce della Fa.
fonte corriere delo sport

Edited by sanguegialloverde - 5/4/2008, 10:53
 
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il gruppo degli onesti!

TORINO, 8 aprile - È sfociata in una corposa relazione della Guardia di Finanza e nell' iscrizione nel registro degli indagati di 15 persone - secondo quanto si è appreso da ambienti della Procura di Torino - l' inchiesta della stessa procura sui redditi che non sarebbero stati dichiarati dall' allenatore della nazionale inglese Fabio Capello, accusato di evasione fiscale. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano La Stampa, fra coloro che sono stati iscritti nel registro degli indagati vi sono anche il presidente della Roma Calcio, Franco Sensi, le figlie Rosella e Maria Cristina, il presidente del Genoa Enrico Preziosi, la moglie di Capello Laura Ghisi e i figli Edoardo e Pier Filippo, oltre ai commercialisti di due studi milanesi.

Gli accertamenti erano scattati lo scorso inverno dopo una segnalazione dell' Agenzia delle entrate e riguardano le dichiarazioni dei redditi nel periodo dal 2004 al 2006. A Capello viene contestata un' evasione di 16 milioni di euro legata a contratti siglati quando allenava la Roma. Il terminale delle somme, come era già emerso nel gennaio scorso, è stata la società Sport 3000 che ha sede nel Lussemburgo. Attraverso quest' ultima Capello si impegnava a fornire profumi, capi di abbigliamento e vari accessori col suo marchio. Secondo la procura di Torino queste forniture sarebbero arrivate solo in parte alla Roma, che poi non avendole ritirate pagò una penale. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di un sistema per evadere il fisco. Il nome di Preziosi compare per un secondo filone di indagine che riguarda una partecipazione azionaria di Capello nella Giochi Preziosi. Dopo alcuni riassetti societari Capello avrebbe ceduto la propria partecipazione a un "trust" nella Manica del presidente del Genoa evitando così il pagamento di tasse.
fonte corriere dello sport
 
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un poco di giustizia!
Testata di Zidane, Materazzi vince
la causa contro il Daily Star
Il giornale si è scusato per le false accuse di razzismo indirizzate al difensore azzurro, che le ha accettate

La "celebre" testata alla finale dei mondiali

LONDRA - Marco Materazzi ha vinto la battaglia legale con il Daily Star: lunedì pomeriggio, davanti all'Alta Corte di Londra, il giornale si è scusato per le false accuse di razzismo indirizzate al difensore interista in occasione dell'espulsione di Zinedine Zidane nella finale del Mondiale 2006. All'indomani dell'epilogo trionfale di Berlino, il tabloid inglese aveva attribuito a Materazzi, atteso a Londra, pesanti insulti a sfondo razzista indirizzati alla madre del campione francese. Una provocazione anti-islamica che avrebbe poi scatenato la reazione del francese.

ALTRE CAUSE- A distanza di poco meno di due anni, l'Alta Corte londinese ha però dato ragione al difensore nerazzurro che ha ricevuto dunque le scuse del tabloid tramite il tribunale e poi sullo stesso giornale. Il Daily Star - ha spiegato il legale di Materazzi, Steven Heffer - dovrà anche risarcire i danni d'immagine subiti dal giocatore dell'Inter, così come i costi legali della causa. Materazzi ha avviato contenzioni legali anche con altri due tabloid britannici, Sun e Daily Mail.


Marco Materazzi all'uscita dell'alta Corte a Londra (reuters)
SCUSE ACCETTATE - «Ho apprezzato sinceramente le scuse pubblicate sul 'Daily Star' - ha dichiarato Materazzi alla stampa inglese - La verità alla fine è uscita fuori finalmente e non vedo l'ora che arrivi una conclusione positiva e veloce anche per quanto riguarda le cause che ho in corso con gli altri due quotidiani che hanno pubblicato delle bugie sul mio conto. Solo allora sarò sinceramente soddisfatto».

fonte corriere della sera


 
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Secco e Bettega deferiti per trattativa Criscito
Milano, 11 aprile - Una nuova bufera sta per abbattersi sul mondo nostrano del pallone. Niente a che fare con la prima Calciopoli, che sconquasso` i piani alti dei Palazzi di mezza serie A. Ancora una volta a essere tirata in mezzo e` la Juventus. Alessio Secco, attuale direttore sportivo della societa` bianconera, e Roberto Bettega, ex vicepresidente del club torinese, sono stati infatti deferiti alla Disciplinare dal procuratore Stefano Palazzi per aver trattato con Enrico Preziosi, presidente del Genoa, l`acquisto di Domenico Criscito.

Il patron rossoblu` (deferito a sua volta), all`epoca, era stato inibito in via definitiva dalla giustizia sportiva. Secco e Bettega sono stati deferiti per la violazione dell`art.1, comma 1 (violazione dei principi di lealta`, correttezza e probita`) e dell`art. 8, comma 1 (illecito amministrativo per informazioni mendaci, reticenti o parziali). Per lo stesso motivo, sono stati notificati i deferimenti al vicepresidente del Genoa Giambattista Pastorello, per aver partecipato alla trattativa quando non era ancora vicepresidente e anche ad Alessandro Zarbano, amministratore delegato del Genoa. Inoltre per responsabilita` oggettiva sono state deferite anche la Juventus e il Genoa.

Ma anche un`altro filone sta facendo tremare le sedie dei potenti del calcio italiano. Diversi dirigenti calcistici, tra cui spiccano i nomi del presidente del Livorno Aldo Spinelli e del direttore sportivo del Palermo Rino Foschi, sono stati deferiti dal procuratore federale alla commissione disciplinare della Figc per avere intrattenuto rapporti con Luciano Moggi, che come noto e` stato inibito dalla giustizia sportiva per il suo coinvolgimento in Calciopoli. La decisione e` stata adottata dopo aver esaminato gli atti messi a disposizione dalla procura della repubblica di Napoli
F. AGM-DS

Edited by sanguegialloverde - 12/4/2008, 17:12
 
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IERI ALLO STADIO DELL'UDINESE NELLA PARTITA UDINESE ROMA E' SUCCESSO QUALCOSA DI GRAVE CHE OFFENDE LE REGOLE DELLO SPORT.
IL SIGNOR TOTTI SI E PERMESSO DI OFFENDERE RIPETUTAMENTE IL DIRETTORE DI GARA, REO DI AVERLO OSTACOLATO IN UNA AZIONE DI GIOCO. IL DIRETTORE A SUA VOLTA SBAGLIA ANCHE LUI ..SOLAMENTE AMMONENDOLO.. CI STAVA IL ROSSO ,CON RELATIVE SQUALIFICHE PER LE PARTITE SUCCESSIVE. IL CAMPIONATO POTEVA ESSERE CHIUSO .PER IL VERTICE! MA LA COSA PIU' STRANA CHE TUTTA LA STAMPA NAZIONALE NON METTE IN RISALTO QUESTA BUFFONATA DEL PUPONE ,ANZI SPALLETTI QUASI LO GIUSTIFICA ..

Edited by sanguegialloverde - 17/4/2008, 07:29
 
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torino.. chiesto a giudizio per alcuni ex calciatori

I due sono Michele Padovano, accusato di far parte della rete di spacciatori, e Nicola Caricola, chiamato in causa per un episodio di cessione di stupefacente
TORINO
Ci sono anche un paio di ex giocatori della Juventus nell’elenco degli indagati di un’inchiesta per traffico di hashish e cocaina dalla procura di Torino, culminata nel 2006 in una serie di arresti da parte dei carabinieri e sfociata in 48 richieste di rinvio a giudizio.

I due sono Michele Padovano, accusato addirittura di far parte della rete di spacciatori, e Nicola Caricola, chiamato in causa per un episodio di cessione di stupefacente. L’udienza preliminare è fissata il 16 maggio. Nel procedimento - di cui parla oggi il quotidiano La Repubblica - compare anche il nome di Gianluca Vialli, ma solo nella veste di testimone.

L’indagine era partita nel 2004 e riguardava un flusso di hashish dalla Spagna: la droga viaggiava nascosta in camion carichi di arance e finiva nelle mani di un gruppo che, secondo i carabinieri, ruotava attorno alla figura di Luca Mosole, descritto come «un disoccupato di La Cassa (Torino) dal tenore di vita insolitamente elevato» e vecchio amico di Padovano.

Da lui, l’ex atleta - che fu anche arrestato - avrebbe acquistato cocaina poi ceduta a Caricola (che nega l’accusa) e da questi a Vialli, che però, nel corso dell’interrogatorio, ha dimostrato di avere fatto saltuariamente uso solo di qualche spinello.
fonte la stampa
:due: :due: :due: :due: :due: :due: :due: :due: :due: :due: :due: :due: :due:
finalmente la stampa ne parla!
ma la sanzione e'ridicola!!!!!!!!!



Ammenda per il capitano della Roma, ammonito ieri a Udine per avere ripetutamente insultato l'arbitro Rizzoli. Squalificati per una giornata 21 giocatori. Il d.g. dell'Udinese Leonardi a Radio Radio: "Una vergogna che abbia chiamato Collina". Ma l'Aia nega la presunta telefonata

MILANO, 14 aprile 2008 - Mille euro di ammenda e l'ammonizione è il prezzo che Francesco Totti dovrà pagare per i ripetuti insulti all'arbitro Rizzoli che, durante la partita Udinese-Roma, con i friulani in vantaggio per 1-0, si era involontariamente posto sulla traiettoria di un tiro del capitano della Roma che avrebbe potuto fruttare il pareggio. L'ammenda è stata comminata dal giudice sportivo che, a causa del fatto che mercoledì si gioca il recupero Juventus-Parma, ha anticipato ad oggi l'esame dei referti arbitrali sulle gare della quattordicesima giornata di serie A.
GLI ALTRI SQUALIFICATI - In merito alle partite della 33ª giornata di serie A, il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha squalificato 21 giocatori. Bonera (Milan) per 2 giornate. Gli altri tutti per una giornata: Ambrosini (Milan), Barzagli (Palermo), Canini, Cossu e Parola (Cagliari), Cascione (Reggina), Contini e Pazienza (Napoli), Di Michele, Lanna e Recoba (Torino), Gastaldello e Sammarco (Sampdoria), Alessandro Lucarelli e Milanetto (Genoa), Paci (Parma), Piccolo (Empoli), Portanova (Siena), Siviglia (Lazio) e Vieira (Inter).
L'UDINESE SI LAMENTA - "Totti andava espulso": lo ha ribadito oggi Pasquale Marino, allenatore dell'Udinese, che è ritornato sull'episodio che ha avuto al centro il capitano giallorosso e l'arbitro Rizzoli. "Il regolamento doveva essere applicato nella stessa identica misura - ha detto Marino -, come è successo in precedenza con altri giocatori".
Il direttore generale dell'Udinese, Pietro Leonardi, intervenendo nel corso di una trasmissione dell'emittente romana Radio Radio, ha addirittura definito "una vergogna" il fatto che Totti abbia chiamato il designatore Collina per scusarsi delle offese rivolte all'arbitro Rizzoli durante la gara tra Udinese e Roma. "Quando io ho chiesto di parlare con il settore arbitrale per l'espulsione di Dossena - ha detto Leonardi a Radio Radio - mi è stato risposto che la sede più opportuna erano le riunioni tecniche. Poi leggo che Totti chiama Collina: come si possono avere certi numeri?".
LA SMENTITA DELL'AIA - Dopo Udinese-Roma non c'è stato alcun contatto telefonico tra Francesco Totti e il designatore arbitrale Pierluigi Collina. Lo precisa in una nota l'associazione italiana arbitri anche perchè l'ipotesi, accreditata da qualche quotidiano, che il capitano giallorosso avesse chiamato Collina per scusarsi degli insulti indirizzati all'arbitro Rizzoli durante la partita aveva suscitato commenti e proteste negli ambienti calcistici. "Relativamente alla notizia di un presunto contatto telefonico intercorso ieri sera tra il capitano della Roma Francesco Totti e il designatore C.A.N. Pierluigi Collina dopo la gara Udinese-Roma - si legge nella nota dell'Aia - la Commissione Arbitri Nazionale ribadisce che ciò non corrisponde al vero e che, in via definitiva, non vi è stato alcun contatto tra i soggetti citati".
gasport

Edited by sanguegialloverde - 16/4/2008, 13:33
 
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view post Posted on 24/4/2008, 05:50
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L'ex diesse juventino avrebbe agito anche come "dirigente di fatto" del Messina



Telefonate con schede straniere
Deferiti Moggi, Fabiani e 10 arbitri

Luciano Moggi
ROMA - Utilizzavano schede telefoniche di gestori stranieri per il loro "sistema" di comunicazioni riservate con gli arbitri. Con questa motivazione, la Procura federale della Figc ha disposto nuovi deferimenti nell'ambito del secondo filone dell'inchiesta su Calciopoli. Stefano Palazzi, "esaminati gli ulteriori atti di indagine posti in essere dalla Procura della Repubblica di Napoli, ivi compresi gli ultimi atti pervenuti alla Procura Federale in data 21 dicembre 2007", ha deferito in tutto 14 persone alla Commissione Disciplinare.

I primi della lista sono l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, e l'allora dirigente del Messina ora alla Salernitana, Mariano Fabiani, accusati di avere, "nel corso della stagione sportiva 2004-2005, costituito un sistema di comunicazioni riservate con Associati Aia, fornendo ad alcuni di essi, direttamente o per interposta persona, schede telefoniche di gestori stranieri, e per essersi avvalso personalmente di tale forma di comunicazione 'riservata'".

Moggi è stato deferito anche per aver svolto, "fino al 2005-2006, in costanza di tesseramento con la Juventus, funzioni di fatto di dirigente della società Messina, collaborando con i suoi dirigenti Franza, Fabiani e Bonsignore, nei periodi in cui erano rispettivamente in carica, nelle funzioni decisionali". Fabiani, il presidente del Messina Pietro Franza e l'allora dirigente dei siciliani Mario Bonsignore, sono stati pertanto deferiti per essersi avvalsi,"sino alla stagione sportiva 2005-2006, delle funzioni di fatto di tipo direttivo svolte da Moggi, all'interno del Messina, con ciò eludendo la normativa federale".

Dieci fischietti. A completare il quadro ecco i deferimenti anche di Gianluca e Romeo Paparesta, Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis e Marcello Ambrosino, tutti all'epoca dei fatti tesserati Aia, "per avere utilizzato schede telefoniche di gestori stranieri e per essersi, così, avvalsi del sistema di comunicazioni riservate costituito da Moggi e Fabiani".


(23 aprile 2008)
f . la repubblica it
 
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view post Posted on 1/5/2008, 05:30
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non ci sono parole!
Ronaldo è rimasto solo
"Scaricato dalla fidanzata"

Scrive il brasiliano O Dia: "Bia Anthony non ha accettato le spiegazioni e lo ha mollato". Ora il Fenomeno si troverebbe abbandonato e depresso con mamma Sonia e anche la Nike pensa al divorzio. Intanto il motel dell'incontro con i trans batte cassa
Maria "Bia" Anthony con Ronaldo all'arrivo a Parigi. LaPresse
RIO DE JANEIRO (Brasile), 30 aprile 2008 - E la fidanzata? Se lo erano chiesto tutti, che fine avesse fatto Maria Beatriz Antony dopo che il suo Ronaldo era stato ricattato da tre trans. Secondo il quotidiano O Dia la ragazza, rimasta vicino al Fenomeno nei giorni successivi all'infortunio, compreso il viaggio e la degenza post-operatoria a Parigi, lo avrebbe già mollato.
MOLLATO - E' il ritratto di un Ronaldo solo e depresso quello che infatti tratteggia oggi la stampa brasiliana. L'attaccante rossonero avrebbe lasciato Rio de Janeiro per Angra Dos Reis, con lui solo mamma Sonia. Prima di partire, avrebbe fatto in tempo a negare l'accusa di aver assunto cocaina, come sostenuto inizialmente da Andreia Albertine, il travestito che per primo aveva accompagnato Ronaldo in hotel. A seguire, il tentativo di spiegazioni alla fidanzata, evidentemente non convincenti secondo quantro scritto da O Dia.
CRISI NIKE - Maria "Bia" Anthony, 23enne laureata in ingegneria, avrebbe detto basta alla relazione cominciata all'inizio del 2007. E lo stesso, secondo il quotidiano Extra, starebbe per fare la Nike, sponsor del Fenomeno. Il colosso dell'abbigliamento sportivo non ha affatto gradito le vicende delle ultime ore e potrebbe mollare il suo testimonial: una clausola - scrive il quotidiano - consentirebbe di rescindere il contratto per eventi capaci di danneggiare l'immagine dell'impresa.
DEBITO - I guai, però, non finiscono qui: Ronaldo se ne è andato senza pagare il conto del motel dove ha avuto l'incontro con i tre trans, e il proprietario ha presentato oggi un reclamo. Lo ha fatto sapere il commissario incaricato del caso, Carlos Nogueira, che ha però precisato: "Ronaldo è andato via senza pagare il conto perché non aveva più soldi in tasca, dopo aver dato tutto quello che aveva nel portafogli ai tre travestiti". Il Fenomeno deve al motel 300 dollari, per l'uso di una stanza per quattro persone e consumo di whisky, Martini, vodka e cognac.
gasport



 
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amante bel calcio
view post Posted on 15/5/2008, 15:08




come mai parli solo delle malefatte delle altre squadre è della tua non ne parli. direi di cominciare di una notizia fresca fresca INSABBIERANNO TUTTO ANCHE STAVOLTA?


Repubblica - Si parlerebbe anche di scommesse effettuate da alcuni giocatori dell´Inter sulla vittoria dello scudetto 2006/2007 (poi conquistato proprio dai nerazzurri) nelle intercettazioni telefoniche eseguite dai Carabinieri di Trento. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire i contenuti delle conversazioni registrate, ma la vicenda rischia comunque di avvelenare il finale del campionato in corso: domenica si gioca l´ultima giornata, con lo scudetto ancora da assegnare e l´Inter in vantaggio sulla Roma di un solo punto. Non bastavano Manninger e Kharja. Non erano sufficienti il gatto nero di Figo, l´incubo del 5 maggio, lo spettro del braccino e il rumore di fondo delle polemiche. No. Ad avvelenare questa tesissima vigilia nerazzurra ci voleva altro. Qualcosa di imprevedibile. L´ultimo capitolo di questa marcia di avvicinamento alla domenica più importante dell´anno è scritto con il linguaggio confuso e suggestivo delle intercettazioni telefoniche. Da una parte della linea Domenico Brescia, titolare di una sartoria nella zona di Saronno ed ex frequentatore assiduo della Pinetina, indagato dalla procura distrettuale antimafia milanese e dai carabinieri del Ros in una indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso in cui, uno dei punti cardine, riguarderebbe il traffico di stupefacenti. Dall´altra, un lungo elenco di giocatori dell´Inter: Materazzi, Ibrahimovic, Zanetti, Mihajlovic e persino l´allenatore, Roberto Mancini. Tanto per evitare equivoci o anche solo dubbi: nessuno degli interisti al momento è indagato e nessuno degli interisti è implicato in alcuna vicenda penalmente rilevante. Detto questo, i contatti ci sono e sono, effettivamente un po´ imbarazzanti.
Quale fosse la natura di questi contatti è presto detto. Domenico Brescia – che già in passato avrebbe avuto guai con la giustizia e che gli stessi vertici dell´Inter avrebbero di recente allontanato dalla Pinetina – attraverso un suo amico e collaboratore con un´attività di import export di automobili, anche lui indagato, era in grado di procurare a prezzi vantaggiosi macchine di lusso e oggetti di valore, come orologi di marca e altri gadget. I giocatori, forse ignorando i dettagli relativi alla fedina penale del soggetto in questione, si avvalevano dei suoi servizi. E, con il tempo, erano diventati anche amici. Tanto che Brescia – storico amico di Spillo Altobelli – fino a qualche tempo fa era, appunto, un frequentatore abituale di Appiano Gentile. E, ovviamente, anche di San Siro. Il problema è che, come spesso capita con le intercettazioni telefoniche, non tutte sono chiare. E così gli inquirenti hanno il dubbio che i rapporti tra gli indagati e gli uomini che domenica a Parma si giocheranno lo scudetto non fossero limitati alla compravendita di oggetti preziosi ma andassero anche al di là. La conversazione forse più imbarazzante, quella il cui contenuto è più difficilmente spiegabile, riguarda l´allenatore Mancini. Che in linea con il collaboratore di Brescia – che si trovava all´estero in una sorta di latitanza, in attesa di una sentenza che avrebbe potuto valergli il carcere – gli chiede se l´indulto, imminente, non avrebbe cancellato tutto. Dimostrando così di essere a conoscenza della situazione. Sempre nel capitolo telefonate imbarazzanti, uno scambio di battute tra uno degli interisti e Brescia sull´esito del campionato 2006/2007. Da quelle parole – non proprio chiare – qualcuno ha inizialmente pensato di poter avviare una indagine sul filone delle calcio-scommesse. Ma per il momento non se ne è fatto nulla.




CHI DI INTERCETTAZIONI FERISCE.......




Un nuovo caso di intercettazioni telefoniche getta ombre sul mondo del calcio, avvelenando l'attesa della finale dello scudetto di domenica per l'Inter. Diversi giocatori nerazzurri risultano aver avuto contatti con Domenico Brescia, titolare di una sartoria nella zona di Saronno, ed ex frequentatore assiduo della Pinetina, indagato dalla procura distrettuale antimafia milanese e dai carabinieri del Ros in un'indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso, connessa al traffico di stupefacenti.
Materazzi, Ibrahimovic, Zanetti, Mihajlovic e l'allenatore Mancini sono coinvolti nella faccenda, che rimane tutta da chiarire.

Brescia, che aveva già avuto guai con la giustizia e che recentemente gli stessi vertici dell'Inter avrebbero allontanato dalla Pinetina, attraverso un amico - anche lui indagato - procurava a prezzi vantaggiosi macchine di lusso e altri oggetti di valore. I giocatori nerazzurri si avvalevano dei suoi servizi e col tempo erano anche diventati amici.


Gli inquirenti hanno anche espresso il dubbio che i rapporti fra gli indagati e i giocatori che domenica a Parma lotteranno per lo scudetto potessero andare al di là della compravendita degli oggetti: si sta cercando, in particolare, di chiarire il significato di alcune conversazioni oscure, che lasciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati delle affermazioni intercettate se vuoi ti posso documentare degli illeciti riguardante la gestione moratti padre per veri illeciti dimostrati ciao pptresti andare a leggere le sentenze sulla juve prima di parlare non ci sono illeciti che gravano sulla squadra,mentre sulle altre si,vedi milan fiorentina che se la sono cavate per come ben sai,la juve e i suoi tifosi hanno pagato caro aver avuto il migliore dirigente esistente sul mercato.



ti dirò di più, lo scorso campionato l'inter ha vinto il campionato ,perchè non c'èra la juve,e le altre squadre hanno stentato all'avvio per cui quando si erano riprese era già tardi.vedi quest'anno,col fiato sul collo come sono andati in tilt ciao
 
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view post Posted on 15/5/2008, 15:15
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Calciolandese Puro

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caro juventino io scrivo quello che sono sicuro, che e' vero, non posso parlare del tuo giornalino tuttojuve , o corriere di roma. poi la discussione e' aperta a tutti , juventini compresi sei libero di dire la tua idea!


Materazzi, Ibrahimovic, Zanetti, Mihajlovic e l'allenatore Mancini sono coinvolti nella faccenda, che rimane tutta da chiarire. Nessuno di loro è al momento indagato, né implicato in vicende penalmente rilevanti.
FONTE LA REPUBBLICA

Edited by sanguegialloverde - 16/5/2008, 04:09
 
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amante bel calcio
view post Posted on 15/5/2008, 15:25




non c'è nessun problema,solo reputo corretti essere obiettivi,almeno io so di esserlo e riguardo alla juve faccio fede a ciò che ho letto personalmente,le sentenze. mentre tu credi a tutte le intercettazioni,onestamente non pensi che basta cambiare un punto ,una virgola aggiungere o togliere una negazione una preposizione non possa cambiare il senso di una frase?
 
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amante bel calcio
view post Posted on 15/5/2008, 15:51




(La Stampa)

«Ipotesi di violazione dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva», con questa intestazione questa mattina un fascicolo sarà aperto dall’Ufficio indagini della Federcalcio sulla vicenda Inter-De Santis-Vieri. I fatti. Nel 2002 l’arbitro Nucini ha un colloquio con Facchetti e gli racconta di alcuni strani rapporti tra Moggi, l’arbitro De Santis e i dirigenti sportivi Fabiani e Pavarese. Facchetti chiede a Nucini di riferire i fatti alla Procura di Milano (visto che lo stesso aveva perplessità a rivolgersi alla giustizia sportiva), ma non fu fatto nulla. Allora l’Inter si rivolse alla Polis d’Istinto, l’agenzia investigativa di Emanuele Cipriani (legato al responsabile del Cnag della Telecom, Giuliano Tavaroli) per far pedinare De Santis. Da quel momento fu aperto un dossier dal significativo nome in codice: operazione ladroni. Sarebbero, però, anche stati intercettati i telefoni di De Santis e della moglie. Gli stessi furono anche seguiti, fotografati, furono fatte indagini patrimoniali e sui conti correnti. Alla fine il dossier si chiude dicendo che «non furono trovate anomalie nel tenore di vita del soggetto». Contemporaneamente furono intercettate le telefonate di Bobo Vieri e l’attaccante fu anche pedinato, ma soltanto nell’ambito di un «controllo» della società sul calciatore. A seguito del decreto legge del Governo sulle intercettazioni illegali, è tornata d’attualità la vicenda. Perché fu commissionata una inchiesta da parte di un’agenzia investigativa e non fu fatto né un esposto alla magistratura, né una denuncia all’Ufficio indagini? Il voluminoso materiale raccolto sull’arbitro, oltre che valutare il suo tenore di vita, a cosa mirava? E le foto? L’argomento interessa, intanto, anche la Procura di Napoli che nel 2004 proprio a Tavaroli si rivolse per comunicare le intercettazioni delle utenze di Moggi, Bergamo, Pairetto. Sì proprio a Tavaroli che era a capo del Cnag, il centro nazionale autorizzazioni giudiziarie della Telecom, che quindi venne a conoscenza dell’indagine che i magistrati Beatrice e Narducci stavano conducendo proprio sulle stesse persone. Una coincidenza, chiaramente, ma che alla luce degli ultimi sviluppi diventa inquietante: Tavaroli ha detto ai pm che lui riferiva tutto a Carlo Buora, amministratore delegato Telecom e vice presidente dell’Inter. Tutti sanno che in realtà Buora non muoveva un passo senza il nulla-osta di Trochetti Provera. E’ fin troppo facile chiudere il cerchio. L’Inter è nei guai. Guai seri. Tutti hanno capito che le intercettazioni sono state filtrate e fornite al bacio alla Procura di Napoli dalla lobby Telecom di Tronchetti & C. attraverso Tavaroli. Eccoci allo scoop dell’ultima ora: inizialmente, tutti avevano ravvisato, senza dar troppo peso alla cosa in quel momento, che le intercettazioni erano state manipolate e interpretate prima di giungere nelle mani dei magistrati partenopei. Ufficialmente si pensava che fossero stati i Carabinieri di Roma ad aver interpolato con spiegazioni non dovute le sbobinature (azione che peraltro non è loro consentita). In realtà il lavoro di indirizzo era avvenuto ben prima e più in alto. Si parla proprio in quest’ottica del coinvolgimento diretto di Moratti e Trochetti Provera. A questo riguardo Tavaroli adesso sta tentando di fare da parafulmine per salvare le posizioni dei due e soprattutto per tutelare il proprio tesoretto nascosto e, probabilmente, da loro garantito. Alla Procura di Milano, però, hanno già capito dove e cosa cercare e non è esclusa in futuro una collaborazione di Tavaroli per alleggerire la propria difficilissima posizione giudiziaria. Insomma tutte le intercettazioni al centro di Calciopoli sono state confezionate su misura per abbattere dei bersagli precisi: persone e società considerate nemiche. La giostra gira ancora…
con questo articolo chiudo argomento inter ciao
 
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39 replies since 31/3/2008, 16:36   1120 views
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