| Funerale del tifoso, ultrà e no global "Matteo combatteva per i più deboli"
PARMA - Solo due brevi applausi, uno all'arrivo del carro funebre, l'altro all'uscita della bara dalla chiesa, hanno rotto il silenzio con cui centinaia di persone hanno assistito ai funerali di Matteo Bagnaresi, 27 anni, il tifoso del Parma travolto e ucciso da un pullman di supporter juventini domenica scorsa nell'area di servizio Crocetta Nord, in provincia di Asti, lungo l'autostrada Piacenza-Torino.
Nella piccola chiesa della Comunità Betania di Marore di Parma si sono riuniti rappresentanti dei gruppi ultras arrivati da tutta Italia, ma anche attivisti della sinistra alternativa. Al fianco di amici e colleghi di papà Bruno e mamma Cristina, i tifosi con le sciarpe di Bari, Milan, Venezia, Bologna, ma anche Lazio, Brescia, Varese, Napoli, oltre alle delegazioni delle curve spezzine, sampdoriane ed empolesi, gemellate con i 'Boys Parma 1977', gruppo ultrà della curva nord del Tardini di cui Bagnaresi faceva part
Da tutti solo silenzio e commozione, ma anche tanti messaggi scritti su muri, cartelloni e striscioni affissi nelle notte nella strade adiacenti la chiesa: "Il tuo urlo nella curva nord", "Hasta siempre Bagna" e "Sarai sempre nei nostri cuori" i più ripetuti, come era successo nei giorni scorsi per strade e piazze di Parma e nell'area di servizio dove il giovane ha perso la vita. Niente telecamere in chiesa, per espressa volontà della famiglia.
A celebrare le esequie don Luciano Scaccaglia, sacerdote vicino al mondo no global parmigiano e amico del giovane scomparso, e don Luigi Valentini, presidente della comunità Betania. "Matteo ha saputo coniugare la passione per il calcio con l'impegno sociale e politico - ha detto nell'omelia don Scaccaglia - Abbiamo un grosso compito ora: aiutare le persone a cogliere la bellezza dello sport. Non si può andare allo stadio per sfogare un mondo di angosce".
Ricordato più volte l'impegno nel sociale del giovane scomparso: "Matteo ha avuto il coraggio di combattere dalla parte dei più deboli in una città bella e ricca ma non sempre ospitale". "Chi sceglie una filosofia - ha sottolineato don Scaccaglia - può anche sbagliare, ma chi, come Matteo, sceglie i poveri non sbaglia mai. In questo momento, come ci insegnano i fratelli buddisti, serve una sola parola: pace, che è meglio di mille parole inutili". E poi per i genitori: "Mi hanno chiesto di aiutarli a credere - ha concluso don Scaccaglia - e di credere che Matteo viva ancora".
Nella chiesa di Marore c'era anche la delegazione del Parma Fc guidata dal vicepresidente Angelo Medeghini, da molti dirigenti e dai calciatori Ferdinand Coly, Cristiano Lucarelli, Domenico Morfeo e Andrea Pisanu. Non c'era invece il presidente del Parma Tommaso Ghirardi, che si è dovuto recare a Bergamo per la scomparsa improvvisa di un amico di famiglia. In silenzio la folla ha seguito prima le parole del profeta Amos, il salmo 145 e, infine, un brano del vangelo di Matteo.
"Letture che abbiamo scelto secondo quella che sarebbe stata la volontà del nostro amico scomparso", ha sottolineato don Luciano, che ha concluso l'omelia citando le parole scelte dalla famiglia per la tomba del ragazzo: "Ho cercato la mia anima e non ho potuta vederla, ho cercato Dio e mi è sfuggito, ho cercato il povero e li ho trovati tutti e tre". La salma di Matteo Bagnaresi riposerà nel cimitero di Imola, città di origine della famiglia. E domani, in occasione della sfida Parma-Lazio, i 'Boys' osserveranno 15 minuti di silenzio, poi - hanno anticipato - "tiferemo con maggiore forza del solito, come faceva sempre il nostro compagno Matteo".
(5 aprile 2008) - fonte la repubblica
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