Calciolandia Sicilia

Vittoria, un fallimento non solo calcistico ma di tutta la città

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view post Posted on 12/8/2015, 09:38

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Vittoria, un fallimento non solo calcistico ma di tutta la città, dopo 8 anni di attività tra serie D ed Eccellenza arriva la radiazione

Il calcio –quello vero, luogo di passione e vivo coinvolgimento cittadino, imprenditoriale e politico – non è morto lo scorso 6 agosto bensì molto tempo fa, bistrattato da dirigenze non all’altezza, in continuo mutamento, e senza alcun tipo di beneficio economico



Otto anni di calcio. Otto anni di colori biancorossi. Otto anni di Vittoria andati in fumo. Gettati al vento come se niente fosse. In barba a chi, quei colori classici e a strisce verticali, li ha amati, tifati e sudati in mezzo agli spalti e gli stadi di un’intera Sicilia. La società A.C.D. Città di Vittoria – nata dall’allora fusione tra il Comiso calcio di Franco Caruso e lo Junior Vittoria di Giovanni Pinnolo – ha smesso di esistere lo scorso 6 agosto, ovvero 4 giorni fa, quando dal comunicato ufficiale emesso dal comitato regionale della Figc la sentenza è arrivata puntuale ed inconfondibile: Vittoria non iscritto al campionato ed escluso da ogni forma di attività agonistica.

Che in altre parole significa radiazione in vista. E questo perché sulla carta non sembrerebbero esserci nemmeno semplici stralci di progetti aventi a che fare con il settore giovanile. Niente di niente. Una realtà triste, sconcertante, priva di ogni possibile giustificazione. Perché il calcio – quello vero, luogo di passione e vivo coinvolgimento cittadino, imprenditoriale e politico – a Vittoria non è morto lo scorso 6 agosto bensì molto tempo fa, bistrattato da dirigenze non all’altezza, in continuo mutamento, e senza alcun tipo di beneficio economico – specialmente negli ultimi anni – in grado di permettersi persino una mediocre Categoria come quella dell’Eccellenza regionale. E da sciocchi sarebbe anche pensare al fallimento come logica di una certa crisi economica della società.
L’origine è ben più lunga e piena di prove. Continui cambi al vertice dirigenziale (6 presidenti in 8 anni) immense difficoltà di gestione, inadeguatezza di ruoli e mancanza di programmazione (squadre smantellate puntualmente ogni mese di dicembre) organici onerosi per vincere campionati ma senza equivalenti risorse economiche (la stagione Alacqua e l’ultima targata Campanella ne sono la prova) atleti indefinibili per quanto riguarda concetto di sport (vedi lo scempio di Vittoria-Paternò dell’ultimo campionato con 56 giornate di squalifica totali per rissa tra giocatori, 15 denunce e 13 provvedimenti di Daspo) tutto quanto unito al disinteresse generale di una classe politica vicina soltanto a sprazzi (ci si ricorda di un progetto, o di un solo sostegno legato alla valorizzazione del settore giovanile con i soldi deliberati alla società in tutti questi anni? Invece niente, soltanto un inutile balletto legato ai conti delle delibere e dei contributi comunali da rinfacciare, quando attaccati, al presidente di turno).

Perché il fallimento di una società di calcio in una città come Vittoria, più di 65 mila abitanti e con il 60 per cento di ragazzini che si affacciano allo sport per la prima volta allacciando calzoncini e scarpette, non può, e non deve passare inosservato al tavolo delle responsabilità. Impossibile non focalizzare l’attenzione sul tema dell’impiantistica (qualche anno fa per una partita Giovanissimi una società di Vittoria dovette chiedere ospitalità ad Acate a causa di 3 stadi tutti quanti inagibili ancora a settembre) che seppur muovendosi a passo di formica – la nuova struttura polivalente «Marco Verde» progettata e portata a realtà grazie al progetto «Pon» del Ministero dell’Interno, è un’opera che i cittadini aspettavano non da giorni ma da decenni – rimane tuttavia lontanissima da quell’idea e quel modello di modernizzazione e riqualifica delle strutture che ogni buona Amministrazione in tema di sport dovrebbe mettere in cima alle priorità.

Tralasciando le pessime e già storiche condizioni degli stadi «G. Cosimo di Vittoria», «Nino Andolina» di Scoglitti e del campo Emaia, citiamo soltanto il pessimo stato di abbandono dell’ex piscina Terranova e della pista d’atletica «Raffa» di contrada Montecalvo. Ecco perché il fallimento di cui parlavamo prima, riguarda oggi molto di più che il semplice titolo della squadra di calcio cittadina.


Andrea La Lota
 
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view post Posted on 9/8/2017, 10:07

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APPENA 2 ANNI FA ERA STATO RILEVATO IL TITOLO PER DISPUTARE LA PRIMA CATEGORIA, POI FINO AD APRILE IN PROMOZIONE

Vittoria resta senza calcio dopo 50 anni. Restano macerie




Il Vittoria Calcio scompare. Un destino ineluttabile dopo gli appelli accorati della dirigenza uscente con il presidente Clemenza e il ds Iapichino in prima fila. A nulla sono valsi i tentativi e nessuna domanda di iscrizione è stata presentata determinando in automatico la cancellazione del club. Il calcio chiude in forma ufficiale dopo 50 anni, dopo i fasti della serie C a distanza di 11 anni da quel campionato dal quale si determinò poi il fallimento. Ora resta il nulla perché lo stadio resterà chiuso e si potrà ripartire solo dalla Terza Categoria se ci sarà voglia di farla E’ un fallimento di tutta la città, che vive giorni difficili, con una economia stagnante, con una crisi strisciante, con fondi e risorse pubbliche e private ridotte al lumicino.

Dice il presidente del Comitato provinciale della Figc, anche come ex dirigente del Vittoria Calcio, Claudio La Mattina. «Una città che resta senza calcio è come una persona che guarda con un occhio solo. Mi spiace veramente nell’apprendere la notizia ufficiale ma annunciata. Bene hanno fatto i dirigenti uscenti perché vivacchiare come si è fatto in questi ultimi anni non ha senso. Qualcuno oggi farebbe bene a porsi qualche domanda sul perché si è arrivati a questo». La Mattina non va oltre ma è chiaro che il fallimento del Vittoria animerà il dibattito politico visto che all’amministrazione Moscato viene addebitato una mancato impegno nel sostenere lo sforzo della dirigenza.

Il sindaco Giovanni Moscato da parte sua ricorda l´appello lanciato a fine luglio alla classe imprenditoriale della città per farsi avanti e di avere garantito come amministrazione il dovuto alla dirigenza per garantire l´iscrizione al campionato. A nulla è valso l´aiuto e l´appello ed oggi la scomparsa del Vittoria è una perdita per tutto il calcio ibleo che certo non vive il suo momento più fulgido. Vittoria era riuscita a mantenersi a galla due anni fa rilevando il titolo dell’Acate Calcio e disputando il campionato di Prima Categoria, poi il ripescaggio in Promozione ed oggi il fallimento. Una storia che non fa bene a nessuno.

Duccio Gennaro
 
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