| Licata, è arrivato il momento più brutto Gioia Tauro disertata: verso la radiazione
Licata. Non è ancora radiazione, ma poco ci manca. Forse già questa mattina il facente funzione da presidente Raimondo Semprevivo invierà il fax in Lega per chiedere la cancellazione del club gialloblù. A dire il vero, Semprevivo aveva già minacciato da due settimane di chiedere la radiazione in Lega, ma all'ultimo momento aveva desistito per l'intervento, in particolare, dei tifosi che avevano deciso di autotassarsi e di trovare alcuni sponsor. Ma anche questa iniziativa non ha avuto riscontro. La grave crisi economica che assilla l'intera nazione a Licata si è fatta sentire particolarmente e, per questo, i settori produttivi locali sono tutti in ginocchio, la disoccupazione è dilagante e il numero dei poveri in continuo aumento. Tutto ciò non ha consentito al sindaco Angelo Balsamo di poter dare un sostanzioso contributo al club. Il primo cittadino, proprio con un'iniziativa personale, aveva consentito alla società di iscriversi lo scorso mese di luglio al campionato di Serie D. Nella giornata di sabato scorso è stato molto duro nei confronti degli attuali dirigenti gialloblù: «Non hanno un euro, stanno prendendo in giro i licatesi». Parole molto forti, che hanno compromesso i rapporti tra il primo cittadino e i dirigenti della società. A dire il vero la squadra, sempre nella giornata di sabato, avrebbe manifestato la volontà di partire, a proprie spese, alla volta di Gioia Tauro, ma alla fine gli atleti hanno desistito perché evidentemente hanno capito che non c'è più futuro. Da quando è cominciato il campionato, in pratica, più della metà della squadra si allena per conto proprio a Palermo, mentre la parte rimanente si allena al «Liotta» di Licata, in condizioni che è facile immaginare vista l'esiguità del gruppo: non è facile provare gli schemi se si è in pochi e il tecnico Ruisi ha fatto miracoli per tenere i giocatori concentrati. Il Licata, quindi, è vicino alla seconda radiazione nel giro di cinque anni. Quella attuale è la società nata dopo avere acquistato il titolo sportivo dell'Eccellenza dal Campobello di Licata quattro anni fa. Allora si pensava di riportare i colori gialloblù nel calcio che conta. Al primo tentativo fu subito promozione in quarta serie, ma già dallo scorso anno, cominciarono ad esserci problemi economici. Una situazione che è peggiorata mese dopo mese. Un vero peccato per una piazza importante, per una città che ha conosciuto, seppure per due stagioni, la cadetteria. Nacque proprio a Licata lo «Zemanlandia» poi emigrato a Foggia. Con pochi soldi e tanti giovani di prospettiva, Zeman condusse il Licata negli anni Ottanta in Serie C. Poi l'opera fu completata da Cerantola con la promozione storica in B. ma quando le risorse economiche cominciarono a venire meno, il club iniziò a precipitare sempre più in basso fino al primo fallimento avvenuto quattro anni fa. Con il Licata che si ritira a perderci è anche il campionato di Serie D. Il girone I, così come lo scorso anno con la Nissa che comunque concluse la stagione con gli juniores, sarà falsato. Tutte le squadre che finora hanno fatto punti con i gialloblù li perderanno, quelle che dovranno affrontare nelle settimana a venire il Licata osserveranno un turno di riposo. Anche i tifosi ormai hanno gettato la spugna. Fino alla fine hanno sperato che ci fosse una sorta di «Zio Tom» dall'America. Rimanere senza calcio è dura in una città dove lo svago e i momenti di aggregazione sono davvero pochi.
Gaetano Ravanà
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