| Crisi del calcio siciliano, di chi è la colpa?
Scritto da Fabrizio Campagnano
Premetto, non voglio entrare nel merito e non voglio accusare né la LND, né le società che via via verranno citate, però consentitemi di pormi alcuni interrogativi ai quali spero qualcuno risponda. Datemi il diritto di sfogare! Preambolo. Il periodo di secessione economica che stiamo attraversando e la diffusione capillare di eventi trasmessi dalle Tv a pagamento nell'ultimo quinquennio, hanno mandato in crisi lo sport minore a 360 gradi. In passato le associazioni sportive venivano beneficiate dei contributi che le Pubbliche Amministrazioni come le Regioni, le Province e i Comuni ogni inizio stagione elargivano a pioggia, ma è pur vero che in taluni casi chi era alla guida dell'Ente elargente era anche partecipe del percorso sportivo dell'associazione, perché nel bene o nel male li rappresentava.
Ebbene oggi oltre alla mancanza di fondi, c'è il totale disinteressamento degli Amministratori per la cultura ed in particolare verso lo sport, tranne in alcuni casi che definirei oasi nel deserto.
Il calcio, il basket e la pallavolo sono i tre sport maggiormente praticati in Italia, in particolare in Sicilia e di tutte queste mancanze ne soffrono, figuratevi in quale situazione sono gli sport minori come il badminton, il football americano, l'hockey, la pallamano, la pallanuoto, il rugby ed altri, a questo aggiungeteci che in molti casi c'è chi in tutto questo vuole anche il suo torna conto e il gioco è fatto!
L'esempio più lampante che mi viene in mente al livello nazionale è il fallimento totale del movimento cestistico napoletano, che dopo i fasti della Carpisa vincitrice della Coppa Italia 2006, è colato a picco con il progetto capitanato dal signor Papalia che portò nel 2009 da Rieti a Napoli la società cestistica Sebasiani, con l'impresa in un sol colpo di privare la cittadina laziale di una realtà importante e trasformandola in un rapporto forzato con la metropoli partenopea, che stanca dei tanti imprenditori che negli anni si erano succeduti al comando del basket napoletano, fece fallire impietosamente il progetto nel quale fu coinvolta anche la Martos (Società finanziaria), che sentì puzza di bruciato e scappò subito.
Eppure la stagione sembrava fosse iniziata nei migliore dei modi, facendo arrivare all'ombra del Vesuvio il nigeriano Adeleke (poi tagliato), l'asso ex-NBA Damon Jones e il lettone Armands Šķēle. Successivamente venne messo sotto contratto anche il centro Robert Traylor. A causa degli stipendi non pagati, molti giocatori decisero di abbandonare la società (vi ricorda qualcosa?) e la giustizia sportiva penalizzò la squadra, già partita con 2 punti in meno, con altri 6 punti da scontare nel campionato che stava disputando (vi ricorda qualcosa?).
Senza portarvi alla lunga dopo pochi mesi tutti i giocatori lasciarono Napoli, la società pur di mantenere in vita il titolo sportivo mandò in campo i cadetti (vi ricorda qualcosa?), e da lì in poi andò in scena il ridicolo con risultati passati nel guinnes dei primati come nel match perso contro Ferrara 176-50, con un gap di 126 punti, che fece gridare allo scandalo e di come si potesse falsare un campionato nazionale di A2.
Per farla breve la commissione Giudicante della Fip poi la Corte Federale diedero in totale 12 punti di penalità da scontare nella stagione successiva insomma vicende societarie, amministrative, di gioco portarono la società ad arrivare dinanzi al Tas del Coni, che ne decretò l'esclusione dai campionati e tutte le partite perse 20-0 a tavolino.
A dove voglio arrivare un 176-50 nel basket, facendo i dovuti paragoni non è equivalente nel calcio ad un 9-0 con ritiro al 53' dal campo, come è successo in Ragusa-Enna o di un 8-0 visto in Orlandina-Leonzio, dove dignitosamente chi ha avuto il coraggio di affrontare l'impegno ha tenuto fino 90°? L'esclusione dal campionato può essere paragonato alla rinuncia a scendere in campo da parte del Paternò?
Personalmente posso esprimere il mio pensiero e dire che questo non ha senso?
Milazzo, Acireale, Marsala, Messina, Nissa, Avola, Città di Terrasini, Città di Vittoria, Enna, Leonzio, Palermitana, Paternò, è solo un breve elenco di società che quest'anno hanno avuto delle problematiche dirigenziali di vario genere, addirittura l'ultima è stata esclusa da poco dal campionato di Promozione di calcio.
Per puro caso il 18 dicembre trovandomi in zona ho assistito al match valevole per il girone B del campionato di Eccellenza fra Orlandina-Leonzio, incuriosito anche della situazione di una società fondata nel 1909, che rappresenta 103 di anni di storia, le cui vicissitudini sono state ampiamente raccontate anche da SportdelGolfo.com, l'ha portata a schierare in campo la formazione juniores diretta da mister Raspiti, formata da ragazzi nati da 93 al 95, accompagnato dal solo massaggiatore senza nessun dirigente al seguito, se non di qualche curioso genitore di vedere giocare nel campionato di Eccellenza il proprio figlio ancora minorenne. La partita terminava 8-0 per i padroni di casa, i quali ad un certo punto hanno preferito non infierire sui giovani ospiti, visto che al 30' del primo tempo il risultato era già sul 6-0. Che senso ha?
Il 15 gennaio l'Enna calcio, società fondata nel 1946, è scesa in campo a Ragusa, ed al 53' sul risultato di 9-0 si è ritirata. Che senso ha?
Su questi episodi se n'è ampiamente parlato su SportdelGolfo.com e facendo una semplice ricerca tutti i siti di settore ne hanno dato notizia.
Forzandoli ancora che senso ha?
Chiudendo il cerchio, non riferendoci solo all'Enna, alla Leonzio o alle sopracitate società, se della crisi del settore sportivo non ha colpa di chi ha in mano in questo momento le società, chi ne l'ha avute in precedenza, se non ne hanno colpa le Amministrazioni Comunali, Provinciali o Regionali, i dirigenti, i proprietari, i faccendieri, gli sponsor, la Lega, ma di chi è?
Posso dire che gli atleti, che dovrebbero essere i protagonisti delle prestazioni sportive e che hanno indosso una maglia, che rappresenta il nome di una città o di un blasone, la storia di una società, talune volte sono vittime indifese di tutto questo?
Quando una squadra si ritira dal campo, chi si ritira, la società o l'inefficienza di un progetto società-sponsor-amministrazione pubblica?
Poi un'ultima considerazione. Da anni assisto a grandi presentazioni, sfilate di politici, promesse, dirigenti che parlano, parlano, parlano, parlano, parlano poi falliscono ed abbandonano, poi arrivano i salvatori della patria (con p minuscola non è un errore di digitazione), pensando che i tifosi, la stampa e gli addetti ai lavori abbocchino come fanno i pesci attratti dalle lampare!
Il rispetto di tutto questo dov'è finito?
Fabrizio Campagnano - SportdelGolfo.com
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