| Io ho votato per la seconda opzione, anche se credo che tutte e tre le opzioni meritano riflessione, e vi spiego il perche':
Opzione A: siete certi che fermarsi a "giocherellare" in mezzo al campo, per non infierire sugli avversari, a risultato gia' acquisito, sia meno "offensivo" di giocarsela sul serio nonostante il passivo di reti sia gia' alto? Perche' rimettere i remi in barca, da alcuni aspetti potrebbe essere davvero rappresentare, anch'essa, una forma di umiliazione, come a dire "sei talmente scarso che evito di giocarmela con te, non dandoti opportunita' di giocare a viso aperto". Ragion per cui non e' neppure condannabile chi decide di giocare comunque, anche a risultato acquisito, nonostante il passivo sia rilevante, e cio' per rispetto proprio degli avversari e per rispetto dei tifosi che pagano per un regolare svolgimento del match.
Opzione B: L'esatto opposto di quanto scritto sopra puo' anche andar bene, anche se sembrerebbe essere la scelta piu' salomonica, in quanto, nulla cambierebbe in termini di prestigio per la squadra vincente, con la vittoria ormai in tasca, mentre viceversa, per la squadra che soccombe, subire un passivo minore possibile sarebbe meno umiliante che essere surclassati di gol; ma anche qua si riporta all'osservazione di sopra, ossia, "abbiamo subito meno gol del previsto, ma solo perche' gli avversari ci hanno snobbato".....
Opzione C: Anche questa non sarebbe da escludere, e meriterebbe piu' attenzione, soprattutto di chi ha in potere di scegliere la formazione che scende in campo, ove accorgendosene in tempo, potrebbe mandare sul rettangolo di gioco una formazione "adeguatamente composta" da elementi che se da un lato garantirebbero la vittoria, dall'altra sarebbero "a misura" degli avversari. Magari un opportunita' da dare a chi gioca meno lungo il campionato. Ma questa e' una considerazione che andrebbe valutata e vagliata da entrambe le societa', quasi in sinergia, per la serie "non facciamoci del male". Ma come si evince, anche quest'altra ipotesi lasciarebbe non pochi dubbi.
Credo, a mio modesto, parere, che la verita' stia nell'equilibrio di tutte e tre le risposte, e soprattutto ad una corretta gestione delle societa' sportive, per far si che i casi "Enna" non accadano piu', anche per rispetto di chi dedica anima e cuore su questo sport, e che alla fine, tale situazioni non fanno altro che "falsare" i campionati e far perdere il vero senso dello sport, sul campo che sugli spalti.
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