Archivio Calciolandia Sicilia

Il personaggio di Ferro

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Legionario gialloblù
view post Posted on 31/7/2010, 17:43




Vittoria. Ha da poco terminato di arbitrare una "partitella amatoriale", e subito via verso il chiosco adiacente al campetto per mangiare qualcosa prima di fare rientro a casa. Eccolo Luigi Ferro, "vecchia" colonna del calcio vittoriese, beniamino, ancora oggi, di tutti coloro che hanno imparato ad apprezzarlo durante gli anni trascorsi da giocatore a Vittoria; oltre 500 presenze in maglia biancorossa (record assoluto) più di una cinquantina di reti segnate, ma infiniti - ci tiene a precisarlo - assist, che hanno fatto la fortuna dei suoi compagni di reparto. Chiedere a Peppe Cau oppure a Giovanni Sovilla. Sono passati parecchi anni ormai da quando il "tornante" Luigi Ferro (oggi 58enne e nuovo dirigente dell'attuale Vittoria) vestiva la casacca a strisce verticali biancorosse; l'ultima stagione fu nel 1982, prima di smettere definitivamente a 39 anni nel Licodia Eubea (con precedenti parentesi a Ragusa, Rosolini e Chiaramonte). Ma il calcio gli è rimasto nel sangue. A raccontarlo è proprio lui, mentre sfoglia con la semplicità di sempre le foto che lo vedono accanto a grandi del passato: Baresi e Marocchino tanto per citarne alcuni.
Nato a Motta di Liversa (Treviso) scese a Vittoria per la prima volta nel lontano 1969 (all'età di 16 anni) dove oltre a giocare a calcio frequentava anche l'Istituto Tecnico Industriale di Ragusa. E insieme a lui, nello stesso periodo, a fargli compagnia un trio destinato a rimanere negli annali del calcio biancorosso; parliamo dei compagni Ennio D'Avanzo, Turcato e Munarin. La chiamavano " la colonna del nord"; per via di una circostanza alquanto strana: quattro nordici in cerca di fortuna proprio al sud! Ma quei quattro fecero invece la fortuna del Vittoria negli anni 70, protagonisti di un calcio appassionante, ovviamente per quell'epoca. Nel mezzo una promozione in serie D e poi il successo personale al "Trofeo Delle Regioni" (fu la prima volta in assoluto per la Sicilia) dove Ferro (unico convocato vittoriese) cominciò proprio lì a specializzarsi nelle magistrali punizioni "a foglia morta". «Provavo - dice - a mettere la palla sempre sotto l'incrocio, e devo dire che spesso il giochetto mi riusciva».
-Oggi le chiamano alla Del Piero..
«Prima di Del Piero furono tanti altri, l'inventore vero e proprio è stato il grande Mariolino Corso, tornante della gloriosa Inter degli anni 60».
-Luigi Ferro, ci racconti un po' della sua carriera. Come ha incrociato Vittoria..
«Ero rimasto l'unico nel settore giovanile della mia città a non essere scelto durante i provini, poi qualcuno del Vittoria a sorpresa si fece avanti ed io accettai subito la proposta. La mia prima parentesi a Vittoria va dal 1969 al 1972, poi nel 73 passai a Rimini in serie C, dove in panchina sedeva il grande ex centravanti del Bologna Gino Pivatelli. Rimasi lì per un anno e mezzo, per fare poi ritorno in Sicilia».
-Cosa successe l'anno dopo a Rimini?
«Arrigo Sacchi fu chiamato al posto di Pivatelli, e riuscì a portare il Rimini in serie B facendo del calcio spettacolo. Ma io avevo deciso ingenuamente di ritornare giù prima del suo arrivo in panchina. Compromisi anche il rapporto con mio padre, il quale tentò invano di convincermi a restare al nord per il bene della mia carriera calcistica. Niente da fare. Ci raffreddammo molto, anche se oggi debbo dargli ragione. Avrei fatto sicuramente un'altra carriera».
-Dunque torna a Vittoria dopo la prima parentesi giovanile, e dal 1974 al 1982 vestirà biancorosso. Che anni furono?
«Fantastici. Avevamo uno squadrone. Gente come Sovilla, Lo Monaco (attuale diggì del Catania), Shifiliti, Recupero, Porchia, Cannizzaro e tanti altri. Vincevamo divertendo il pubblico. Con quel gruppo portammo per la prima volta il Vittoria in C2».
Un aneddoto di quegli anni..
«Un Ragusa-Vittoria finito 0-4 per noi. Un'emittente locale aveva fatto le riprese di quella partita. La società comprò le immagini e la partita venne proiettata al cinema Roxy e Ctl. Ci fu il pienone per settimane intere e la gente esultava come allo stadio dentro il cinema quando il Vittoria segnava».
Andrea La Lota

FONTE: LA SICILIA
 
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