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| Senatore Usa denuncia Dio: «Mi minaccia» Il giudice respinge: «L'accusato è irrintracciabile»
NEW YORK (16 ottobre) - Dio non può essere chiamato a giudizio perché nessuno sa dove abita. E' questo il verdetto - inattaccabile sotto il profilo della logica - con cui Marlon Polk, giudice della contea di Douglas, in Nebraska, ha respinto l'accusa di Ernie Chambers, il più longevo senatore di quello Stato. Chambers aveva denunciato Dio, colpevole di «minacce terroristiche contro di lui e contro i suoi colleghi, nonché di causare un diffuso stato di paura, morte e distruzione che coinvolge milioni di persone».
Al senatore la parola di Dio non era mai piaciuta: saltava regolarmente le messe, spesso sferrava attacchi piuttosto duri contro i cattolici di Omaha, principale città del Nebraska. Ma la denuncia di Chambers era meno folle di quanto sembri. Il 71enne senatore indipendente, avvocato mai iscritto all'albo, aveva fatto causa a Dio per sostenere che chiunque può essere chiamato in giudizio. «Il mio atto dimostra che tutti possono essere accusati o accusatori - ha detto Chambers - Se Dio è onnisciente, saprà anche di essere chiamato a giudizio». Il giudice Polk, però, ha evidenziato un piccolo problema: il dover recapitare la citazione e chiamare a giudizio una "persona irrintracciabile". E quindi ha respinto l'accusa di Chambers.
Ora il senatore ha 30 giorni per decidere se ricorrere in appello.
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