| Giudice distratto rivela in aula il nascondiglio di un pentito Un giudice a dir poco distratto ha rivelato, durante un processo, l'esatta ubicazione di un pentito chiamato a testimoniare contro il deputato di Forza Italia Gaspare Giudice, accusato di associazione mafiosa.
A commettere la clamorosa gaffe è stato il presidente della terza sezione del Tribunale di Palermo, Angelo Monteleone che, alla ripresa di una pausa, si è lasciato scappare il nome della città da cui Francesco Campanella, il pentito, era collegato in videoconferenza. I giudici, a causa di questo lapsus hanno deciso di interrompere l'udienza e hanno comunicato ai presenti in aula che l'audizione del collaborante non sarebbe potuta proseguire per motivi di sicurezza. La scorta, seguendo le procedure previste per questi casi, aveva infatti già portato via Campanella dal luogo, ormai non più riservato. "È stata colpa mia", ha poi spiegato il giudice Monteleone. Il pentito tornerà a deporre lunedì prossimo, da una città diversa da quella in cui si trovava.
DNA, Jack lo Squartatore era una donna L'analisi del Dna contenuto nei resti di saliva ancora presenti dietro i francobolli delle lettere di Jack lo Squartatore a Scotland Yard ha portato ad una clamorosa rivelazione. Il piu' famigerato serial killer di tutti i tempi probabilmente era una donna, e forse proprio quella Mary Parcey che, tempo dopo il quinto ed ultimo delitto del mostro dell'East End, uccise con modalita' similiari la moglie dell'amante per finire a sua volta sulla forca. L'unico, tra i tanti sospettati, ad essere di sesso femminile.
Lo studio del Dna di Jack lo Squartatore a 118 anni dai fatti e' stato reso possibile da una nuova metodologia messa a punto dall'Universita' di Brisbane. Il nome datole dagli scienziati e' Cell-Track ID, e permette di amplificare le tracce del Dna residuo su documenti vecchi oltre un secolo per centinaia di volte, riportandolo ad un apprezzabile livello di leggibilita'. Un processo applicato a quegli esigui resti di saliva rilevati sulle affrancature delle lettere (molto poche, su un totale di oltre 600 opera di sciacalli e mitomani) usate dall'assassino per sfidare la polizia. Tra queste la piu' famosa, quella che contiene la macabra filastrocca: "Non sono un marinaio, e nemmeno un operaio, e nemmeno un ebreuccio, ma il vostro amicuccio Jack lo Squartatore". L'omicida delle prostitute della periferia est londinese infatti non solo fu il primo ad essere indicato con un soprannome, ma anche il primo ad esserselo trovato da solo per firmare i suoi delitti. Ai medici legali di Brisbane e' bastata una sola cellula per stabilire una serie di punti fermi sull'identita' dello Squartatore, laddove anche le tecnologie in possesso dell'Fbi hanno bisogno di un campione 200 volte superiore. Ian Findlay, il responsabile dell'equipe, ha spiegato all'Independent: "La prova assoluta dell'identita' di Jack lo Squartatore ancora manca, perche' anche se e' possibile risalire al sesso dell'individuo, non ci e' possibile trovare un nome certo". Ma intanto si vanno acquisendo altri elementi utili alle inchieste, mai sospese, e che fanno chiarezza su tutti i reperti ancora agli atti. Elementi che ridanno nuovo significato a vecchie supposizioni, ed a particolari finora trascurati o non valutati per il loro peso effettivo. Come al rapporto con cui l'allora ispettore incaricato delle indagini, Frederick Abberline, avanzava per primo l'ipotesi che l'assassino fosse in realta' un'assassina. Questo perche' diversi testimoni oculari, poche ore dopo la morte dell'ultima vittima dello Squartatore, la prostituta Mary Kelly, sostenevano di averla vista camminare per le strade dell'East End. L'unica spiegazione plausibile, a suo avviso, era che l'omicida fosse una donna che, per abbandonare indisturbata il luogo del delitto, avesse indossato i vestiti della vittima. Un'assassina che forse risponde al nome di Mary Parcey.
La ragazza che ha 250 orgasmi al giorno Sembra incredibile, eppure quanto stiamo per raccontarvi è una storia verificata scientificamente. Una ragazza londinese che risponde al nome di Ellie Allen ha raccontato al settimanale News of the World di soffrire della Sindrome di eccitamento sessuale permanente (Psas).
In pratica la giovane, un'avvenente brunetta di 28 anni, ha qualcosa come 250 orgasmi al giorno, uno ogni 6 minuti circa. Quello che per tanti sarebbe un problema sembra però non pesare alla ragazza che si lamenta soltanto di non trovare un uomo abbastanza resistente: "Il difficile - ha commentato - è trovare un uomo che riesca a stare al mio passo". Lei vorrebbe poter risolvere questo problema una volta per tutte, e avere così una vita normale, ma per la Psas non esiste una cura. Gli orgasmi alcune volte arrivano senza preavviso e la costringono a strillare, anche pubblicamente. "La gente pensa che avere orgasmi tutto il tempo sia piacevole - ha detto al giornale - ma mi guardano come se fossi pazza perché trattengo sempre i miei gemiti oppure mi allontano via per i miei momenti privati". Avere un orgasmo ogni 6 minuti significa non poter fare quasi niente. "Se vado a fare shopping - ha spiegato - lo strusciamento con le altre persone mi causa attacchi. Per non parlare di scale mobili e ascensori, quelli sono insopportabili. E anche il lavoro d'ufficio mi è impossibile: le suonerie dei telefoni o anche la sola fotocopiatrice mi fanno impazzire". Una volta, ha raccontato la giovane, ne ha avuto addirittura uno davanti ad un poliziotto che, inconsapevole, l'aveva fermata a un semaforo. Secondo quanto spiegato dal dottor David Goldmeier del St Mary's Hospital di Londra la vita di Allen, come quella di tutte le persone affette da questa sindrome, non è certo piacevolissima. Questa malattia, diagnosticata per la prima volta nel 2001, crea forte disagio e stress. Generalmente scaturisce dopo aver smesso di prendere particolari antidepressivi. Non esistendo una cura vera e propria l'unica cosa che i malati possono fare è usare gel anestetici capaci di intorpidire le sensazioni. Per la ragazza una sola soddisfazione: "Non trovo mai un uomo che segua il mio ritmo ma almeno li faccio tutti contenti: mi fanno raggiungere l'apice nei primi minuti e ne guadagna la loro autostima".
(quest'ultima dichiarazione e' stata da lei stessa smentita dopo aver conosciuto Joe Shark......ahahahah)
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