| CRISI IPPICA IN SICILIA, L’IPPODROMO DI PALERMO A RISCHIO CHIUSURA
Stampa Email Per questo driver, proprietari di scuderie con i loro cavalli da corsa sono scesi in piazza ieri bloccando il traffico davanti allo stadio, in Viale Del Fante. Sono circa 300 i dipendenti più il vastissimo indotto che rischiano di perdere il posto di lavoro a Palermo: “La nostra situazione è tragica – dichiara a BlogSicilia Marco Spina guidatore -. Da 8 mesi non incassiamo premi. I cavalli devono essere mantenuti. Non abbiamo più finanziamenti. Siamo circa 300 i dipendenti qui a Palermo e circa mille i cavalli. Che fine faranno?”. “Sia subito chiaro un doppio concetto: l’ippodromo non è una bisca, il mondo dell’ippica dà da vivere a 2.500 famiglie in Sicilia” lo specifica Francesco Scoma, naturalmente riferendosi alla grave crisi che attanaglia il settore, in tutta la penisola e, in particolare, in Sicilia dove le due strutture, di Palermo e di Siracusa, rischiano la chiusura. “La politica deve attivarsi positivamente – dice il capogruppo del Pdl all’Ars – Per questo stiamo già preparando un atto ispettivo e uno di indirizzo che impegni il governo regionale a intervenire presso quello nazionale affinché sia riveduto al ribasso il sistema della trattenute nei riguardi delle scommesse sul trotto e sulle corse di galoppo, al momento di troppo superiore alle aliquote applicate sui pronostici sportivi, e perché siano finalmente pagati i premi che lo Stato non salda da sette mesi”. “Ho già contattato parte della deputazione siciliana al Parlamento nazionale – conclude Scoma, il quale non esclude un intervento legislativo autonomista – perché si attivi allo stesso modo a Roma”. “Il pagamento immediato dei premi che lo Stato non onora da sette mesi e l’abbassamento delle percentuali di trattenuta sulle scommesse, per evitare il tracollo immediato di un settore che dà da vivere a 2500 famiglie nell’Isola. Subito dopo, un intervento legislativo mirato per scorporare la Favorita e il Mediterraneo, ippodromi rispettivamente di Palermo e Siracusa, dalla drammatica situazione della quale soffre l’Ippica nazionale”. Dichiarazione e annuncio di un prossimo disegno di legge sono dei deputati regionali del gruppo Pdl, i Fratelli d’Italia Salvino Caputo e Vincenzo Vinciullo. “La situazione è gravosa – ha dichiarato Giancarlo Di Meo, guidatore professionista e allenatore – perchè non abbiamo nessun ente tecnico che ci gestisce l’ex Unire. I premi al traguardo non vengono pagati da circa 8 mesi quindi l’unica fonte di denaro in questo momento è il pagamento premio a tragurado. Non percepiamo nessuna percentuale da parte dei guidatori. Il lavoro va a rilento perchè molti proprietari di cavalli non riescono a pagare la pensione mensile. Il governo dimissionario non ci aiuta. Confidiamo nel presidente della Regione che si interessi alla nostra causa. Stiamo lavorando insieme all’Agit, l’associazione nazionale guidatori di trotto per trovare una soluzione anche nella privatizzazione. Un singolo cavallo costa circa 800 euro al mese tra la pensione mensile dei proprietari che comprende l’operaio, la paglia, finimenti, rotabili per l’allenamento. Quindi i costi sono molto elevati”. “Non prendiamo soldi dal mese di luglio dai premi al traguardo – dichiara Marco Di Meo, vice presidente nazionale guidatori trotto -. E’ un problema sia per le famiglie che per i cavalli che hanno bisogno di cure. Il problema riguarda anche il calo delle scommesse ippiche che dovrebbero essere in una situazione di competitività insieme alle altre scommesse nazionali con l’abbassamento del prelievo perché a subito la concorrenza degli altri giochi. Altro problema è stato il taglio del ministero dell’Agricoltura del 2011. Il ministro Romano infatti ha tagliato il 42% dei finanziamenti destinati all’ippica. Oggi, poi ci tolgono anche i premi al traguardo”. La crisi dell’ippodromo non riguarda solo gli operai diretti ma anche l’indotto: “Per mantenere in piedi lo spettacolo – continua Giancarlo Di Meo – sono coinvolte l’agricoltura, con il fieno, mangime, le industrie, con l’abbigliamento, i sulchi, i medicinali etc, vengono coinvolti tanti di quei settori che il numero delle famiglie che risentono della crisi cresce in modo esponenziale. Questa mattina abbiamo avuto un incontro alla Regione con l’onorevole Scoma e Caputo che hanno proposto un interpellanza parlamentare per capire lo stallo dei pagamenti.” “L’indotto collegato dell’Ippica, per altro, dà lavoro ad aziende non esclusivamente impegnate nel settore, quali quella dell’abbigliamento, soltanto per fare un esempio – sottolineano Caputo e Vinciullo – E tutte queste aziende, grazie al rapporto lavorativo con l’Ippica che ne incrementa il fatturato, aumentano il proprio gettito fiscale. Dunque, lo Stato non avrebbe che da guadagnare nel trattare il comparto in modo …razionale: non come un figlio della scommessa minore”. In media, la Sicilia produce il 9% delle scommesse. Lo Stato stabilisce premi pari al 4% dell’intero nazionale: “Al più presto sarà presentato un ddl regionale – concludono – che sull’asse dell’accordo già esistente fra i due ippodromi siciliani, possa renderli autonomi dalle sorti delle altre realtà nazionali, che sono comunque da salvaguardare ”.
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