| Roma. Ormai è chiaro. Quella contro la Francia, per l'Italia è stata la partita della vita. Le due sconfitte che hanno fatto seguito alla clamorosa vittoria nella gara di esordio contro i blues all'Olimpico hanno bruciato tutto l'ottimismo che aveva accompagnato i commenti su quel match. Tutti i progressi fatti vedere dagli azzurri (il gioco spumeggiante, la disciplina tattica, la feroce volontà di avanzare anche difendendosi, la forza della mischia, la velocità e la precisione quasi chirurgica dei tre quarti) sono evaporati. Contro la Scozia prima e adesso contro il Galles (prima vittoria proprio contro la Francia dopo otto sconfitte consecutive) gli azzurri di Brunel sono tornati quelli di sempre, anzi peggio. In ottanta minuti di gioco sono riusciti a entrare, palla alla mano, nei ventidue avversari solo quattro volte e senza mai dare la sensazione di avere davvero a portata di mano la segnatura. L'Italia, per tutto il primo tempo, è rimasta agganciata al misercordioso piede di Burton (3/3 nei piazzati, un drop finito sul palo e uno fallito, con un bottino di 9 punti), mentre il Galles ha affidato le sorti della partita al piede dell'estremo Halfpenny, uomo del match (4/5 dalla piazzola e 2 trasformazioni per 20 punti). Nel complesso la partita è stata davvero brutta. Forse tra le peggiori in assoluto dal punto di vista del gioco e dello spettacolo. Due i motivi assenziali: la pioggia incessante e la scivolosità del pallone. Sicchè, considerata la situazione, tutto il peso dello scontro è ricaduto sulle spalle degli uomini di mischia. E proprio dagli avanti è venuta la sorpresa più negativa della giornata. Con Lo Cicero (101 caps come Troncon), Ghiraldini e Castrogiovanni nervosi e in costante affanno, sia nelle mischie chiuse sia negli uno contro uno, gli azzurri sono stati ripetutamente sanzionati dall'arbitro (21 i falli fischiati), fino all'espulsione temporanea di «Castro» per fallo professionale. Dopo il primo tempo chiuso sul 6-9, e dopo la meta (del tutto fortuita e particolarmente fortunosa) segnata in avvio di ripresa da Davies, è stato proprio il cartellino giallo mostrato al capitano azzurro (il pilone argentino oggi ha sostituito lo squalificato Parisse) che ha fatto «girare» la gara. Con l'uomo in meno gli azzurri hanno incassato al 60' anche la seconda meta di Cuthbert e lì, sulla mente e sui muscoli degli azzurri, sono calate le tenebre. A tutto ciò lo stesso Castrogiovanni, come aveva fatto intendere chiaramente anche sul campo, ha aggiunto polemicamente la insoddisfacente direzione di gara del francese Poite. Ma siccome (come ha capito bene Parisse, fermato per 30 giorni proprio per avere criticato il direttore di gara in Francia), nel rugby la contestazione all'arbitro non è nemmeno immaginabile, è possibile solo osservare che Poite non ha punito i falli gallesi con la stessa severità riservata all'Italia. Nella logica disamina della gara, avere offerto la possibilità ai tre quarti gallesi di partire in costante fuorigioco ha di fatto costituito un handicap importante per la manovra d'attacco azzurra che, infatti, non ha mai trovato spazi e velocità. Con la mischia in inferiorità fisica e tattica (determinante l'assenza di Parisse specie nelle fasi ordinate) e con l'aggressività della difesa avanzatissima dei gallesi, la mediana italiana non è mai stata in grado di costruire gioco. Nostante la positiva predisposizione ai calci tattici e di spostamento, Burton è stato quasi sempre costretto a disfarsi nel pallone calciando sotto pressione e dunque con scarsa precisione. L'impossibilità dunque di spezzare con efficacia le manovre avversarie e di ricacciare indietro i gallesi, prendendo così fiato e avendo la possibilità di riallineare i reparti, alla lunga ha determinato un costante deterioramento della lucidità mentale, con la conseguente perdita dei parecchi palloni in fase d'attacco. Cosa che alla fine ha fiaccato in modo irreversibile il morale di tutta la squadra. Come ha detto Castrogiovanni a fine gara il problema è adesso quello di recuperare la forza e la concentrazione per rialzare la testa. Impresa non facile perché la prossima partita l'Italia dovrà giocarla a Twickenham contro l'Inghilterra. Però, pensare positivo non costa nulla.
LUIGI RONSISVALLE NOSTRO INVIATO
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