Calciolandia Sicilia

NUOTO

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baresi79
view post Posted on 2/8/2009, 14:38 by: baresi79




Roma. Ottocento metri sopra il cielo non c'è l'oro che voleva, ma un bronzo che le fa dire comunque «Grazie Roma». In risposta all'affetto dei tanti striscioni, compreso quello evocativo di un famoso libro. Alessia Filippi ha lottato come una tigre per bissare il titolo vinto nei 1500 sulla distanza che un anno fa l'ha portata all'argento olimpico: il «killeraggio» annunciato le è riuscito a metà, perché in quella corsia 6, che aveva cercato per emulare l'omicidio perfetto compiuto sulla distanza più lunga, ha rischiato anche di finire fuori dal podio.
Davanti a tutte c'è la danese Lotte Friis, una macchina studiata proprio per gli 800 stile libero e che ha lasciato senza fiato anche le inglesi favorite: Joanne Jakxon, che strappa l'argento proprio alle braccia sfinite della romana, e alla campionessa olimpica in carica, Rebecca Adlington, finita fuori dalla zona medaglie, solo quarta.
La Filippi è rimasta aggrappata al treno, ai 600 ha dato l'allungo, ha recuperato posizioni: mai la danese, lanciata poco oltre metà gara verso l'oro. Ai 750 però le gambe si sono quasi inchiodate e per l'azzurra arrivare in fondo è stata un'impresa che ha scatenato il boato degli spalti.
«Sono felicissima, ho dato l'anima come mai mi era successo prima - ha detto - e pure testa, cuore fino alla fine. E questo è un bronzo bellissimo, sono quasi più felice di quando ho vinto l'oro dei 1500».
In quei cinquanta metri finali è stato lo spirito di sopravvivenza a darle la spinta per non farsi portare via anche quell'ultima possibilità di prendersi una medaglia: e lei c'è riuscita, più e meglio della Adlington, o della romena Camelia Potec, in testa fino a metà gara e poi finita quinta.
«Nei 500 ho provato ad attaccare - racconta il film della gara l'azzurra - «Vai Alessia, vai» mi dicevo. E fino ai 750 ero seconda, poi ero morta davvero, e lucidità zero. Ho cercato di metterla alle altre nella camera di chiamata erano tutte talmente tese. E comunque fa parte del gioco, guardate la Adlington, è finita fuori dal podio».
E Alessia ha abbassato di 3" il record italiano con 8'17"21 (8'20"23 il tempo stabilito ai Giochi d'argento di Pechino). «Volevo l'oro, non l'ho mai nascosto - aggiunge - e ci ho creduto, ho dato davvero tutto quello che avevo. Ed è arrivato un bronzo che mi ha regalato emozioni inattese e fortissime. Il pubblico di Roma è stato fantastico e una percentuale in questa medaglia è sua. Vorrei dire tante cose, mi viene solo grazie. Grazie anche a Roma, per questo mondiale fantastico».
Il bis d'oro a lei non è riuscito, come alla divina Federica Pellegrini, ma la «Pupona» («preferirei che mi si chiamasse solo Alessia Filippi, ma qui Totti è un mito e se mi definiscono così è perché considerano anche me un pò un mito...» scherza) il suo mondiale non l'ha ancora finito. Torna in acqua per il gran finale, i 400 misti con cui di norma cala il sipario sulla rassegna iridata. «Sarà difficile tornare con la solita cattiveria - spiega - e per questo la gara sarà un punto interrogativo. Mi infilo in acqua cancellando le due medaglie vinte, e se va bene io non scherzo. Punto alla medaglia». Poi, le vacanze, agognate: spiaggia, «perché amo il mare in Italia» dice con il sorriso.
La giornata dell'Italnuoto è andata in archivio con un bilancio positivo anche per merito di Mirco Di Tora. Con il crono di 24"77 ha centrato la qualificazione alla finale dei 50 dorso e ha ritoccato il record nazionale: meglio di così non si poteva fare nella disciplina griffata dal nuovo record del britannico Liam Tancock (24"08).
«Grazie per tutto quello che hai fatto...», firmato Federica Pellegrini. Era un momento che aspettava da tanto, incontrare il suo idolo in acqua: dopo due ori e tre record l'azzurra ha stretto la mano e scambiato l'autografo con Franziska Van Almsick, l'ex nuotatrice tedesca che proprio qui, a Roma, ai mondiali di 15 anni fa, poco più che una bambina, aveva incantato tutti. «Che emozione - ha raccontato la Pellegrini - mi ha chiesto lei l'autografo, pazzesco... Per me è un mito, nuotava benissimo. E questa è stata una giornata davvero speciale: prima la visita dal Papa e ora l'incontro con lei. Mi ha detto che si è emozionata per la mia gara».
E ha parole d'affetto e di stima la tedesca per la sua erede italiana. «È stata semplicemente fantastica - ha detto la Van Almsick - è una ragazza molto simpatica, le ho chiesto un pò di cose».
La Pellegrini aspetta solo che gareggi il suo Luca Marin, il vittoriese oggi in acqua per i 400 misti: «Mi dedico solo a lui, e poi vacanza». Un aggettivo per definire il suo mondiale: «Indimenticabile» sorride.
Alessandra Rotili
la sicilia
 
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